Redazione

Nella battaglia al coronavirus il farmacista lotta in campo aperto

16 Marzo, 2020
Tempo di lettura: 2 minuti

In tempo di coronavirus abbiamo scoperto che gli operatori sanitari non sono più lassisti e superficiali, come un erroneo luogo comune voleva dipingere. Finalmente non si sentono più le critiche inutili e immotivate che vogliono il nostro sistema sanitario inadeguato e mal funzionante. Abbiamo scoperto, invece, un sistema  che seppure in grande difficoltà, è fatto da operatori preparati e mossi dal senso di responsabilità, che sostengono orari di lavoro estenuanti. Uomini e donne che usano tutto ciò che hanno a loro disposizione, compresa la loro creatività, per fare fronte ad uno scenario “inimmaginabile” fino al mese scorso.

A questa categoria appartengono degli attori invisibili, quelli che incontriamo spesso nella nostra quotidianeità. Sono i farmacisti! Sono sempre gli ultimi della catena, quelli ai quali si riconosce meno merito allo sforzo. Eppure, oggi più che mai stanno dimostrando un senso del dovere, un senso di responsabilità non meno rilevante di quello di chi lavora in ospedale. Sono in prima linea, ma non in trincea, sono il campo aperto, sono i primi presidi sanitari di prossimità. I primi ai quali ci rivolgiamo, dai quali andiamo per acquistare farmaci e dai quali più spesso riceviamo raccomandazioni e indicazioni a tutela della nostra salute.

Appena mi capiterà di andare in farmacia, devo ricordarmi di dire grazie alla mia farmacista, per tutto quello che sta facendo. Insieme a lei, oltre 100.000 farmacisti,  tutte le mattine indossano camice, guanti e mascherina per onorare il servizio che hanno scelto di donare alla comunità. Oggi più che mai si espongono ed espongono le loro famiglie ai rischi derivanti dalle loro professioni. Hanno scelto una posizione difficile, hanno scelto di presidiare il territorio, di essere il primissimo terminal sanitario della comunità territoriale. Sono pronti e preparati ad accogliere, gestire e sopratutto orientare i propri clienti verso la strata terapeutica più adeguata.

Oggi parliamo di emergenza, e di sforzo eroico, ma torneremo presto a parlare di un farmacista che più che curare clienti malati si preoccupa di mantenereli sani. Quando tutto questo sarà finito, guarderemo al nostro farmacista con occhi diversi, ricordandoci lo sforzo che ha sostenuto per essere vicino alla sua comunità territoriale…

Grazie amico Farmacista!

Desideriamo inserire anche un bel post dal blog di Farmacommunity

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