One Health, ovvero: un unico organismo che includa l’Uomo e il pianeta in equilibrio. L’idea che l’unico mondo possibile in cui possiamo sopravvivere è un mondo che abbiamo mantenuto in buona salute. Se fino a qualche decennio fa la Terra era vista solo come un grande contenitore di risorse da sfruttare, oggi abbiamo capito che questa visione ci porterà alla rovina, come già sta accadendo. Per questo è tempo di cambiare paradigma (anzi, sarebbe stato opportuno cambiarlo molto tempo fa) in favore di un nuovo modello in cui piante, animali ed esseri umani possano sopravvivere in armonia.
One Health e medicina rigenerativa
One Health è anche il modello a cui si ispira il convegno organizzato a Roma dalla SIMCRI, la Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica: ‘One Health: dall’agricoltura alla prevenzione, alla tutela della salute con la medicina rigenerativa’. Durante l’incontro, gli esperti avranno la possibilità di confrontarsi sugli aspetti più sensibili per la nostra sopravvivenza e sull’incidenza che la medicina rigenerativa può avere sulla salute.
L’importanza dell’alimentazione
L’alimentazione, in particolare, sarà al centro del dibattito, dal momento che la qualità del cibo e la sostenibilità della sua produzione hanno ricadute pesantissime sull’intero ecosistema. Per questo, come abbiamo sempre affermato, è di vitale importanza promuovere forme di coltivazione che rispettino l’ambiente e una generale riduzione del consumo di carne. Pierluigi Rossi, Docente all’Università degli studi di Siena, Sistemi di qualità e sicurezza nutrizionale, ribadisce che “Occorre un netto cambio di paradigma in coltivazione, allevamento, trasformazione e commercializzazione del cibo, per garantire salute umana, ambientale e sviluppo economico”.
Il ruolo centrale dell’Italia
“L’Italia potrebbe così essere apripista di una civiltà alimentare contemporanea, per il mondo intero. Qualità e sicurezza nutrizionale sono diritti che lo Stato deve garantire a ogni persona, al pari della sicurezza civile e sanitaria. La sovranità alimentare non si ferma sulla tavola: va estesa all’ambiente e al paesaggio agricolo, con il recupero e la valorizzazione della biodiversità agroalimentare regionale, un incremento dei terreni biologici e in generale un’attenzione sempre maggiore alla salute dei cittadini”.
“Un ecosistema più sano significa maggiore benessere per tutti”
Secondo Eugenio Caradonna, presidente SIMCRI, “Un ecosistema più sano significa maggiore benessere per tutti – spiega Eugenio Caradonna, presidente SIMCRI. Dove ambiente e animali stanno bene, possiamo stare bene anche noi. L’inquinamento, per esempio, ha un impatto fortemente negativo sulla nostra salute. Oggi è quindi fondamentale operare una rivoluzione sia negli stili di vita del singolo che della società, con interventi in ambito economico e ambientale”.
“Misuriamo il livello delle nostre staminali”
Secondo i promotori dell’iniziativa, esiste un modo per poter conoscere il proprio stato di salute, anche senza dover attendere il comparire di una sintomatologia derivante da qualche malattia: Secondo Caradonna “possiamo scoprire se stiamo bene misurando il nostro livello di cellule staminali, basta un semplice prelievo di sangue. Successivamente, se la staminalità dovesse risultare bassa, a causa di stress e abitudini sbagliate, è possibile agire con strumenti mirati a diminuire i livelli di stress e a migliorare la qualità di vita”.
“Non possiamo pensare di rigenerare il corpo senza rigenerare il suolo e l’ambiente”
La prevenzione delle malattie, del resto, è ben più efficace della cura. “Imparare a mantenere il nostro corpo sano è il dovere primario di ciascuno di noi, per prevenire quelle malattie che dovranno essere poi curate, con un danno alla qualità di vita e un costo per la società”, sottolinea Pier Antonio Bacci, docente all’Università di Siena. “La medicina rigenerativa ha il compito di ricostruire le lesioni tessutali e favorire le normali attività delle nostre cellule staminali. Nella parola rigenerare sta il vero messaggio che dobbiamo dare, nel recupero della gestione della propria salute da parte di ciascuno di noi, ma non possiamo pensare di rigenerare il corpo senza rigenerare il suolo e l’ambiente”.
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