Caduta dei capelli nel periodo autunnale

12 Ottobre, 2021
Tempo di lettura: 4 minuti

La caduta dei capelli in autunno è una problematica reale che colpisce tanto gli uomini quanto le donne ed è legata essenzialmente al normale ciclo di rinnovamento della chioma.
La caduta dei capelli che si presenta tra settembre e novembre ha molti fattori predisponenti ma in questo articolo faremo un focus su alcuni processi ormonali che portano a un aumento della caduta dei capelli per le donne più che per gli uomini. Il capello è un elemento vivente che segue un ciclo pilifero della durata media di 2-6 anni. I capelli crescono ciclicamente seguendo tre fasi: una fase di crescita chiamata anagen, una fase di regressione detta catagen ed infine un periodo di riposo detto telogen.

Un ruolo essenziale nella caduta dei capelli autunnale è giocato da due ormoni: Melatonina e Prolattina.

Durante l’estate Il sole e la luce intensa indeboliscono il bulbo e causano la caduta. I capelli al sole invecchiano e diventano più fragili tanto da non riuscire a crescere forti come dovrebbero, Colpa del photo- aging: i raggi Uv stressano il bulbo capillare che viene attaccato anche dal sale del mare e dal vento. Il foto- invecchiamento provoca anche una riduzione del diametro del follicolo pilifero per cui il capello diventa sempre più sottile e non ha la forza di crescere.

Ma cosa c’entra la melatonina con la caduta dei capelli?

La Melatonina è un ormone prodotto durante le ore di buio dall’Epifisi, e serve principalmente a regolare il ritmo circadiano. I follicoli piliferi hanno i recettori della melatonina, la quale aumenta la produzione di capelli e ne previene la caduta. Non se ne conosce ancora il meccanismo di azione ma sappiamo che la melatonina è responsabile dell’induzione di un nuovo ciclo del capello. D’estate abbiamo meno ore di buio e questo induce un deficit nella produzione di melatonina. In autunno invece i capelli cadono anche per colpa dell’alterazione dei ritmi circadiani: durante il cambio di stagione si sa, si dorme meno e male, con conseguente diminuzione della produzione di melatonina e aumento della caduta di capelli.

La prolattina e la caduta dei capelli

La prolattina (PRL) è un ormone secreto dall’ipofisi anteriore che ha come organo bersaglio la mammella. Si tratta quindi di un ormone tipicamente femminile responsabile della lattazione e, in epoca puberale, partecipa insieme agli estrogeni allo sviluppo del seno.
L’analisi della prolattina nel sangue viene spesso incrociata con quella dei cosiddetti “ormoni dello stress” come cortisolo ed ACTH (corticotropina).
Si è infatti visto che la secrezione di questo ormone aumenta considerevolmente dopo esercizio fisico estenuante e nei periodi di stress.

Altre cause di iperprolattinemia sono l’ipotiroidismo e l’assunzione di farmaci.
Nel primo caso notiamo che quando vi è un malfunzionamento della tiroide, per un meccanismo di controllo estremamente importante nel sistema endocrino (il feed-back), aumenta la secrezione da parte dell’ipotalamo del TRH che stimola la secrezione da parte dell’ipofisi del TSH. Il TRH, però, in parte stimola anche la produzione di prolattina che può quindi aumentare i suoi livelli nel sangue.
Nel secondo caso sappiamo che l’assunzione di antidepressivi e tranquillanti genera iperprolattinemia, questo effetto collaterale è molto comune anche per farmaci normalmente prescritti per curare il mal di testa o disturbi dell’apparato digerente.
La prolattina è dannosa per il bulbo pilifero e un aumento dei suoi valori determinano una maggiore caduta di capelli (possiamo notarlo facilmente nelle donne dopo il parto).

Cosa succede durante il cambio di stagione ESTATE/AUTUNNO?
Aumentano stress, ansia, insonnia, si riparte con il lavoro, gli impegni e il solito logorio della vita quotidiana.
Seguono aumenti degli ormoni dello stress: cortisolo, corticotropina e PROLATTINA con conseguente caduta di capelli.

Come contrastare la caduta dei capelli

Si potrebbero scrivere trattati enormi su quali cure fare sia in prevenzione che in acuto ma, l’intento di questo articolo, è di rendere la questione semplice, risolutiva, non tediosa e che richiede poca dedizione da parte del paziente:
Assumere ZINCO/RAME sotto forma di oligoelementi.

Gli Oligoelementi sono di fatto dei catalizzatori, ciò significa che rendono possibili talune reazioni enzimatiche che altrimenti non avrebbero luogo e ne velocizzano altre.

L’associazione Zn/Cu (Zinco-Rame) corrisponde alla sindrome da disadattamento, secondo la classificazione di Mènètrier.

La sindrome da disadattamento che prevede l’utilizzo di Zinco-Rame non è una vera e propria diatesi ma una difficoltà di adattamento delle ghiandole endocrine agli stimoli di natura ipotalamico-ipofisaria che si riflettono a livello genitale e surrenalico specialmente in seguito a fattori stressogeni.

Nello specifico lo ZINCO agisce sulla ghiandola ipofisaria modulando e regolarizzando la produzione delle gonadotropine (importanti per la sfera sessuale).

Il RAME invece interviene modulando il metabolismo degli ormoni che vengono secreti dalle ghiandole cortico-surrenali.

Le diatesi sono predisposizioni costituzionali (dette terreno) che sono ereditarie e specifiche di ogni persona.
Sono tendenze a reagire a determinati stimoli sufficienti a provocare reazioni e malfunzionamenti nell’organismo, con coinvolgimento di aspetti fisici e psichici e che, nel tempo, possono degenerare in malattia vera e propria.
Ogni diatesi o terreno ha quindi delle “debolezze” intrinseche che possono trarre beneficio dall’uso di un oligoterapico di base.

Caduta dei capelli e oligoterapia

Tutti possono beneficiare dell’associazione oligoterapica ZN/CU ma il beneficio massimo sarà nei soggetti che, per condizione genetica o epigenetica, presenteranno:
-amenorree
-dismenorree
-sindromi premestruali
-turbe ipofiso-ovariche delle giovani
-menopausa
-andropausa
-indifferenza ed impotenza sessuale funzionale
-ritardi dello sviluppo
-sindromi prostatiche funzionali
-alopecia seborroica, calvizie
-ipotiroidismo
-disfunzioni endocrine in generale

Per chi conosce l’Omeopatia il discorso è più semplice perchè questi soggetti corrisponderanno, nella stragrande maggioranza dei casi, ai quadri clinici di:
-PULSATILLA
-CALCAREA CARBONICA
-PLATINA
-SEPIA
-NATRUM MURIATICUM
-SABINA
-KALIUM CARBONICUM
-CHINA

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