La buona salute orale è importante per tutte le fasce di età, ma diventa particolarmente cruciale negli anziani. Con l’invecchiamento, le gengive e i denti diventano più fragili e sensibili, aumentando il rischio di carie, infezioni gengivali e perdita di denti. Eppure in Italia solo il 19% degli over 65 è in grado di sostenere i costi per una protesi dentale fissa, mentre appena il 34% riesce a comprare quella mobile. Sono i dati sconvolgenti contenuti nel 2° Rapporto su Senior e Odontoiatria redatto da Senior Italia FederAnziani e condotto dal suo Centro Studi.
L’odontoiatria per anziani è una cosa da ricchi
La mancanza di protesi dentali adeguate può avere un impatto negativo sulla qualità della vita degli anziani. La perdita di denti può infatti causare problemi di masticazione e digestione, che a loro volta possono portare a problemi nutrizionali e di salute, oltre a difficoltà a parlare correttamente e una diminuzione dell’autostima e della fiducia in se stessi. Ma la questione non si esaurisce alle sole protesi dentarie. Riguarda, più in generale, il rapporto delle persone anziane con l’igiene dentale, ed è molto preoccupante.
Anche il rapporto con il dentista è difficoltoso
Il 90% degli over 60 non si lava i denti ogni volta che mangia e spende meno di 10 euro al mese per la propria igiene orale. Rispetto al rapporto col dentista, il 49% vi si reca al massimo 3 volte l’anno, mentre il 35% ci va solo quando è assolutamente necessario. L’82% si rivolge a uno studio privato, mentre meno di uno su dieci si reca per le cure in una struttura pubblica. Il 6% utilizza i servizi di uno studio privato convenzionato, mentre solo l’1% ricorre a un centro odontoiatrico in franchising.
La necessità di un piano per l’odontoiatria sociale
Senior Italia FederAnziani si augura che l’Italia predisponga un piano strategico per l’odontoiatria sociale. Lo scopo è permettere alle persone in terza età di sorridere e ad alimentarsi in maniera corretta.In Italia, per le cure odontoiatriche, vengono spesi circa 19 miliardi di euro l’anno. Questa cifra è quasi del tutto a carico delle tasche dei cittadini, poiché il 95% delle cure viene erogato in regime di solvenza in quanto non coperto dal sistema sanitario nazionale.
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