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21 Ottobre, 2024

Genitori elicottero: chi sono e come non diventarlo

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Un bambino che cresce in una bolla di vetro, ogni suo respiro attentamente monitorato, ogni suo passo guidato da mani invisibili… Questo è il mondo dei figli dei genitori elicottero, un fenomeno che sta ridefinendo i confini della genitorialità moderna. Il termine “genitori elicottero” fu coniato nel 1990 da Foster Cline e Jim Fay nel loro libro “Parenting with Love and Logic: Teaching Children Responsibility”. Questo concetto fa parte del più ampio fenomeno dell‘over parenting, ovvero l’eccesso di attenzione per i figli. Nati dall’amore ma nutriti dalla paura, questi genitori iperprotettivi circondano i loro figli con mura invisibili, scrutando ogni movimento, anticipando ogni ostacolo, eliminando ogni sfida. Con le migliori intenzioni, costruiscono una fortezza di protezione così impenetrabile da rischiare di soffocare i sogni e le potenzialità dei loro piccoli. La genitorialità è sempre stata una danza delicata tra protezione e libertà. Cosa accade quando questa danza si trasforma in una presa soffocante? Quando l’istinto naturale di custodire il proprio bambino si evolve in un controllo ossessivo che si estende ben oltre l’infanzia? Questo fenomeno solleva domande sul futuro delle nuove generazioni. Mentre questi genitori pianificano, monitorano e intervengono in ogni aspetto della vita dei loro figli, si sta delineando un nuovo tipo di bambino, impreparato ad affrontare le inevitabili sfide della vita reale. Questa genitorialità iperprotettiva, nata da un profondo senso di cura, rischia paradossalmente di erodere le fondamenta stesse di ciò che cerca di costruire: l’autostima, l’indipendenza e l’identità dei figli. 

Conseguenze della genitorialità elicottero

Questo stile genitoriale può influenzare negativamente diversi aspetti della vita dei figli, tra cui la regolazione delle emozioni, il livello di autostima e la costruzione di una propria identità. Ricerche condotte da Terri LeMoyne e Tom Buchanan hanno rivelato che gli adolescenti cresciuti con genitori iper coinvolti mostravano un minore livello di benessere generale e una maggiore probabilità di assumere ansiolitici. Altri studi hanno evidenziato che i figli adulti di genitori elicottero presentavano sintomi ansiosi e depressivi e una minore competenza nella gestione di eventi stressanti.
L’epidemia di narcisismo tra le nuove generazioni potrebbe essere in parte attribuita ai genitori elicottero, sia per le grandi aspettative che ripongono sui figli, sia per l’eccessiva protezione portando questi ragazzi verso una maggiore probabilità di sviluppare tratti di personalità narcisistici. L’eccessiva apprensione riversata sui figli può essere dannosa, con conseguenze potenzialmente gravi: rovinare la vita ai futuri adulti, crescendo figli senza risorse per affrontare il mondo.

Tipologie di genitori elicottero

I genitori elicottero possono manifestare due principali varianti di comportamento: ansiosa e arrogante. Entrambe nascondono una fragilità nell’autostima del genitore. Quelli ansiosi sono sinceramente preoccupati per il benessere dei figli, ma talvolta eccedono con il controllo per paura di ciò che potrebbe accadere. Nella versione più narcisistica, invece, i genitori cercano nei figli una conferma del proprio valore personale. Sono ansiosi e ambiziosi e un fallimento dei figli potrebbe essere percepito come una ferita narcisistica che svaluta la loro immagine di sé. Alcuni genitori sono consapevoli di essere troppo invadenti e vivono con disagio questa condizione, mentre altri non ne sono consapevoli. Ci sono diversi indizi per riconoscere un genitore elicottero: l’uso del “noi” quando parlano dei figli, il porsi come “avvocati” dei figli nel rapporto con altri adulti, l’eccessivo aiuto nei compiti, l’affrontare le sfide al posto dei figli e l’ostacolare la loro indipendenza. L’alternativa al controllo eccessivo è la capacità di mentalizzare il bambino, ovvero rapportarsi al figlio come un essere umano pensante, capace di azioni autonome e dotato di propri pensieri e desideri. Questo permette al figlio di costruire un senso di autostima, di valore e di identità propria. Quando i genitori intervengono troppo nella vita del figlio, il bambino può iniziare a sentirsi un loro prolungamento, come descritto dallo psicoanalista Christopher Bollas.

Smettere di essere genitore elicottero: un percorso verso l’autonomia

È possibile smettere di essere genitori elicottero? Certamente, e il fattore chiave in questo processo è la fiducia. Il primo passo è concedere ai figli l’opportunità di affrontare sfide in modo autonomo, permettendo loro di vivere esperienze indipendenti e imparare dalle proprie azioni e decisioni. È fondamentale permettere ai figli di sperimentare anche emozioni negative come delusioni, tristezza e fallimenti. Queste esperienze, per quanto difficili, sono parte integrante della crescita e contribuiscono allo sviluppo della resilienza e della forza interiore. Un aspetto cruciale di questo cambiamento è il sostegno attivo all’indipendenza dei figli. Ciò significa incoraggiarli a prendere iniziative, a risolvere problemi in modo autonomo e a fare scelte personali. Questo approccio favorisce lo sviluppo di una maggiore autostima, senso di responsabilità, determinazione e capacità di gestire lo stress. Per i genitori abituati a un controllo costante, questo cambiamento può risultare difficile. Tuttavia, è importante ricordare che offrire ai figli la possibilità di esplorare il mondo in modo più indipendente, pur mantenendo un supporto di base, è essenziale per la loro crescita. Questo non significa esporli a rischi inutili, ma piuttosto fornire loro gli strumenti per affrontare le sfide della vita con fiducia e competenza.

Quindi, cari genitori, se vi ritrovate a schedare i compagni di giochi di vostro figlio o a considerare l’idea di un microchip GPS sottocutaneo, forse è il momento di fare un respiro profondo. Ricordate: a volte la migliore protezione è lasciare che i vostri piccoli esploratori scoprano il mondo, anche se ciò significa qualche livido e una buona dose di polvere sui vestiti!

 

 

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