Chiunque sia stato in un ospedale da paziente – quindi più o meno tutti – sa che i volti che ha visto più volte non sono quelli dei medici. Sono quelli degli infermieri. È stato un infermiere il primo volto che abbiamo visto quando ci siamo ripresi da un’anestesia, come la mano che ci ha sostenuto mentre soffrivamo, colui che ci ha accudito quando non potevamo fare da soli. Chi, come noi, promuove e sostiene l’Omeopatia, sa bene quanto l’aspetto umano valga almeno quanto quello medico. Infermiere ed infermieri sono una colonna sulla quale si regge il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Eppure stiamo lasciando che svaniscano.
Il crollo degli iscritti agli esami
Giovedì 14 settembre si sono tenuti gli esami per l’ammissione ai 22 Corsi di Laurea per Infermieri, Fisioterapisti, Tecnici sanitari e altre Professioni Sanitarie 2023-2024. Purtroppo il numero di iscritti è stato in fortissimo calo: -8,5%, laddove per gli scritti a infermieristica si arriva a -10,5% e per Ostetricia addirittura al -20,4%. Sono numeri drammatici, dei quali non possiamo però dire di essere sorpresi. Perché un giovane dovrebbe intraprendere un percorso universitario così difficile per poi, dopo tante fatiche, approdare a un posto di lavoro che viene continuamente svilito?
Tra le retribuzioni più basse d’Europa
Potremmo interrogarci a lungo sul motivo di questa perdita di “appeal” delle professioni infermieristiche. La realtà è che le ragioni sono tante, tutte perfettamente comprensibili e segnalate a più riprese dal sindacato di categoria, il FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche). Di certo uno dei fattori è dato dalla retribuzione, ad oggi una delle più basse d’Europa: -23% rispetto alla media OCSE. Ma in generale è la considerazione del lavoro di infermiere che è svilita, non in linea con il livello di professionalità che il personale garantisce ogni giorno, in condizioni difficilissime. Demansionati, costretti a lavorare in strutture fatiscenti, a volte addirittura aggrediti fisicamente. Una prima linea di soldati sacrificabili mandati al macello in un sistema sanitario allo sbando.
Le dichiarazioni della FNOPI
Secondo FNOPI “Senza infermieri l’Italia non avrà più un SSN degno di questo nome, ci aspetta una lunga stagione assistenziale e non saremo più in grado di garantire salute a tutti. È una prospettiva concreta, reale, che comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili”. La Federazione ritiene inderogabili i seguenti interventi:
- il finanziamento delle lauree magistrali abilitanti a indirizzo clinico per avere infermieri specialisti in grado di gestire una filiera assistenziale composta da più professionisti con livelli di competenze diversificate per rispondere ai bisogni sempre più complessi della popolazione;
- il finanziamento dei docenti infermieri (necessari a garantire la qualità formative e quindi dell’assistenza) che devono rientrare sotto il governo del ministero dell’Università e non più, come indica il Dlgs 502/1992, sotto quello delle aziende;
- la revisione dei criteri di accesso ai corsi di laurea triennali (test di ammissione separato con nuove modalità; autonomia e specificità della selezione al corso).