Antimonio e bottarga

4 Novembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

“Desidera? Una entrée?

Le consigliere un tagliere della casa di terra, con ricottina di Vallelata, del Caciocavallo di Isernia, del pecorino toscano e un misto salumi della nostra zona, sentirà”

Poi per primo piatto le propongo delle orecchiette baresi con guanciale e funghi porcini in bianco, oppure un risottino al tartufo di Alba, o dei ravioli di ricotta di pecora al sugo di castrato.

Come vede facciamo arrivare da tutta Italia i prodotti migliori, spaziamo da nord a sud.

Ah dimenticavo ci sono spaghetti e bottarga sarda, semplici semplici, ma deliziosi. Poi il resto del menù ovviamente…”

“Saltiamo l’antipasto, e mi dedicherei subito al primo piatto, mi attira la bottarga a cui abbinerei questo bianco di Pantelleria, che ho assaggiato quest’anno. Vedo che nella lista dei vini avete il famoso Fina Kikè.”

“Un calice di Kikè allora”

“No, una bottiglia, grazie, e niente acqua”.

Voglio bere e mangiare oggi, voglio gratificarmi di tutti gli sforzi fatti, voglio premiarmi, me lo merito. Ma in realtà ogni pretesto è buono per riempirmi a dovere.

Non nascondo che adoro viziarmi, la mancanza di cibo mi rende nervoso, non regalare al palato i miei desideri non mi si addice.

Sto bene solo “a pancia piena, satollo, ebbro”. Mi rilasso, la vita mi appare meno difficile, i problemi si attenuano di colore diventando più chiari e sopportabili, tutto si attenua, mangiando.

Spazzolato anche il secondo, un filetto di maialino in crosta con due patate vicino.

Ora aspetto un sorbetto allo champagne e poi ancora una sambuca con la mosca e il caffè.

Lauta mancia al simpatico cameriere, e sono fuori  a respirare un po’ d’aria fresca, il mio stomaco brontola aria, ma passando nella vicina pasticceria tutta vetrina, ammicco una teglia di maritozzi piccolini infarciti di panna bianca.

No basta! Penso.

Ma perchè no? in fondo uno spazietto ce l’ho ancora, giusto giusto per quel bottoncino gustoso.

Sono un debole lo so.

E così senza pudore consumo anche quella delizia.

Presto per tornare a studio, trovo una panchina all’ombra di Genova vicino al porto vecchio, e mi guardo l’addome grosso, pronunciato, aperta la giacca, con i bottoni della camicia bianca tutti scacchiati, cioè tirati che formano lacune dall’alto in basso. Slaccio la cintura. Mi massaggio il “cocomero”, come lo chiama ridendo come un pazzo mio nipote Luca.

Mangiato troppo come al solito, devo mettermi a dieta, mi sale tutto su, ahhh, esagerato oggi.

Ma ho un tubo di omeopatia in tasca! Antimonium crudum 9CH granuli. Ne prendo subito tre da sciogliere in bocca, vediamo che succede.

Me lo aveva prescritto il mio amico medico omeopata tempo fa, per i gonfiori e gli imbarazzi di stomaco.

Anzi ora gli mando un sms, se mi dà un appuntamento, devo fargli vedere anche queste brutte verruche alla pianta dei piedi che camminando mi fanno un gran male. Dovrò bruciarle mi sa.

Si è fatta l’ora di ritornare, mi alzo dondolando, ricomponendomi, lo studio è a due passi… più due, che sono quelli della pasticceria per acquistare un paio di bignè alla crema chantilly, da gustare stasera davanti alla tv.

Sono fatto così, goloso e bulimico, da anni certo, ma stavolta deciso a cambiare, se no il mio stomaco scoppia, e mi tocca fare la pipì come le donne….

0 commenti

NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

Share This