Melanie entrò nello studio di Hahnemann, sorrise al marito e disse:- Caro, voglio un bambino.-
– Andiamo subito in camera da letto!- Rispose l’eccitato medico tedesco, da tempo costretto dalla moglie ad una lunga e immotivata astinenza sessuale.
– Cos’hai capito?- S’indignò Melanie, restia ad avere rapporti con un vecchietto di più di ottanta anni.- Io voglio adottare un bambino.-
Hahnemann: – Dove andiamo a prenderlo?-
Melanie: – Non ti preoccupare, lui è già qua. Si trova nella stanza accanto.- In quel momento dall’anticamera iniziarono a provenire terrificanti rumori di vetri infranti, stoffe lacerate e legno fatto a pezzi. Quando i coniugi Hahnemann entrarono tutto il mobilio era stato distrutto assieme a vasi di porcellana, quadri famosi e vetrine di inestimabile valore.
– Dio mio!- Esclamò Hahnemann.- Che razza di bestie primitive sono responsabili di questo macello?-
– E’ stato nostro figlio Tarzan a compiere tutto questo.- Melanie indicò l’uomo scimmia che volteggiava da una tenda all’altra come se si trovasse tra i rami della foresta.
Hahnemann: – Hai adottato quel gorilla? Perché proprio lui?-
Melanie: – Perché è un povero orfanello, abbandonato e indifeso.-
Hahnemann:- Macché orfano, quello è un essere rozzo e primitivo che non diventerà mai un uomo civile.-
Melanie. – Perché non gli dai una cura?-
Hahnemann: – Una speranza inutile, guardalo bene: è grezzo, un po’ ritardato di mente, spinto solo da istinti primordiali quali aggredire, distruggere e mangiare. Costui non sarà mai uno di noi. –
In effetti Tarzan, affamato, aveva preso l’adorata Bibbia del medico tedesco e se la sta mangiando pagina dopo pagina.
Hahnemann: – Per questa specie di uomo bestiale e depravato, grezzo e incapace di controllo sui propri istinti, l’unico rimedio è Bufo rana. – Prese il rimedio e lo lanciò contro l’uomo-scimmia.
– Ehi, specie di orangutang dei miei stivali, prendi questo rimedio e lascia stare la mia Bibbia se non vuoi assaggiare il mio nodoso bastone sulla schiena!-
Hahnemann fu subito accontentato: la Bibbia gli arrivò veloce come un proiettile contro la fronte. Tarzan afferrò la mano di Melanie e grugnì:- Mamma!-
Melanie: – Figlio mio!-
– E io?- Balbettò Hahnemann, ancora mezzo rincoglionito dalla Bibbia ricevuta sulla fronte.
Tarzan afferrò il medico tedesco per il collo e, dopo avergli dato in mano una banana, lo chiuse in una gabbia. Si batté i pugni sul petto e gridò:- Io Tarzan. Lei mamma. Tu Cita.- Con un braccio strinse a sé Melanie mentre con l’altra afferrò una grossa liana che pendeva sul balcone. Emise il suo leggendario grido e scomparve con Melanie oltre la finestra. In quel momento entrò una splendida fanciulla dai capelli lunghi e biondi, vestita soltanto di un perizoma leopardato.
Hahnemann: – Posso esserle utile, signorina?-
La ragazza sorrise e disse:- Io sono Jane e cerco Tarzan.-
– Sono io.- Disse il medico tedesco, uscendo dalla gabbia e baciandole la mano.- Il mio nome è Tarzan Hahnemann, il più grande omeopata della foresta!-
Jane lo guardò in modo incerto. – Tarzan mi è stato descritto diversamente. –
Hahnemann: – Bè sa, la fantasia della gente spesso distorce la verità.-
Jane:- Più alto, più forte, più giovane…più uomo della foresta.-
Hahnemann: – A proposito di foresta: nella mia camera da letto tengo una collezione di splendide farfalle della foresta. Se mi segue gliela mostrerò.-
Mentre i due stavano uscendo dalla stanza, da fuori provenne l’urlo lancinante di Tarzan, molto più acuto del precedente, seguito da un grosso tonfo. Hahnemann: – Non si preoccupi, signorina, è solo un idiota che ha scambiato una liana per un semplice rampicante.-