Ambiente e biodiversità entrano in Costituzione: cosa possiamo fare noi

13 Marzo, 2022
Tempo di lettura: 4 minuti

È dell’8 Febbraio scorso la storica approvazione da parte della Camera dei Deputati della proposta di Legge che va a modificare gli articoli 9 e 41 della Carta Costituzionale, in materia di tutela dell’ambiente e della biodiversità. La camera ha infatti approvato quasi all’unanimità la legge che era già passata a novembre 2021 al vaglio del Senato, con i due terzi dei senatori favorevoli.

Gli articoli della costituzione vengono quindi così modificati: art. 9 della Costituzione rientra tra i principi fondamentali ed era composto da due commi. La riforma ne aggiunge un altro.

  1. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica
  2. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
  3. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali

art. 41 Cost. si trova nella parte dedicata ai “diritti e doveri dei cittadini”, nel titolo III, rubricato “rapporti economici”.

Attualmente, è composto da tre commi e la riforma prevede l’introduzione di alcuni “incisi”, qui riportati in grassetto.

  1. L’iniziativa economica privata è libera.
  2. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
  3. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

Buone notizie e riflessioni

Finalmente la tutela dell’ambiente diviene uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, a vantaggio del presente e soprattutto delle generazioni future. Da ora in poi anche iniziative private speculative dovranno tenere conto del patrimonio ambientale e del rispetto dell’ecosistema.

Grande entusiasmo da parte di tutte le parti politiche, maggiormente da quelle vicine ai problemi ecologici. Ma anche alcune perplessità su come questo rispetto per l’ambiente e per la biodiversità possa essere messo in atto. Molto spesso infatti le proposte di legge sulla tutela dell’ambiente sono poco digerite da chi non è proprio convinto che sia possibile un vero e proprio sviluppo sostenibile, soprattutto quando quest’ultimo deve fare i conti con la parte economica e sociale. Il fatto che vi sia una modifica nella Carta Costituzionale è quindi un passo importantissimo, ma la messa in essere di questo cambiamento dipenderà solamente dalle leggi che verranno da qui in poi emanate. Riuscirà il nostro Paese a stare dietro ai bisogni dell’economia e della società tutelando al contempo il nostro patrimonio ambientale? Tutto dipenderà dall’abilità di chi ci governa, sperando che questa modifica non sia sempre e solo il solito slogan politico.

A prescindere dalle fondate preoccupazioni che non si riesca a passare rapidamente dal dire al fare, timori alimentati da una serie di modificazioni climatiche che stanno portando a continue catastrofi ambientali e calamità naturali, l’entusiasmo delle associazioni ambientaliste è palpabile.

La voce delle associazioni ambientaliste

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, entusiasta per la storica decisione afferma che: “ora l’auspicio è che il nostro Paese passi anche dalle parole ai fatti affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali, a partire dalla lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, e i tanti problemi irrisolti con interventi, riforme – come l’introduzione dei delitti contro la flora e la fauna che ancora manca all’appello – e azioni che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della giusta transizione ecologica ed energetica».

Anche Alessandra Pampolini, direttrice generale del WWF Italia, afferma che: «Il voto di oggi rappresenta un fatto storico. Finalmente la tutela dell’ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica la cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la legislazione passata si dovrà adeguare”, stigmatizzando subito dopo che: “Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia “, e rivendicando che questo storico evento coincida proprio con il trentennale dalla entrata in vigore della legge sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria (L. n. 157/1992), frutto di battaglie decennali da parte dell’associazione.

Cosa potrebbe accadere

Alla luce di questa storica modifica è auspicabile che vengano prese in considerazione una serie di modifiche a quelli che sono i regolamenti a tutela del benessere animale, alla produzione di rifiuti tossici ed inquinanti da parte delle aziende, alla riduzione e sostituzione dei materiali plastici da imballaggio con materiali meno impattanti sull’ambiente e provenienti da fonti rinnovabili ed ecologiche, fino ad una massiccia riduzione di emissioni inquinanti e al controllo del riscaldamento ambientale.

Cosa possiamo fare nel concreto

La politica potrebbe agevolare ed incentivare aziende agrozootecniche che utilizzano per le loro produzioni metodi di agricoltura ed allevamento sostenibili, quali la permacultura e l’allevamento biologico e biodinamico. Andrebbero favoriti ed incentivati quei produttori che coniugano la produzione enogastronomica della tradizione Italiana, che sono, oltre che vanto  nazionale, valida fonte di guadagno grazie all’esportazione, con metodiche ad impatto ambientale zero o minimo. Per non parlare del turismo sostenibile, vero fiore all’occhiello del nostro Paese, dotato di aree geografiche, panorami, clima e biodiversità uniche in tutto il mondo.

Cosa potrebbe accadere se non si cambia registro

Il timore è che come sempre questo storico provvedimento resti di fatto solo lettera morta, senza trovare un’applicazione pratica, perché impantanato e ostacolato da centinaia di emendamenti di partiti che hanno più a cuore lo sviluppo economico capitalista ed aggressivo, piuttosto che la ricerca dell’equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale. Finche si cercherà di garantire la fettina di carne per tutti e tutti i giorni a prezzo da discount non se ne varrà a capo. Le nostre abitudini di consumatori del terzo millennio sono infatti incompatibili con la conservazione dell’ecosistema e la tutela delle specie vegetali ed animali, nonché con il rispetto della loro esistenza.

Cosa possiamo fare nel concretamente

Come consumatori abbiamo un’arma invincibile: il nostro portafoglio. Per un’azienda che produce qualcosa il primo obiettivo è venderla, e pertanto se ogni giorno nelle nostre piccole scelte quotidiane ci rivolgiamo a produttori rispettosi di ambiente e salute animale, a chi non produce plastica o riesce a ridurre gli imballaggi al minimo, a chi certifica che gli animali che alleva vengono rispettati, a quei virtuosi che rispettano il lavoro dei propri dipendenti e che garantiscono minime produzioni di rifiuti e impatto inquinante zero. Ogni giorno possiamo cambiare le cose, anche solo iniziando a scegliere prodotti certificati biologici, filiere controllate ecosostenibili, imballaggi in vetro piuttosto che in plastica, e così via.

Ispiriamoci quindi alla frase del grande Maestro Mahatma Ghandi: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo “

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