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malattia psicosomatica
17 Agosto, 2021

Malattia psicosomatica e totalità

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Riprendiamo le ultime frasi scritte nell’articolo precedente per comprendere meglio l’esempio della vita di sofferenza di Bernardo, come esempio della vita di ognuno di noi.

Abbiamo detto che “Lo sviluppo della vita di Bernardo fu accompagnato dalla sofferenza della sua mente, del suo corpo, della sua anima e della sua vita quotidiana. E’ stata organizzata tutta una sofferenza legata prima ai reni e poi al suo camminare nella vita. Ha progressivamente sofferto di coliche renali, calcoli renali e vescicali. Lesioni uretrali e cistite ostruttiva dolorosa. I sintomi della gotta si concentrano nelle ginocchia e nei piedi. Conflitti fisici e mentali invalidanti. Fisico che creava una paralisi di tutta la vita, di tutta la libertà  di espressione e mentale che impediva al corpo di liberarsi e camminare per portarlo dove voleva andare a scoprirsi vivo. Una serie di alterazioni della sua totalità  ereditata dove possiamo leggere il senso della sofferenza di tutta la sua vita”.

Dieci anni fa, dopo una vita di continue sofferenze e continui annullamenti con la chiara e irreversibile esperienza di non avere un posto suo nel mondo, rovinato dai debiti della famiglia, di cui si è fatto carico e che ha avuto come conseguenza la fine del suo primo matrimonio, Bernardo ha trovato una nuova luce. Si innamora e inizia una nuova vita. E ci dice questo:

“Il mio attuale partner mi ha fatto sentire bene, a mio agio, senza complessi, sul sesso. Per la prima volta mi sono sentito libero, spontaneo. Essendo io ideologicamente respinto da qualsiasi segno di machismo, mi sono sempre giudicato per evitare di caderci. Con lei ho anche capito che la mia sessualità  era piena di complessi di colpa, di auto imposizioni per non cadere nell’egoismo, essere consapevole del piacere dell’altro più che del mio. Con lei, per la prima volta, mi piaceva sentirmi un uomo della specie, un maschio in un senso primitivo, che non doveva essere di dominio o di mancanza di rispetto. Anche se è difficile per me parlarne, penso che sia significativo. Nei primi due anni della nostra relazione eravamo distanti 700 chilometri e ci vedevamo ogni due o tre settimane. E’ stato molto intenso, come essere in vacanza, senza niente da discutere, ma con molta tristezza quando ci siamo separati. Quando tornavo mi sentivo molto creativo, molto sociale, mi piaceva incontrare persone, organizzare attività . Nel terzo anno la mia compagna è riuscita a trasferirsi alla mia città . E’ stato in quel periodo che ho iniziato a notare che, quando urinavo, lasciava dei piccoli punti rossi sul water. Ma urinavo senza problemi, con un buon flusso, di colore giallo chiaro, senza urgenza. Quando quei piccoli punti hanno cominciato a diventare più grandi, con una sensazione di sabbia durante la minzione, fu allora che ebbi il mio primo attacco di gotta, che pensavo fosse il gonfiore del piede dovuto al morso di un ragno. Cinque anni fa, mentre viaggiavo, ho espulso una pietra, grande come un fagiolo. Ho fatto un esame del sangue e mi è stato riscontrato un alto livello di acido urico. Un’ecografia ha mostrato due calcoli nella mia vescica. Da allora è andata sempre peggio, fino ai sintomi attuali: immediatezza di urinare, a volte perdita completa di urina, dolore come se qualcosa di solido dal meato verso l’interno, urina irritante con sangue. Anche la mia vita sessuale è diminuita e da due o tre anni ho problemi a mantenere l’erezione. Lo stesso dolore dall’interno dell’uretra mi scoraggia dal tentare qualsiasi rapporto sessuale.

