Enneatipo 9: conservativo Calcarea carbonica

13 Dicembre, 2022
Tempo di lettura: 4 minuti

La passione dominante dell’enneatipo 9 è l’accidia, quella pigrizia che lo spinge all’indolenza, fondamentalmente a non prendersi cura di sé. Ha una visione idealizzata, altruista dell’amore, ma perciò si nega, si nasconde, si mette da parte. È affettuoso e premuroso, ma frenato nella sua passione da una mancanza di contatto con i suoi sentimenti più profondi. Ha la tendenza a mediare, ma anche a chiudersi nella sua ostinazione. Ha modi semplici e gentili, eppure timido fino ad essere scontroso. È un tipo che ha il realismo benevolo e pacifico di un Sancho Panza, umile ma determinato.

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Jane Darwell interprete del ruolo di Ma’ Joad nel film Furore di John Ford

In particolare il sottotipo conservativo ciò che solamente si concede è il riposo: sonno, comodità, distrazioni, cibo. Il suo tema caratteristico è stato individuato nell’appetito. Confrontiamo subito con il ritratto che Philip Bailey (Psicologia omeopatica) descrive del tipo psicologico di Calcarea carbonica. Bailey indica nell’inerzia la parola chiave del rimedio. A partire dal fatto che il rimedio sia preparato dalle conchiglie d’ostrica. “L’ostrica è una delle creature meno dinamiche del mare: preferisce stare tranquilla nella sua conchiglia, attaccata per sicurezza ad una roccia; dentro alla sua conchiglia è molle e amorfa e tutta la sua attività è limitata all’asse illazione e alla digestione del cibo”. “L’individuo Calcarea carbonica è lento, solido, concreto e pesante “. “Calcarea carbonica è contenta di stare a guardare la TV, preferibilmente con qualcuno da abbracciare amorevolmente e una buona provvista ipercalorica da mangiucchiare “. “Calcarea carbonica è semplice, casalinga, concreta e pragmatica”. Si perde nei dettagli delle sue attività, per evitare di pensare veramente a sé. Ama la famiglia e la comodità, sa essere molto ospitale. Ha il cuore tenero, non può sentire parlare di crudeltà. La sua letargia fisica, che non le impedisce di tenersi affaccendata, confina con l’apatia mentale, sebbene sia un tipo sentimentale. Come esempio letterario di questo carattere Naranjo (Dramatis Personae) pensa alla madre della famiglia Joad, la cui odissea negli anni della Grande Depressione Steinbeck racconta in Furore (John Ford ne ha tratto nel 1940 un film omonimo). Solida di fronte ai colpi della sventura, è lei che dimentica se stessa per pensare a tutti gli altri componenti della famiglia, tramutando la rassegnazione e la rabbia in una benevola accettazione che dia conforto agli altri, che diffonda serenità. La vediamo descritta obesa, indaffarata, un po’ disordinata, prepara da mangiare senza sedersi a tavola. Al figlio che le chiede se ha paura del viaggio che porterà la famiglia dall’Oklahoma a tentare la fortuna in California, Ma’ Joad risponde: “Paura? Un poco. Ma poco. Non voglio pensare, preferisco aspettare. Quel che ci sarà da fare, lo farò” È lei a definire la vita come un fiume che tra vortici e cascate continua a scorrere.

Appartiene allo stesso tipo psicologico, in maniera quasi caricaturale, la protagonista del film Precious, tratto dal libro Push di Sapphire. È la triste storia di una sedicenne di colore povera e grassa, che subisce passivamente inaudite violenze in famiglia (il padre l’ha messa incinta due volte). Il riscatto da questo suo stato di immobilità passa attraverso l’aiuto di un’insegnante che le insegna a scrivere. La scrittura è per lei un processo di riappropriazione di se stessa. Dalla stanca rassegnazione di non voler neanche rendersi conto della sua condizione, Precious inizia un processo di presa di coscienza di sé. Durante il quale emozioni insostenibili vengono traslate in un mondo di fantasia. Alla fine scopre di aver contratto l’AIDS, ma intanto ha riconquistato il suo mondo interiore. Rappresentano inoltre questo tipo psicologico due ruoli interpretati dalla stessa attrice, Marianne Sägebrecht. In Sugarbaby (1985, film di Percy Adlon) è una apatica impiegata in un’agenzia di pompe funebri, che conduce una vita monotona e ripetitiva. Fino a che misteriosamente si innamora della voce di un conduttore del treno, e scopre allora una vitalità energica ed intensa che la risveglia dalla sua inerzia. Indaga su di lui, lo seduce, affronta l’ira della moglie di lui. In Bagdad Café (1987, regia sempre di Percy Adlon) è una attempata turista tedesca che, nel bel mezzo del deserto del Mojave ha un improvviso risveglio della sua vitalità, litiga col marito, scende dalla macchina con la sua valigia e sbarca in un motel vicino piuttosto malmesso, ma cui lei piano piano saprà ridare vita con la sua ritrovata consapevolezza e creatività.

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Marianne Sägebrecht in Bagdad Café

Torniamo ora a considerare, in parallelo, le caratteristiche del rimedio Calcarea carbonica, nel ritratto che ne fa Catherine Coulter (Nature and human Personality. Homoeopathic Archetypes). Calcarea carbonica ha ovviamente molte delle caratteristiche della costituzione carbonica: letargica, flemmatica, freddolosa, si stanca facilmente in conseguenza del suo metabolismo lento, della sua circolazione sanguigna quasi indolente, del tono muscolare flaccido. Ha dell’ostrica la mollezza, l’impenetrabile spessore della conchiglia, ma ha anche la capacità di far nascere dalle concrezioni circostanti e dai granelli di sabbia la linda e delicata bellezza di una perla.

Lenta anche nelle tappe dello sviluppo, mantiene un tratto infantile nel suo carattere. Va sotto stress ed in confusione, tende a procrastinare le decisioni per lei più importanti. Ha scarsa fiducia in sé ed è peraltro sensibile alle critiche. Teme i cambiamenti, adagiandosi su un’esistenza monotona. Si attacca alla sua vita domestica, alla vita tranquilla in famiglia di cui diventa il centro dispensatore di attenzioni. Un esempio letterario la Coulter lo propone in Oblomov, campione della letteratura russa di indolenza ed inattività. Disinteressato al mondo, trascorre gran parte del tempo sul divano o sul letto, traendo qualche estatica illuminazione dalla sua pigrizia.

Anche le perle di bellezza della musica di Mozart possono parere alla Coulter il frutto della sua indolenza e distrazione. Anche se la sua grande curiosità per il mondo fanno di Mozart un altro diverso carattere. “Calcarea carbonica è riconoscibile in quegli individui in qualche modo placidi, perseveranti eppure talora impediti dalla loro lentezza, le cui virtù ed i cui talenti, sia pure notevoli, rimangono nascosti – a meno che qualche forza esterna non li spinga a manifestarsi”.

L’immagine di copertina è opera della pittrice Nadia Gaggioli – Il vento tra le dune non nasconde il mare

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