Chiunque di noi è soggetto allergico, o ha un figlio soggetto allergico, o ha un parente stretto allergico. Dobbiamo farcene una ragione, nel futuro prossimo questa situazione peggiorerà. Non è un caso o una naturale evoluzione della specie: sono gli effetti del cambiamento climatico e ambientale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà colpita da asma e allergie. Il mutamento del clima di origine antropica e l’inquinamento in aumento, contribuisce fortemente a questa crescente frequenza attraverso effetti sia diretti che indiretti sui nostri organismi e sull’ambiente che ci circonda.
Gli effetti diretti del cambiamento climatico sulla salute respiratoria
Le ricerche hanno dimostrato che le esacerbazioni di asma e rinite possono essere precipitate da basse temperature e umidità o da un improvviso calo della temperatura. I ricoveri per asma aumentano in seguito a pressione barometrica bassa o alta e a precipitazioni intense. Questi cambiamenti repentini nelle condizioni meteorologiche rappresentano una sfida significativa per chi soffre di patologie respiratorie, richiedendo approcci terapeutici integrati che considerino anche il contesto ambientale in cui vive il paziente. C’è poi la maggiore esposizione a fattori di rischio: il peggioramento dell’inquinamento atmosferico e l’alterazione della produzione locale e regionale di polline, la proliferazione di muffe e la perdita di biodiversità.
Aumento dell’inquinamento atmosferico
Le significative variazioni di temperatura, umidità, vento e precipitazioni che accompagnano il cambiamento climatico influenzano profondamente la qualità dell’aria attraverso modifiche nel trasporto, nella dispersione e nella conversione degli inquinanti atmosferici. Il riscaldamento dell’atmosfera aumenta l’ozono a livello del suolo in molte regioni. Fenomeni correlati – urbanizzazione, ventilazione perturbata e maggiore confinamento in ambienti chiusi, incendi boschivi e tempeste di sabbia – sono all’origine del peggioramento dell’esposizione a gas e particolato (PM). Tutti questi eventi espongono le persone a un rischio elevato di respirare aria inquinata, con conseguente sviluppo o aggravamento di asma e malattie allergiche.
È ben stabilito che l’esposizione all’inquinamento atmosferico, in particolare al particolato fine e all’ozono, esacerba l’asma e la rinite preesistenti. C’è una relazione causale tra l’insorgenza di asma infantile e l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico esterno, specialmente quello legato al traffico, come il biossido di azoto (NO2), il particolato fine e il carbonio nero.
Maggiore concentrazione di polline e allergenicità
Un più alto conteggio di polline e allergenicità aumenta il rischio di sensibilizzazione e allergia al polline negli individui suscettibili. Il riscaldamento globale, la siccità, le piogge estreme, le raffiche di vento, i temporali, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e i cambiamenti nell’uso del territorio influenzano profondamente la produzione, il rilascio, la dispersione e la qualità del polline delle piante.
L’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica (CO2) atmosferica, coinvolta nel processo di fotosintesi, insieme all’aumento della biomassa vegetale e della fioritura, si traduce in una maggiore concentrazione di polline nell’aria. L’aumento delle temperature porta a una stagione pollinica più precoce e prolungata. Gli inquinanti atmosferici aumentano il carico allergenico per polline e modificano la composizione degli allergeni.
I cambiamenti geografici e temporali della temperatura e dell’umidità influenzano i modelli di vegetazione e la fisiologia delle piante e modificano la distribuzione del polline. Il polline può viaggiare per centinaia di chilometri e, con il cambiamento dei modelli meteorologici e la distribuzione alterata delle specie, è diventato possibile per le persone essere esposte a nuove specie di polline provenienti da altre regioni geografiche e paesi.
Preparare l’organismo ad affrontare i cambiamenti ambientali
In questo scenario di rapidi cambiamenti climatici e ambientali, diventa prioritario predisporre l’organismo a una maggiore capacità di adattamento. La resilienza del corpo umano di fronte a stimoli ambientali mutevoli rappresenta un fattore determinante per la prevenzione di patologie allergiche e respiratorie. Per questo motivo, un approccio preventivo che rafforzi le capacità adattative dell’organismo può rappresentare una strategia fondamentale.
L’Omeopatia, con il suo principio di stimolazione delle capacità di autoregolazione dell’organismo, può offrire un supporto significativo in questo contesto. I rimedi omeopatici, selezionati in base alla costituzione individuale e alla totalità dei sintomi della persona, possono contribuire a modulare la risposta immunitaria e migliorare la capacità dell’organismo di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Questo approccio personalizzato, che considera le caratteristiche uniche di ogni paziente in relazione all’ambiente circostante, può risultare particolarmente prezioso nella gestione preventiva e di supporto delle condizioni allergiche correlate ai cambiamenti climatici.
Un effecace aiuto dalla fitoterapia
Il fitoembrioestratto di Ribes nero è noto per la sua azione di supporto nei soggetti allergici, grazie a diversi meccanismi fisiologici, principalmente legati alla sua attività cortison-like e antinfiammatoria. Aiuta a modulare la risposta immunitaria eccessiva tipica delle reazioni allergiche, riducendo il rilascio di istamina e altri mediatori dell’infiammazione. Contiene flavonoidi, antociani e vitamina C, che contribuiscono a stabilizzare le membrane dei mastociti, riducendo il rilascio di istamina e quindi attenuando sintomi come prurito, rinite, congiuntivite e asma allergico. Inibisce la produzione di prostaglandine e leucotrieni (molecole coinvolte nei processi infiammatori). Regola l’attività delle cellule Th2 (linfociti helper di tipo 2), responsabili della risposta allergica IgE-mediata. Riduce l’iperreattività del sistema immunitario verso allergeni comuni (pollini, acari, ecc.). Il Ribes nero tonifica le ghiandole surrenali, migliorando la risposta allo stress e la resilienza dell’organismo. Insomma un vero e proprio toccasana per gli allergici.