Le carenze nutrizionali sono attualmente considerate la causa più comune di immunodeficienza nell’uomo.
Così come riportato da una miriade di osservazioni, alcune piuttosto antiche ed altre recenti, il sistema immunitario non può funzionare in situazioni di malnutrizione, sia per eccesso che per difetto.
I grassi che consumiamo con la dieta e le vitamine liposolubili ( D, A ed E), il glucosio, gli amminoacidi, le vitamine idrosolubili (C e quelle del gruppo B), gli antiossidanti, gli oligoelementi come Zinco, Rame e Ferro influenzano profondamente la nostra immunità.
Zucchero, infiammazioni e sistema immunitario
Ci sono quindi una serie di cose che possiamo fare a livello alimentare per rafforzare il nostro sistema immunitario, prima tra esse ridurre il consumo degli zuccheri.
Purtroppo lo zucchero è presente nella grande maggioranza degli alimenti lavorati industrialmente.
Quali sono gli effetti dello zucchero nel nostro organismo?
Lo stress ossidativo-infiammatorio a livello cellulare è la conseguenza principale causata da livelli di glucosio troppo elevati nel sangue.
Infatti il glucosio si combina alle proteine, formando le cosiddette proteine glicate (AGE), altamente ossidative ed attivatrici dei geni dell’infiammazione.
Le proteine AGE vengono introdotte anche tramite diversi cibi, quali la pasta industriale essiccata ad alta temperatura, o cibi animali ricchi di acido arachidonico, il precursore delle prostaglandine infiammatorie.
Capiamo bene come la nostra sorveglianza antivirale venga indebolita e “distratta” dallo stress infiammatorio se andiamo incontro continuamente a picchi glicemici risultato di una dieta errata.
Le fonti di zucchero più stabili, come quelle provenienti dai cereali in chicchi e dai legumi i quali, oltre al glucosio, riforniscono il corpo di vitamine, minerali e oligoelementi, rappresentano invece un toccasana per le nostre difese.
Un recente studio, condotto da alcuni ricercatori dell’Universita’ di Yale e pubblicato sulla rivista scientifica Cell, ha dimostrato che il DIGIUNO RIDUCE LA MORTALITÀ NELLE INFEZIONI CAUSATE DA BATTERI, MENTRE AUMENTA LA MORTALITÀ NELLE INFEZIONI CAUSATE DA VIRUS.
La disponibilità di glucosio in circolo infatti aiuterebbe le nostre cellule a sopravvivere allo stress indotto dalla risposta infiammatoria antivirale.
Un adeguato quantitativo di glucosio in circolo, infatti preverrebbe l’apoptosi, un tipo di morte cellulare programmata, scatenata dall’infezione virale.
Lo studio condotto sui topini ha anche dimostrato che il nostro sistema immunitario reagisce in maniera diversa a seconda dell’incontro con un virus o con un batterio e che in corso di un’infezione virale come quella attuale, garantire uno stato nutrizionale adeguato potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Zucchero e cervello
Sono stati dimostrati scientificamente anche altri effetti negativi dello zucchero sull’uomo. A tale riguardo esiste uno studio condotto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato anch’esso sulla Rivista scientifica Cell Report, nel 2016. L’esperimento, condotto su piccoli topi, ha dimostrato che una dieta ricca di zuccheri manda in tilt il cervello, fermando la riproduzione delle cellule staminali dell’ippocampo, centro nervoso dei ricordi. Queste cellule sono fondamentali per le funzioni di apprendimento e memoria. In pratica un eccesso di glucosio brucia le riserve cellulari che servono al cervello per produrre nuovi neuroni. Le conclusioni di tale esperimento avvalorano quanto dimostrato da molti altri ricercatori, ossia il fatto che una dieta scorretta e troppo ricca di zuccheri raffinati come quelli presenti in dolci, bibite, cibo spazzatura, oltre ad altre conseguenze negative, ha anche l’effetto di deteriorare le nostre performance cognitive.
Zucchero e tumori
Essere in balìa del picco glicemico e di alti e costanti valori di insulina nel corpo rappresenta l’origine dell’acidità e dell’infiammazione, quindi di uno squilibrio potentissimo, madre di tutte le malattie moderne tra cui i tumori. Cancro e zucchero, una relazione pericolosa ormai nota a tutti, anche se i vari tentativi fatti nel corso degli anni per capire quale fosse realmente la relazione di causa-effetto tra assunzione di zucchero e tumore, non hanno mai portato a chiarire del tutto la faccenda. Fino a che nel 2017, dopo nove anni di ricerche all’interno di un progetto pubblicato su Nature Communications, alcuni studiosi olandesi e belgi hanno scoperto qual’e’ il meccanismo che lega lo zucchero alla proliferazione e all’aggressivita’ del cancro. Lo studio, condotto su lievito, il quale presenta alcune proteine analoghe a quelle delle cellule tumorali, rivela come il consumo eccessivo di zucchero ad opera delle cellule cancerose conduca ad un ciclo vizioso di stimolazione continua dello sviluppo e della crescita del cancro. In altri studi di questo tipo è anche dimostrato come lo zucchero non solo alimenta il tumore, ma contribuisce alla sua insorgenza.
Come abbassare infiammazione e glicemia
E’ stato quindi appurato scientificamente che chi ha i valori indice dell’infiammazione elevati nel sangue, ha più probabilità di ammalarsi di tumore, di recidive e di metastasi. Questo è stato dimostrato molto bene nei tumori alla mammella e all’intestino.
Ma allora come si fa a tenere bassa l’infiammazione?
Come abbiamo già accennato, ci sono due cose da fare: la prima è tenere bassa la glicemia e l’altra è limitare l’assunzione di cibi di provenienza animale, in particolare la carne, che sono ricchi di acido arachidonico, precursore dell’infiammazione. I cibi ad alto tasso glicemico sono tutte le farine raffinate usate per fare pane, pizza, dolci, snack, biscotti…, i cereali raffinati e ovviamente lo zucchero e tutti i dolcificanti simili. Per questo motivo è consigliato utilizzare cereali integrali e farine poco lavorate, anche perché sono più ricchi di fibre, minerali e vitamine. Come afferma il Dott Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori, una dieta a basso contenuto di carboidrati fa morire di fame il cancro!
Ma se ridurre la carne è fortemente consigliato, aumentare l’assunzione di pesce è invece un’ottima strategia. Il pesce rappresenta infatti una fonte preziosa di Omega 3, precursori delle prostaglandine antinfiammatorie. Così come affrontato dal Dott Carlo Gianchino in Generiamo Salute, l’integrazione con Vit D e Olio di semi di lino, fonte di acido alfa-linoleico e linoleico, insieme ad una adeguata alimentazione, contribuisce a ridurre infiammazione e ossidazione cellulare, e a mantenerci in un buono stato di salute.