Un blog ideato da CeMON

10 Marzo, 2025

Salute emotiva e salute della pelle 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 3 minuti

In che modo le condizioni della pelle influiscono sulla nostra salute mentale? In che modo la nostra salute mentale influisce sulla nostra pelle e sulla salute generale?Pensando alla cura della pelle come  “cura di sé” . 

La pelle non può essere considerata semplicemente come un organo “superficiale”. Nella visione psicosomatica la pelle è molto di più: rappresenta una dimensione dove i nostri modi di essere si legano con il mondo, dove la nostra vita dialoga con l’esterno.

Ecco perché la sfera cutanea va “letta” in più modi, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che la possono affliggere. 

I comportamenti che salvano la pelle

In parte coincidono con quelli che tutelano la psiche e che ci garantiscono un modo di vivere più immediato, spontaneo, meno filtrato. Se è la pelle l’organo bersaglio di tensioni e stress è meglio “farsela amica” e, anziché combattere i suoi disturbi solo con pomate e farmaci, imparare a decodificare i suoi segnali. Relazionarsi con il mondo esterno in modo più naturale è la condizione indispensabile per guarire dalle malattie cutanee. 

Le situazioni e i momenti di passaggio sono spesso periodi di “muta psicologica” che trovano il loro corrispettivo nella pelle che manifesta.  Ad esempio, l’acne, può manifestare la difficoltà ad abbandonare la vecchia realtà, o un periodo spensierato come l’infanzia, per lasciarne emergere una nuova. 

Nei momenti di transizione ciò che più ci turba è l’incertezza, l’incapacità di definire in modo chiaro le cose e di sapere cosa ci aspetta: poiché una dose di ambivalenza accompagna tutti i cambiamenti, anche quelli in meglio, tanto vale imparare ad accettarli, evitando alla pelle di soffrire. 

Anche quando non manifesta disturbi evidenti, l’aspetto della pelle cambia continuamente: può essere pallida, arrossata, grassa o secca, spenta o luminosa. Imparare a osservarsi è una pratica che aiuta anche a guardarsi dentro. Nei periodi in cui siamo affaticati, ad esempio, anche la pelle appare stanca e spenta, mentre quando l’umore è triste diventiamo pallidi. Se a mancare è la dolcezza, la pelle si fa secca e sgradevole al tatto.

Prendersene cura ogni giorno, dopo il bagno o la doccia, massaggiando delicatamente tutto il corpo con prodotti qualitativi che rispettino la cute come gli oli biologici e gli estratti botanici, aiuta a connettersi con la parte più profonda di noi stessi, a dialogare con il proprio corpo e ad avvertire i disagi. 

Se compariranno sulla pelle all’improvviso eczemi o dermatite, o in caso di aggravamento dei soliti disturbi, saremo così pronti a riconoscere gli stati d’animo che li hanno causati. Numerose ricerche studiano le reazioni della pelle.

La cute è un organo di comunicazione: le cellule epidermiche connettono infatti la cute con la mente attraverso una complessa rete strettamente correlata al sistema endocrino e immunitario. La pelle non è una barriera statica, ma un organo densamente innervato che “parla” con il sistema nervoso endocrino e immunitario per mantenere l’omeostasi interna, ovvero l’equilibrio. Esiste dunque un dialogo continuo fra pelle, cervello e nervi periferici.

Le influenze tra il corpo (la pelle) e la mente sono bi-direzionali e la pelle potrebbe essere considerata un’interfaccia attiva neuro-immuno-endocrina: il semplice rossore associato a un’emozione forte o il pallore e il sudore collegati alla paura o all’ansia rappresentano la tipica dimostrazione del legame esistente tra pelle, emozione, percezione della bellezza e salute.

Alcuni studi si sono occupati di indagare quali fossero i benefici di un contatto pelle a pelle già tra madre e bambino dopo il parto. I risultati scientifici confermano che lo skin to skin, oltre a porre le basi per un attaccamento di tipo sicuro, favorisce lo sviluppo cerebrale. Il contatto fisico non è solo un’interazione piacevole tra la madre e il bambino, ma favorisce il normale sviluppo neurologico.

Il contatto permette, infatti, la neurointegrazione di cervelletto, sistema limbico e corteccia prefrontale.

Ma gli studi ci indicano anche che, circa all’età della pubertà, le ragazze presentano il doppio delle probabilità di soffrire di depressione rispetto agli uomini.

Questo dato è probabilmente legato alla nostra cultura oggettivante, che ci induce a valutare e tenere sotto controllo il corpo. Diventare donna significa essere trascinata in un mondo in cui il corpo viene osservato e criticato quindi ci viene chiesto di osservarci – di auto-oggettivarci – ogni istante del giorno per assicurarci di piacere. Questo rimanda la donna preadolescente e adolescente all’idea di lasciare definitivamente la Bellezza del periodo più spensierato, leggero e giocoso della sua vita. Il tutto può tradursi in problemi a carico della pelle quale organo sensoriale e di manifestazione. Il disagio può comunque manifestarsi anche nei ragazzi ad esempio con attacchi di ansia. In questa fase il ruolo della madre diventa fondamentale.

Importante educare con sensibilità i giovani a rispettare il proprio corpo, a trattarlo con attenzione, a guardarlo con occhi amorevoli e non giudicanti, al fine di non dipendere dall’idea del corpo come oggetto bensì di prezioso contenitore di un tesoro sacro: l’identità.

Altrettanto importante è l’esempio. L’educazione passa attraverso l’esempio. Vedere una mamma che rispetta il proprio corpo, che per natura cambia continuamente e richiede attenzioni diverse, e che non si ostina ad apparire per ciò che non è, con modalità e prodotti aggressivi che non rispettano la pelle, aiuterà sicuramente i figli a comportarsi nello stesso modo.

Anche la complicità nella beauty routine, sarà parte del cammino verso un buon rapporto con la salute della pelle, del corpo e con la Bellezza intesa come riflesso della Bellezza interiore e della nostra unicità.

 

2 commenti

  • Interessante articolo. Puo’ esserci un indicazione di un medicamento per lichen plano pilare al cuoi capelluto ben controllato? ringrazio e attendo riscontro.

    • Generiamosalute

      Buongiorno Luisa, in Omeopatia non basta la nosologia (il nome della patologia) per prescrivere un rimedio perchè quest’ultimo deve corrispondere al quadro totale della sintomatologia del paziente. Quello che le consigliamo è una visita omeopatica approfondita e individualizzata da un medico omeopatico esperto. Se ci indica la sua zona di residenza possiamo indicargliene qualcuno.

Lascia il tuo commento