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19 Luglio, 2020

Omeopatia, epidemie e scoperta dei vaccini

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L’Europa è colpita tra il Settecento e l’Ottocento da ripetute epidemie di vaiolo. In Germania il testo di Jenner (1740-1823) con i primi risultati viene pubblicato nel 1799. Jenner nel 1782 aveva descritto tre forme di vaiolo, smallpox, umano, cowpox, bovino e grease, equino dal quale, per contagio forse, provenivano gli altri due. La terapia dell’epoca era la variolizzazione, che presentava effetti collaterali importanti o addirittura risultava inefficace. Unico dato certo la quasi assenza di malattia negli allevatori di bovini ed equini.  Nel 1796 Jenner scrive una lettera dove racconta di un giovane che aveva avuto un’iniezione di pus dalle pustole di una donna infetta da cowpox.

Quindi un contatto uomo-uomo. Il giovane era già stato sottoposto alla variolizzazione senza effetto. Nel 1798 due bambini vengono inoculati da Jenner uno di grease, che forse morì e l’altro di smallpox che, sviluppa una forma di cowpox. Jenner comunica i risultati alla Royal Society di Londra ma ebbe risposta negativa perché il sistema proposto non sembrava certo. Jenner allora scrive nel 1798 i risultati ottenuti in Inquiry into cause and effects of variolae vaccinae che verrà tradotto in tedesco.

Hahnemann (1755-1843) ufficiale sanitario a Gommern nel 1794, certamente ha visto le epidemie sul campo. È molto attento alla prevenzione se nel 1792 scrive, Su una febbre catarrale dall’agosto 1780 al febbraio 1781. Hahnemann osserva e questo è punto fondamentale per conoscere e prevenire. Nel 1792-1795 pubblica Amico della salute, dove descrive misure di igiene e soprattutto nella seconda parte di prevenzione. Consiglia l’isolamento, il distanziamento, evitare luoghi affollati e chiese, fare attenzione ai detenuti e agli scolari che non devono fare assembramenti, areare le case, far bollire i vestiti, persino le monete fumigandole poi con lo zolfo. Lavarsi ripetutamente le mani, non bere dalle stesse suppellettili e non utilizzare acque di origine sconosciuta.

Hahnemann nella nota 1 al §285 dell’Organon, dice che la prima cosa che il medico deve fare nei confronti del paziente è di essere scrupoloso. Oggi diremmo che in scienza e coscienza deve prescrivere la terapia migliore per quell’individuo in quel determinato momento, come se curassi me stesso. E’ stata questa la ragione che l’ha spinto nel 1790 ad abbandonare la professione, non conoscendo la vera natura dei farmaci che prescriveva. Per questo nei § 20-21, sottolinea la necessità di sperimentare sull’uomo sano, il medicamento altrimenti, incomprensibile. Per Hahnemann è sempre importante la valutazione delle condizioni individuali di salute, §31.

Hahnemann conferma l’importanza della vaccinazione di Jenner ritenendola una dimostrazione della validità della legge dei simili.. Nel § 46 dell’Organon, “Il vaiolo umano che sopraggiunge al vaccino lo tronca del tutto omiopaticamente” e nella nota,” questo sembra essere il motivo de fenomeno benefico e meraviglioso che dopo la diffusione della vaccinazione jenneriana il vaiolo non è più comparso epidemicamente così maligno.”

Hahnemann inizia a interessarsi alla scarlattina dal 1788.  La sua risposta preventiva e curativa a Jenner è scritta nel, durante un’epidemia. È come se l’epidemia fosse un individuo e i sintomi comuni determinassero il rimedio. In realtà il vaccino jenneriano è un’intrusione di un materiale organico patogeno nel corpo umano, che non corrisponde del tutto al principio di similitudine. A pensarla in questo modo è Hufeland (1762-1836) che, pur essendo uno strenuo difensore della vaccinazione ne riconosce i limiti. Come del resto Hahnemann che tema possa risvegliare malattie antiche, consigliando nella vaccinazione jenneriana l’utilizzo del cowpox. Hufeland difende il metodo di prevenzione di Hahnemann sollecitando in un articolo del 1807 l’utilizzo di Belladonna come prevenzione per la scarlattina senza polemizzare sulle dosi, guardando piuttosto ai risultati che riassumerà nel 1826 in Il poter preventivo di Belladonna nella scarlattina soggetto a diverse osservazioni.

 

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