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29 Ottobre, 2021

Gli incontri impossibili: Hahnemann e Camillo Benso conte di Cavour

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Hahnemann e Melanie, ospiti a Torino, furono invitati a partecipare ad uno dei salotti più famosi della città, quello di Costanza Alfieri di Sostegno. Cavour avrebbe parlato dei rapporti tra Stato e Chiesa. I coniugi, non pratici della città, arrivarono in ritardo. Il primo ministro piemontese stava prendendo la parola e la sala era già piena di gente. Inaspettatamente le prime due file di sedie erano vuote. Hahnemann, felice, si posizionò proprio davanti al politico piemontese. Cavour iniziò così: – Sono figlio della libertà e a lei devo tutto ciò che sono. 

Hahnemann sbiancò e, di colpo, capì perché nessuno si fosse seduto nelle prime due file. Dalla bocca del conte usciva un mortale effluvio, un odore così nauseabondo che, in confronto, la peggior latrina della più putrida bettola di Parigi poteva sembrare il negozio di un fiorista.  Libera Chiesa in libero Stato!– Proseguì Cavour. 

Hahnemann, fazzoletto profumato premuto contro il naso, cercò di attirare l’attenzione del politico piemontese. – Pss! Pss! Signor conte! Pss! Ehi, conte, posso offrirle una mentina?- 

Cavour, infastidito, si fermò e gli spettatori iniziarono a protestare contro il medico tedesco. Melanie, seduta due file dietro, lo esortò a tacere. 

Hahnemann: – Non è colpa mia se il conte tiene in bocca una fogna!- Invitò Cavour a parlare stando più vicino a coloro che occupavano le file dietro.  

Il conte obbedì e disse:- Non so concepire maggiore sventura per un popolo colto che vedere riunito in una sola mano, in mano de’ suoi governanti, il potere civile e il potere religioso. 

Alcune nobildonne, avvertito il terribile olezzo, svennero immediatamente. Altre, istintivamente, sollevarono la lunga gonna per coprirsi il naso. I mariti di quest’ultime s’indignarono con alcuni ufficiali, colpevoli di avere sbirciato le gambe nude delle mogli. Ne nacque una lite a cui seguirono spintoni e minacce. Alcuni si sfidarono a duello. Furono scelte le armi e i padrini. 

Hahnemann si rivolse a Cavour. – Siete un politico, dite qualcosa prima che qualcuno venga ucciso.- Cavour: – La grande politica è quella delle risoluzioni audaci.- 

A quel punto, un ufficiale e un parlamentare si puntarono le pistole l’un contro l’altro, presero la mira e fecero fuoco. Il primo, colpito al piede, iniziò a guaire peggio di un cagnolino bastonato, mentre l’altro, colpito all’inguine, ottenne subito un grande successo intonando canti di Natale per voci bianche. 

Hahnemann decise di intervenire. Versò in bocca a Cavour alcune gocce di Carbolicum acidum, poi lo convinse a parlare stando inginocchiato sopra una poltrona, con la faccia rivolta ad una finestra aperta e il fondoschiena girato verso il pubblico. 

Cavour, un po’ a disagio in quella posizione, disse: – Ho lo spirito molto elastico, e credo di sapermi adattare a qualsiasi posizione. La sola cosa che non potrei guardare senza fremere, sarebbe una vita perfettamente oziosa oppure unicamente speculativa. 

– Hahnemann, alzando le spalle, rispose: – Cercate di capire, signor conte: Torino è il paese del mondo ove si giudica meno bene la posizione politica. –