L’Effetto Maharishi

23 Luglio, 2023
Tempo di lettura: 5 minuti

Tempo fa leggevo un interessante libro sull’effetto Maharishi. Ne avevo sentito parlare già molti anni prima e letto alcuni approfondimenti sull’argomento, ma il testo in questione ne dava un approccio più vasto e dettagliato.

Si racconta di come la meditazione di gruppo, unito ad uno specifico obiettivo da raggiungere e una potente visualizzazione, può modificare a un livello sottile i campi energetici di situazioni reali personali o sociali cambiandone il corso: in poche parole come un cambio della coscienza individuale influisce su quella collettiva e le sue espressioni.

La meditazione trascendentale

Maharishi Mahesh Yogi

La tecnica applicata è quella della Meditazione Trascendentale che fu elaborata dal Maestro e Guru Maharishi Mahesh Yogi, nato nel 1942 e laureatosi in fisica presso l’Università di Allahabad, tecnica che ebbe moltissimi seguaci tra i VIP degli anni 60-70 (Beatles, Mia Farrow, Clint Eastwood, etc.).

Un esperimento molto interessante fu condotto per un certo periodo di tempo a Washington D.C. nel 1993 dove c’era un alto tasso di criminalità. Un gruppo di persone meditò con lo specifico obiettivo di portare pace nell’area creando uno stato di coerenza dinamica lungo un periodo di due mesi e alla fine dell’esperimento, si riscontrò una diminuzione significativa (-23.3%), degli episodi criminali o di violenza, misurato statisticamente.

Entanglement quantistico e meditazione

Non analizzo ulteriormente quell’episodio limitandomi a ricordarlo storicamente, ma è sempre più evidente, alla luce delle nuove acquisizione della fisica quantistica e degli antichi insegnamenti di tanti Maestri o delle tradizioni culturali di antiche etnie, che il mondo è UNO e siamo tutti collegati, sia a livello fisico che energetico. (Vedi, per esempio, il principio di “non-località” espresso in modo specifico nell’Entanglement quantistico per il quale due particelle entangled, si comportano come se una sapesse istantaneamente che cosa succede all’altra, anche se sono fisicamente distanti e separate).

Questo è sempre più visibile attraverso il cambiamento climatico e le azioni che vengono fatte in altre parti del Pianeta che inevitabilmente si ripercuotono su tutti i suoi abitanti, animali e piante compresi.

Kincentric ecology

Da poco sono entrato in contatto con una nuova parola inglese “kincentric ecology” non facilmente traducibile in italiano, che esprime il passaggio da una vecchia visione antropocentrica ad una visione unitaria allargata e più corretta che considera ed include nella vita ed espressività del Pianeta, oltre agli essere umani, anche animali, piante, minerali.  Tale parola è stata attribuita a Enrique Salmon, professore del Dipartimento di Studi Etnici (Etnobiologia, Agroecologia, Conoscenza Ecologica Ancestrale), della California State University, per descrivere il concetto di “iwígara” nel linguaggio Rarámuri, gruppo indigeno etnico del Messico, da cui discende. In questa parola la cultura indigena esprime il concetto che il mondo naturale è solo una parte di una complessa e sofisticata comprensione che unisce territorio, biodiversità e cultura ancestrale locale.

In poche parole, gli esseri umani non possono più considerarsi i soli depositari o fruitori degli spazi e della vita su questo pianeta, ma  esso appartiene a tutte le creature viventi e non, includendo i minerali. Non c’è nulla che sia fatto in una parte del pianeta o ad una sua creatura che non si ripercuota, in una maniera forse ancora per noi incomprensibile, a tutto il sistema. E parlando in maniera diretta, la Vita ci osserva nei nostri pensieri e nelle nostre azioni e tali  espressioni, misurabili in frequenze sottili, avranno un impatto energetico su tutti gli altri sistemi locali e generali, anche se pensiamo di essere nascosti tra le mura di casa.

Un futuro solidale

Voglio soprattutto dare a queste mie riflessioni un taglio positivo (di considerazioni negative sullo stato in cui versa l’umanità ed il pianeta, ne abbiamo tutti i giorni) considerando e ponendo l’accento sul fatto che ogni azione creativa, ogni azione di servizio e di amore, ogni iniziativa tesa a migliorare l’umana condizione o semplicemente indirizzata ad aiutare un nostro vicino, un animale ferito, una pianta, o la manifestazione di solidarietà verso una persona o un popolo o una semplice parola di conforto a chi ne ha bisogno, genererà frequenze positive che accresceranno la Forza e il Campo Energetico dell’Intero Sistema che aumenterà pertanto la sua risonanza riversandosi su tutti i suoi livelli e tutte le sue manifestazioni.

