Una startup accattivante, un’imprenditrice dall’aria rampante, una tecnologia medica rivoluzionaria. La storia di Theranos pareva avere tutti gli elementi per sfondare nel mondo dinamico e un po’ glam della Silicon Valley. E infatti sfondò, eccome. Arrivò, al suo apice, a capitalizzare 9 miliardi di dollari, attirando nella sua orbita nomi colossali della finanza a stelle e strisce, da Murdoch a Larry Ellison (il fondatore di Oracle), dalla famiglia Walton fino a Henry Kissinger. Come Icaro, però, l’azienda Theranos volò troppo in alto, per poi precipitare rovinosamente al suolo. Oggi Elizabeth Holmes, CEO della società, rischia 20 anni di carcere.
Cosa ci insegna sulla Medicina la storia di Theranos
Ma cosa faceva Theranos di così eccezionale? Faceva analisi mediche di laboratorio. Solo che ne faceva tantissime, in pochissimo tempo, da una sola goccia di sangue. Avete presente quei grossi, complessi macchinari che vedete in ogni centro di analisi? Ecco, nulla di tutto ciò. Edison, l’elaboratore di Theranos, era grande quanto un paio di scatole di scarpe. Immaginate il risparmio di spazio, di tempo e, in definitiva, di soldi? Peccato che la nostra scatoletta, al di là del design accattivante e delle belle parole della Holmes, non facesse nulla di ciò che prometteva di fare.
Un miracolo che diventa incubo
Test dell’HIV, emocromo, ricerca di batteri e virus. Niente. Edison, in realtà, non sapeva fare nulla. Neanche le analisi basilari, nonostante il team che l’aveva predisposto fosse costituito da personalità importanti. I valori erano tutti sbagliati. Così sbagliati da attirare le attenzioni del giornalista John Carreyrou del Wall Street Journal, uno dei giornalisti d’inchiesta più importanti degli Stati Uniti. Carreyrou demolì Theranos e la sua macchinetta prodigiosa, mostrando il grande inganno. Migliaia di persone truffate, danno alla salute non quantificabile per chissà quanti soggetti.
Una lezione che dobbiamo imparare
Il finto miracolo, insomma, è stato pagato caro e amaro da tanti poveri cristi. L’iper-digitalizzazione delle medicina si è rivelata, ancora una volta, un vicolo cieco che ha tradito ogni promessa. La salute, ne abbiamo l’ennesima dimostrazione, passa dall’unica strada del rapporto umano tra medico e paziente: dall’osservazione e dalla diagnosi del primo, dalla fiducia e dalla voglia di guarire del secondo.
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