Di recente c’è chi ha menzionato i grani antichi definendoli addirittura “una bufala che truffa il consumatore”. Ma le informazioni disponibili dimostrano che i detrattori hanno torto, come spiega Giampaolo Usai in un documentato articolo pubblicato da L’Indipendente. Usai fa riferimento a un comunicato stampa dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, «dal tenore molto perentorio e provocatorio: I grani antichi sono una bufala che truffa il consumatore». E parte da qui per analizzare le informazioni disponibili proprio sulle proprietà e caratteristiche dei grani antichi.
«Per l’Accademia Nazionale di Agricoltura la commercializzazione dei prodotti a base di grani antichi “è una strategia commerciale che si basa su una narrazione ingannevole: non sono sostenibili per l’ambiente, salubri per la salute e vengono venduti a prezzi più alti senza motivo” – scrive Usai su L’Indipendente – Questa conclusione perentoria e dissacrante dei grani antichi è giunta al termine di un incontro tenutosi presso l’Accademia il giorno 23 Ottobre 2023. L’incontro ha tentato di analizzare “luci e ombre delle tipologie di frumento dette grani antichioggi presenti sul mercato”. All’incontro ha partecipato il Prof. Luigi Cattivelli, Direttore del Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA, autore anche del volume Pane nostro. Grani antichi, farine e altre bugie presentato durante il dibattito. Il CREA è un ente pubblico governativo e la sigla sta per Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria».