Probiotici in antibiotico terapia
Il problema della antibiotico-resistenza e delle infezioni correlate all’utilizzo di antibiotici, è ormai noto; si calcola infatti che nel 2050 i decessi dovuti all’antibiotico-resistenza saranno circa 10 milioni e avranno un impatto sull’economia mondiale di circa 100.000 miliardi di dollari[1].
L’uso massiccio degli antibiotici in zootecnia, una mancata valutazione dell’effettiva necessità dell’impiego di questi farmaci ed una deriva che va verso una sorta di automedicazione, hanno condotto negli anni a fenomeni di resistenza da parte di ceppi batterici capaci di generare infezioni di grave entità.
Il problema, pienamente avvertito anche nella nostra nazione, ha spinto l’agenzia del farmaco, ad avviare delle campagne sull’uso “responsabile” degli antibiotici, culminate con la pubblicazione del “Manuale Antibiotici AWaRe”[2] .
Una parte della comunità scientifica si sta orientando nella realizzazione di studi che investighino su un possibile ruolo dei probiotici, in terapia combinata con antibiotici, nella riduzione delle diarree associate all’utilizzo di antibiotici e, cosa ancora più importante, nel ruolo di questi microrganismi nella prevenzione dello sviluppo di patogeni opportunisti dopo terapia antibiotica.
Gli Studi
In questo campo è interessante considerare tre studi condotti in doppio cieco versus placebo, in cui si è testata l’attività di uno specifico mix probiotico il Lab4[3], composto da L. acidophilus CUL60, L. acidophilus CUL21, B. animalis subsp. lactis CUL 34 e B. bifidus CUL 20.
Il “C. difficile trial”
Il primo di questi tre studi, chiamato “Cambridge Clostridium Difficile Study”[4] , aveva l’obiettivo di valutare l’efficacia della somministrazione di probiotici Lab4 nella prevenzione della diarrea associata al Clostridium difficile (CDAD) nei pazienti anziani, in terapia antibiotica.
Presso l’ospedale di Addenbrookes, nel Regno Unito, a 150 pazienti sottoposti ad antibiotico terapia, è stata somministrata per 20 giorni una capsula contenente 25 miliardi di UFC di probiotici Lab4 (o di placebo). A tutti è stato effettuato un prelievo fecale al giorno 0 e giorno 20 e sono stati monitorati 3 parametri:
- Incidenza di C. difficile,
- Incidenza delle tossine di C. difficile
- Incidenza della diarrea associata a C. difficile
I dati hanno evidenziato che sebbene il primo parametro fosse simile nei gruppi placebo e attivo (13% vs. 15,9%), nel gruppo attivo la presenza di positivi alle tossine associate al C. difficile fosse significativamente più bassa di quella del gruppo placebo (46% vs 78%) e che la comparsa di diarrea associata al C. difficile fosse evidentemente inferiore nel gruppo attivo (18% vs. 67%).
Il “Cambridge trial 1”
Il secondo studio, il “Cambridge Probiotic/Antibiotic Trial 1”[5], ha studiato l’effetto dell’integrazione del probiotico Lab4 sulla composizione del microbiota intestinale e sulla prevenzione della crescita eccessiva di microrganismi patogeni in risposta alla terapia antibiotica.
I pazienti in terapia antibiotica contro H. pilori, suddivisi in tre gruppi, sono stati sottoposti alla seguente schema terapeutico:
Gruppo | Giorni 1-7 | Giorni 8-15 |
1 | Antibiotico + Placebo | Placebo |
2 | Antibiotico + Placebo | Probiotici Lab4 |
3 | Antibiotico + Probiotici Lab4 | Probiotici Lab4 |
La dose somministrata di probiotico era una capsula contenente 25 miliardi di UFC di Lab4 al giorno.
A tutti i pazienti sono stati effettuati dei prelievi fecali nei giorni 1 (controllo), 7,12,17 e 27.
I risultati finali riportano che il numero totale di anaerobi facoltativi è significativamente accresciuto nei pazienti trattati con antibiotici e placebo alla fine del trattamento antibiotico (*P<0,05) ed è rimasto alto dopo la terapia antibiotica (*P<0,05) (Gruppo 1). Il numero è aumentato significativamente nei pazienti in terapia antibiotica e con placebo alla fine del trattamento antibiotico (*P<0,05), ma è diminuito significativamente dopo l’introduzione della supplementazione con i probiotici Lab4 dopo l’antibiotico (*P<0,05, Gruppo 2) ed, infine, è rimasto stabile nei pazienti che hanno assunto antibiotici e probiotici Lab4 per tutto il periodo di studio (Gruppo 3).
Il “Cambridge trial 2”
Il terzo lavoro “Cambridge Probiotic/Antibiotic Trial 2”[6] , ha studiato, infine, l’effetto dell’integrazione dei probiotici LAB4 sulla resistenza agli antibiotici nella popolazione del microbiota intestinale ricresciuta dopo la terapia antibiotica.
A 155 pazienti in terapia antibiotica per H. pilori, è stata somministrata, per 21 giorni una capsula contenente 25 miliardi di UFC dei probiotici LAB4 (o placebo nel gruppo controllo). Sono stati effettuati dei preliavi di campioni fecali ai giorni 1 (prima della terapia antibiotica), al giorno 7 (fine della terapia cona antibiotici) e al giorno 35 (4 settimane dalla fine della terapia con antibiotici).
I ceppi valutati erano gli Enterobatteri, all’inizio, circa il 18% dei pazienti aveva livelli rilevabili di enterobatteri resistenti agli antibiotici.
Dopo lo studio, nel gruppo di controllo il 100% dei pazienti ha sviluppato livelli rilevabili di Enterobatteri resistenti agli antibiotici, mentre solo il 30% del gruppo Lab4 aveva livelli rilevabili di Enterobatteri resistenti agli antibiotici.
Conclusioni
Questi lavori dimostrano che l’integrazione con i probiotici può ridurre l’incidenza della diarrea da C. difficile nei pazienti ospedalizzati, può, in concomitanza con la terapia antibiotica, ridurre la crescita eccessiva di batteri indesiderati e potenzialmente dannosi sia durante che dopo la terapia antibiotica e può ridurre sensibilmente il livello di resistenza agli antibiotici.
In conclusione, la presenza di studi conferisce notevole importanza all’integrazione probiotica, evidenziando come l’uso sistematico di questi prodotti in associazione alla terapia antibiotica, possa migliorarne gli effetti e ridurre sensibilmente il grave problema della antibiotico-resistenza.
Per gentile concessione di HiMed – Anno 14, Numero 1 – Maggio 2023