Esistono più di quaranta specie di betulle e definire una catalogazione precisa non è semplice. Attualmente le più conosciute sono la Betulla pubescens e la verrucosa. Entrambe appartengono alla specie alba: infatti in un primo momento, intorno alla metà del 1700, Linneo le classifica entrambe come Betula alba, mentre poco più tardi Ehrhart le classifica nelle due specie citate.
La betulla ha la capacità di rigenerare il suolo dove cresce, rendendolo fertile e ospitale per altre specie. È interessantissimo osservare che questa particolarità la ritroviamo come proprietà terapeutica nella medicina naturale; quindi avremo una pianta che lavorerà proprio contro l’invecchiamento e il deterioramento dei tessuti in modo indiretto.
Insieme al salice è stata la pianta fondamentale nel dopoguerra per ripopolare la vegetazione nelle zone disastrate. La sua storia si perde nella notte dei tempi. Già nel neolitico si utilizzava il catrame ottenuto dalla lavorazione della corteccia per sigillare le fessure. Considerata dai Celti l’albero cosmico per eccellenza, con il suo portamento esile e slanciato e il suo odore candido, diviene simbolo di luce e pianta sacra per molte popolazioni. Presso i popoli scandinavi era ritenuta una pianta propiziatoria portatrice di fertilità e protezione, ed era usanza piantarne una vicino casa durante il solstizio d’inverno.