Penso di aver raggiunto il punto in cui non credo che mi libererò mai completamente dei miei problemi urinari. Sono molto scoraggiato. Ora vorrei solo che, se non sono guariti, almeno possono essere alleviati, e migliorare il mio umore. Vi scrivo, nonostante la mia mancanza di disciplina, perché credo ancora nel miglioramento. Il gonfiore del mio ginocchio sinistro, sia per la gotta che per una specie di distorsione durante la mia escursione nella boscaglia, è durato molto più a lungo di altri attacchi acuti di gotta. Anche se negli attacchi precedenti, un attacco acuto di gotta significava che non avevo sintomi di problemi di minzione, questa volta li avevo entrambi. Questo ha aumentato il mio scoraggiamento. Senza trattamento, il gonfiore è scomparso, anche se ho avuto ancora due settimane di fastidio al ginocchio sinistro, che è diventato doloroso quando si scendono le scale. I problemi urinari sono aumentati. Non sento alcun fastidio solo quando mi siedo. Ogni volta che esco ho delle perdite, anche grandi. Posso urinare prima di uscire e semplicemente scendendo le scale posso urinarmi addosso. Ecco perché indosso sempre un pannolino quando esco. Se vado a fare una passeggiata, il disagio aumenta molto con il movimento. Poi si sente come un filo di ferro dentro l’uretra, dall’orifizio verso l’interno. Urino un po’ sul pannolino, sempre con dolore, come per vincere una resistenza. Questo mi dà  un po’ di sollievo, che dura poco, e poi la sensazione del filo dentro ricomincia. Dopo aver camminato, urino sempre con del sangue quando torno. Questo mi rende sempre più difficile uscire, voglio stare a casa. Questo peggiora il mio umore. Camminare troppo poco mi fa anche sentire pesante e aumenta il fastidio al collo dovuto allo stare seduto per lunghe ore. Faccio molti spuntini tra i pasti, soprattutto la mattina quando sono solo. Mangio per noia o per tirarmi su. Nel pomeriggio ho voglia di cose dolci. Questo aumento dei dolci forse colpisce le mie gengive, che iniziano a gonfiarsi, con dolore alla masticazione, nei molari superiori del lato sinistro. Anche fare la pipì a casa non è facile. Fa sempre male, esce a piccoli spruzzi, come se stesse vincendo una forza che spinge verso l’interno. Nel dolore, mi alzo sulle punte, quasi in punta di piedi, e questo gesto mi dà  un po’ di sollievo. L’urina è allora senza sangue, ma torbida. Questa dipendenza e mancanza di autonomia non mi fa desiderare niente, nemmeno di scrivervi per aggiustare i farmaci per darmi sollievo. Mi sento pigro. Anche se mi alzo presto, verso le sette e mezza, passo le mattine con la sensazione di non fare nulla. Se trovo un argomento da ricercare mi esaurisco subito, non mi concentro, passo a qualcos’altro. Sento che sto perdendo la memoria, non so se è dovuto alla distrazione o alla mancanza di concentrazione. Trovo sempre più difficile fare il lavoro intellettuale di mettere in relazione le cose tra loro. Dimentico i nomi delle persone con cui ho avuto a che fare spesso. Queste dimenticanze diventano un’ossessione per ricordarle. Penso molto alla morte, più con tristezza che come preoccupazione. Mi sveglio due volte durante la notte, quattro ore dopo essermi addormentato e alle sei o sei e mezzo, questa volta senza addormentarmi di nuovo. Il sonno, a questi intervalli, è profondo. Tendo a ricordare ciò che ho sognato, quasi sempre con persone a cui sono affezionato o che mi piacciono ma che non vedo da molto tempo. L’umore per tutto il giorno è molto basso”.

Riflessioni:

1.- Il corpo parla e dice ciò che la mente tace

2,. I sintomi del corpo appartengono all’inconscio e sono rivelatori

3.- Il corpo chiede aiuto manifestando l’alterazione della totalità e facendo conoscere l’estensione, la profondità  e la cronicità , l’antichità  della sofferenza.

