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8 Dicembre, 2025

Non solo Agromeopatia

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L’Agromeopatia è un settore agronomico emergente che applica i principi dell’Omeopatia all’agricoltura, mirando a trattare le piante e gli agroecosistemi in modo naturale e sostenibile. Questa disciplina si inserisce nell’ambito delle pratiche agroecologiche con l’obiettivo di promuovere la salute del suolo, delle piante e dell’intero ambiente agricolo.

L’Agromeopatia sta vivendo un momento di espansione dovuto ai risultati confortanti provenienti da coltivazioni realizzate soprattutto in America Centrale e del Sud in cui sono stati impiegati medicamenti omeopatici.  In Europa e anche in Italia il metodo sta prendendo piede anche se siamo molto lontani da un riconoscimento scientifico della reale efficacia che il medicinale omeopatico possa produrre sulle coltivazioni.

Il ruolo dell’ECH

L’ECH (European Committee for Homeopathy) ha recentemente riorganizzato il comparto di Agromeopatia attraverso il “Working Group of Homeopathy in Agriculture and Enviroment. Nell’ultimo incontro di Utrecht sono stati trattati temi lessicali e definitori ovvero di cosa si intenda per Agromeopatia in relazione ai diversi approcci usati in agricoltura che vedono al centro dell’interesse la cura omeopatica. Questi aspetti hanno un risvolto significativo per via dell’interpretazione che viene data e ai termini che possono riferirsi al Metodo in se’, oppure estesa a un sistema di conoscenza più articolato. In questo ambito i vari elementi: l’Agronomia, l’Ecologia (ambiente-biodiversità), la Biologia, e l’Approccio sistemico, sono stati relazionati tra loro.

I termini assumono pertanto un significato sostanziale che parte dalla componente concettuale e finisce a quella applicativa. La realtà in cui si muove l’Agromeopatia e altri analoghi sistemi come la biodinamica, evidenzia la sostanziale diversità rispetto all’agricolture convenzionale.
Le coltivazioni intensive producono grandi quantità in tempi ridotti e con una qualità spesso scadente, utilizzando sostanza chimiche tossiche per sterilizzare le colture. L’Agromeopatia invece si propone di produrre quantità proporzionate alla natura dei terreni, alle condizioni pedoclimatiche, rispettando le biodiversità, ponendo la massima cura alla qualità, evitando l’uso di pesticidi.

Il mondo istituzionale

Anche nel mondo istituzionale stanno avvenendo delle prese di posizione sul ruolo dell’alimentazione nella prevenzione e nel percorso di cura. Non solo la nutrizione, elemento cardine per la salute, ma temi come l’uso dei pesticidi in agricoltura, la presenza di sostanze tossiche nei materiali plastici e l’inquinamento urbano sono riconosciuti come fattori determinanti della salute pubblica.

Queste posizioni mal collimano con la produttività e la commercializzazione degli alimenti. In altre parola la palla passa all’economia e ai mercati. Se non ci sono riconoscimenti e finanziamenti per la ricerca e la promozione dell’Agromeopatia è perché l’industria agro-alimentare (insieme alla farmaceutica) si oppone per evidenti interessi economici.

I pesticidi

Per quello che si può vedere anche negli altri paesi come il Brasile, le limitazioni dello sviluppo dell’Agromeopatia sono essenzialmente dovute a questioni macroeconomiche. L’impiego dei cosiddetti pesticidi attualmente utilizzati (insetticidi, fungicidi, diserbanti, anticrittogamici ecc.) è largamente responsabile di patologia gravi e mortali. Patologie oncologiche, neurodegenerative, endocrine, allergiche ecc. possono aver come causa anche rilevante il consumo di pesticidi. Se un futuro senza chimica è nel mondo dell’utopia, almeno le nazioni dovrebbero proteggere adeguatamente la popolazione e non solo sulla carta. Lo sviluppo dell’Agromeopatia potrebbe anche nel nostro paese, contribuire a migliorare la qualità degli alimenti e a proteggere i consumatori.

Pesticidi vietati e politiche agricole

Lo strapotere dell’industria agro-alimentare viene esercitato sui governi nazionali, sull’OMS e sulla Comunità Europea. Questo strapotere finisce per soffocare alla fonte ogni normativa che salvaguardi la salute. Addirittura non solo i pesticidi fanno parte del nostro cibo quotidiano (a volte anche in quello certificato bio) ma sono in espansione e di fatto incontrollati.

Un esempio reale è quello che riguarda i pesticidi vietati. Nonostante le rassicurazioni e le promesse della Commissione Europea, l’esportazione di pesticidi vietati è in forte crescita. A rivelarlo è una ricerca di Unearthed  and Public Eye, che porta alla luce numeri impressionanti. La recente inchiesta rivela che l’Ue ha raddoppiato dal 2018 l’export di pesticidi vietati arrivando a 122.000 tonnellate nel 2024. Si tratta quindi di un processo progressivo e incontrollato. La pratica illegale si fonda apparentemente su un evidente deficit normativo: quando una sostanza viene bandita dalla UE perché pericolosa, le aziende restano libere di produrla ed esportarla verso Paesi terzi.

Un assurdo normativo che rende assolutamente logico l’effetto boomerang, è il fatto che frutta e verdura che importiamo in Europa siano contaminati dalle stesse sostanze esportate. Le esportazioni dei numerosi pesticidi commercializzati vede che il 58% delle spedizioni è destinato ai paesi a basso o medio reddito, dove mancano controlli adeguati e le conseguenze sanitarie e ambientali sono devastanti. Il Brasile, così ricco di biodiversità, risulta il principale importatore.

Conclusioni

Come può crescere o solamente sopravvivere l’Agromeopatia in un contesto così avverso, lacunoso e sfavorevole? È impensabile che la UE non provveda a fermare queste pratiche senza preoccuparsi della salute della popolazione. Non si tratta di aspetti secondari o trascurabili. È impensabile che la UE non sia a conoscenza che in altri paesi esistano delle norme diverse e che i pesticidi vietati rientrino da altri paesi dopo essere processati e lavorati altrove. In questi atteggiamenti è evidente il dolo e si cerca di fare in modo di non affrontare come e quanto gli interessi industriali prevarichino quelli della salute pubblica.

La possibilità che l’Agromeopatia e altre pratiche agricole come l’agricoltura biodinamica e quella biologica possano diventare praticabili e sostenibili economicamente, secondo tali presupposti, dipende dall’assetto economico del mercato, dai finanziamenti pubblici e dagli spazi normativi che tuttora sono negati. Diffondere l’Agromeopatia nelle pratiche agricole locali e dare la possibilità agli utenti che si curano con l’Omeopatia, di accedere a informazioni  utili per trattare orti, campi e piante, potrebbe essere un atto che contrasta il “monopolio” dell’industria agroalimentare e della impianti zootecnici. Come recentemente illustrato anche in Italia con la recente pubblicazione di Di Lorenzo, Dinelli, Marotti e Trebbi, viene ribadito il superamento di una visione antropocentrica, con l’invito a ripensare la fattoria non come a un insieme di elementi da gestire separatamente, ma come un organismo complesso da sostenere, in cui l’Omeopatia diventa parte di un equilibrio ecologico più ampio e armonioso tra il mondo vegetale, animale e umano.

SITOGRAFIA

https://ilsalvagente.it/2025/09/24/export-tossico-il-business-europeo-dei-pesticidi-vietati/

https://ilmanifesto.it/leuropa-impesta-il-resto-del-mondo

https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/pesticides

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