Bryonia e gli occhi coreani

9 Settembre, 2022
Tempo di lettura: 3 minuti

Ho bisogno di pulizie a casa da giorni, il mio fido filippino è corso al suo paese per la morte improvvisa dell’anziana madre di sei figli sparsi per il mondo, non tornerà prima di tre mesi.

Siamo allo sbando qui a casa, il disordine lo odio, il “fuori posto mi dà alla testa”, non lo sopporto, nonostante tenti di essere ordinato.

Prima di partire Nandi mi dà il numero di una sua “cugina”, che fa le ore, potrebbe venire lei.

Chiamo subito.

Voce sottile, italiano quasi a zero, riesco però a dare il mio indirizzo e un appuntamento che sembra aver capito almeno.

Martedì mattina ore 8 in punto suona al citofono Daisy.

“Prego, qui i detersivi, qui il ferro da stiro, qui le scope e gli stracci, qui la roba da stirare e bisogna cambiare le lenzuola e fare bene i due bagni.

Io devo andare, torno tardi, faccia 3 ore ok ? Il martedì e il venerdì, stessa ora. Tiri la porta quando esce”.

Non so se ha capito, seppur da anni in Italia a stento comprende e parla malissimo. 

Annuisce sempre con un sorriso coreano e un piccolo inchino del capo. 

Età indecifrabile, ma non più di quarant’anni, e il suo passato non so, e oggi non ho tempo di chiedere ora.

Torno, e tutto è a lucido, sembra un’altra casa. I panni stirati ordinati sul letto, la cucina cangiante, i bagni ci puoi mangiare… un fenomeno. Il profumo di una casa pulita, della mia casa.

Ma come rientro devo già riuscire altro appuntamento e prendo un tassì.

“Ciao, casetta, ci vediamo stasera e ti farò compagnia e staremo bene insieme”.

Non mi piacciono le novità, le detesto, mi piace che tutto proceda liscio come l’olio, senza sobbalzi, imprevisti, novità e tanto meno notizie spiacevoli.

Quando ero sposato era un tourbillon di avvenimenti, novità, inviti, cose da fare improrogabili, innaffia le piante, dai una mano, segui i compiti, metti a letto, dove regolarmente mi addormentavo prima dei bambini.

Ora separato, tutto si è calmato, silenzio, “pensi dottore che spengo il cellulare già in ascensore, stacco quello di casa e mi preparo la cena senza neanche le notizie del tg.

Amo il vuoto pneumatico, l’immobilità”.

Martedì e venerdì puntuale arriva Daisy, si muove silenziosa come un gatto nel pulire cominciando sempre dalla cucina. Magrissima, filiforme, indossa abiti fiorati, e un odore d’Oriente, tra la Curcuma e il Curry.

Occhi a fessura, zigomi alti, pelle liscia e scuro-pallida. Capelli neri annodati in una lunga treccia tra le scapole, con un fiore finto finale. Non mi guarda mai, ha sempre il capo reclinato verso il basso. Non le faccio domande, è imbarazzata dalla mia vicinanza e si vede. Io sono il “padrone” e non si rivolgono domande al “padrone”.

Mah….

Nandi non torna, sono passati tanti mesi e invece Daisy, che in verità incontro molto poco durante la settimana, è sempre puntuale lasciando dietro di sé profumi di incensi.

Le vorrei parlarle, portarla a cena fuori, perché no, strabiliarla con i miei racconti metropolitani, e ascoltare i suoi di quando era piccola.

“Ma è più forte di me dottore, amo la casa, la sera come i giorni di festa amo stare in pantofole, l’immobile. 

Sono depresso ? Sono invecchiato? 

Sì, sono da lei per una cura naturale per i miei dolori articolari e muscolari che da tempo soffro, è solo lo star fermo o premermi dove mi fa male mi dà sollievo. 

Reumatismi certamente, ma le mie ultime analisi molto approfondite sono del tutto negative”.

Bryonia Dynamis 06/30LM capsule, una al risveglio.

Ristorante da Alfredo, ora di cena.

Delicatissima, dolcissima, educatissima, quando parla bisbiglia, mangia pochissimo assaporando i cibi, con quel fascino di oriente che solo l’Oriente possiede. 

Poi senza dir nulla, distende la sua mano piccola e magra, sulla mia posata sulla tovaglia bianca, fa il giro del tavolo, mi si siede sulle gambe e ride luccicante senza far rumore.

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