4.- Le tre sofferenze significative di Bernardo sono: 

a.- Gotta: una malattia metabolica con accumulo di acido urico che colpisce le articolazioni e talvolta, come nel caso di Bernardo, i reni. E’ una somma di conflitti, con la madre, di mancanza d’amore fin dall’infanzia, di conflitto di perdita di posto e di non conoscenza del proprio territorio, di collasso dell’esistenza. Mancanza di appoggio familiare e accumulo di acidi come “un mondo di emozioni negative” che dovrebbero essere eliminate attraverso l’urina e invece… si accumulano in relazione ai doveri e alla rigidità  con cui si sviluppa la vita, impedendo di “camminare” dove si vuole andare.

b.- Enuresi dolorosa e incontinenza urinaria come forma di minzione involontaria. È un conflitto di paura. separazione e territorio. È un conflitto di grande paura all’interno di un territorio che non posso controllare o organizzare, in cui Bernardo si è sentito molto impotente fin da bambino. Pieno di sensi di colpa e di isolamento senza osare vivere la sua vita. E una grande separazione in relazione alla sessualità e al padre.

L’incontinenza è un modo di marcare il territorio e di espellere emozioni residue, paure, pericoli ed emozioni represse. Un modo di rendersi presente e di chiamare e rivendicare l’attenzione negata. Un modo inconscio della totalità di Bernardo di mostrare l’incapacità  di controllare ciò che accade nella sua vita.

c.-Calcoli in vescica e uretra  sono manifestazioni inconsce per Bernardo di ciò che nel profondo ha vissuto e vive, senza sapere come risolvere. Il suo corpo accumula e accumula facendo “calcoli” per vivere. Calcoli per poter riconoscere ciò che gli appartiene, ciò che non vuole perdere, ciò che vuole essere riconosciuto. Bernardo ha paura di essere criticato e questo lo ha fatto diventare sottomesso, indeciso, impotente. Questo stesso atteggiamento gli ha fatto “accumulare delusioni”. Ha sempre sentito in silenzio che la vita è ingiusta per lui.

Non lo dice. Lo sa, lo sente. Ma il suo corpo gli ripete in mille modi di cercare aiuto. Mentre a poco a poco costruisce un nuovo “modo di essere e di stare” nel mondo secondo la realtà: INACCETTABILE E INCOMPATIBILE con la vita reale.

Questo corpo spinge e spinge per correggere le sofferenze del tutto attraverso un dolore localizzato e particolare. Un dolore che è sempre dolore… ma che chiede e parla di poter “smettere di far male”.

Oggi Bernardo è stato operato per i calcoli che l’organismo chiedeva di eliminare ma non era in grado di farlo da solo.

Come è stato scritto prima, tutto è stato risolto in modo fisicamente stupendo con la solita straordinaria profondità  e precisione con cui lavorano i rimedi omeopatici giusti. Rimedi scelti sempre secondo la metodologia classica hahnemanniana e l’applicazione del § 153 dell’Organon. La Legge di Hering o Legge della Guarigione fu evidenziata e verificata attraverso tutte le variazioni dei sintomi presentati da Bernardo nelle diverse fasi o momenti della sua sofferenza. Sempre un’espressione della sua TOTALITÀ allo stesso tempo fisica, mentale e animica nel continuo tentativo di chiedere aiuto. Svelando tutta la complessità  della predisposizione patologica ereditata (o struttura miasmatica) e liberando progressivamente il nostro Bernardo dall’intensa sofferenza cronica di cui soffriva da anni.

Tutte le sofferenze della sua totalità fisica, psichica, mentale e spirituale sono state ruotate quando, come abbiamo visto, ha preso Aurum Metallicum e, come lui stesso ha confermato, la sua vita è guarita completamente.

All’età  di sessant’anni… Bernardo è rinato.