Questo è tanto più evidente e potente quando un gruppo di persone si raggruppa e consapevolmente agisce focalizzando l’intenzione  emanando onde di forza. Tali onde si possono trasformare in maree e anche in Tsunami di luce ed energia che ha il potere di cambiare il mondo delle possibilità.

Questo non solo è applicabile alle intenzioni, ma anche alle azioni più pratiche quando, sull’onda di avvenimenti particolarmente emotivi o situazioni locali esasperate, gruppi di persone si uniscono per realizzare un’idea o un sogno o impegnarsi per un fine comune. È stato sempre così, nelle più piccole o più grandi rivoluzioni storiche e sociali di questo Pianeta quando la motivazione di pochi persone dalla forte volontà, è stato capace di coagulare grandi forze (purtoppo non sempre nel bene) e modificare la Storia.

Mi commuovo sempre quando vedo volontari aiutare a salvare vite umane e non durante le catastrofi e sento parlare di “miracoli” che hanno permesso di salvare persone sepolte dopo tempi inconcepibili per le normali forze di sopravvivenza degli individui.  È mia opinione che questi fiumi di concentrazione di intenti, di altruismo e solidarietà possano essere la premessa “energetica” proprio di questi cosiddetti miracoli.

Chiarezza e consapevolezza

Tornando all’Effetto Maharishi, è evidente che ci sono alcune condizioni che vanno rispettate e comprese perché producano visibilmente l’azione desiderata: la chiarezza dell’obiettivo da perseguire, la concentrazione (o visualizzazione), la volontà di scegliere un obiettivo da migliorare, la continuità, l’aggregazione, la consapevolezza di far parte di un Campo Universale.

Secondo l’analisi dei rapporti statistici di quanto accaduto nell’esperimento di Washington, basterebbe che una piccola frazione della popolazione mondiale dedicasse una parte del proprio tempo ad agire con determinazione e consapevolezza alla manifestazione del Bene in tutte le sue forme, e perché no, a usare un po’ del proprio tempo per pratiche di autodisciplina e consapevolezza, inclusa la meditazione, o di servizio che potremmo dare a questo Pianeta un chance di riprendersi e alle future generazioni, un futuro. Tantopiù se tali azioni fossero accompagnate dalla forza dell’aggregazione, dello stare insieme nel perseguire lo stesso obiettivo, che aumenterebbe in maniera esponenziale l’energia di espressione sul Sistema.

Il Bene lavora in silenzio

Come ho scritto in un altro articolo, il Bene lavora in silenzio e, anche se non vediamo, moltissime forze stanno collaborando sottilmente perché i più nobili valori dell’esistenza si possano affermare e cambiare le sorti della terra, la nostra sorte e quella dei nostri figli. Senza più paura, senza timidezza o balbettio, è tempo di credere ed agire senza lasciarsi abbindolare dalle frottole che ascoltiamo o dalle  verità manipolate che ci raccontano, è tempo di aggregarsi per la gioia di stare insieme o di lavorare a comuni obiettivi, è tempo di invitare amici o creare nuovi amici, è tempo del servizio attivo per i più bisognosi. La paura degli altri, frutto spesso di un razzismo culturale imperante che discrimina chi ha idee “diverse” o è diverso, o frutto dell’angosciante situazione creata con l’isolamento pandemico ed il terrore del contagio, o ancora dalla solitudine frutto di una tecnologica esasperata, può e deve essere sconfitta esaltando di nuovo i valori più profondi ed antichi della cultura sociale e spirituale di tutte le tradizioni, che fa dell’abnegazione, dell’altruismo, del servizio, dell’amore per il prossimo, sebbene in un rinnovato lessico, le fondamenta di un mondo giusto e solidale. E questo aiuterà anche a sconfiggere il moderno cinismo, malattia di quest’epoca.

La medicina del sorriso e del cambiamento

In quest’ottica anche la pratica medica consapevole della sua straordinaria potenzialità di contribuire al benessere delle persone e, attraverso di esse, alle loro famiglie e ai luoghi dove esse sono inserite, apre nuovi scenari di interdipendenza donando un contributo importante per un mondo migliore, più sereno, sano e felice.

Trattare i pazienti con professionalità e competenza, senza dimenticare di ridimensionare le loro paure, di lenire le loro angosce con una semplice parola di conforto, di accompagnarli con un sorriso di speranza nel loro percorso, è un servizio meraviglioso. Ė un “Effetto Maharishi” invisibile all’occhio umano, ma non di certo ai cuori e al Sistema Unitario della Vita  nelle sue frequenze più sottili e potenti che si uniranno a quelle silenziose di tanti che continuano a credere e lottare, nonostante tutto, per il Bene creando i presupposti per il cambiamento che tutti aspettiamo e a cui dobbiamo contribuire.

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