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27 Dicembre, 2024

Lettera da Giovanna

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Carissimo dottore,

ha ragione ad essere arrabbiato con me e non voglio giustificare questa mia riluttanza ad assumere il rimedio che lei mi ha prescritto, Veratrum album, non per una mancanza di fiducia nei suoi confronti ma per il fatto che le visioni di cui soffro per me sono normali. Infatti, fin da bambina, a chi mi chiedeva se io vedevo gli angeli, rispondevo: – Essi vengono spesso tra gli uomini senza che nessuno li veda; io stessa li ho visti molte volte in mezzo alla gente. – Non credo, come molti mi accusano, di soffrire d’identità paranoide o di deliri religiosi, anche se in certi particolari momenti, lo ammetto, mi sento una salvatrice dell’umanità, un profeta che guida la gente verso la redenzione. Ma, al di là delle motivazioni religiose, io so di avere una missione altissima da compiere nella vita quindi, più che un essere divino, io mi considero un’eroina e,  se dovessi pensare a un nome da darmi, al posto di Giovanna, vorrei chiamarmi Wonder Woman, Catwoman o  Batgirl.

Comunque al di là delle mie particolari sensazioni, da quando sono giunta, alcuni giorni fa, in questa piazza, io mi sento meglio, anche se il malumore della  gente, che covava sotto la cenere, inizialmente mi facesse sentire molto a disagio, al punto che stavo per domandare di essere trasferita in un altro luogo. Poi però tutto è cambiato, appena è arrivato lui, il costruttore, l’uomo che ha  infiammato il mio bollente spirito. E lei sa, caro dottore,  lei sa benissimo che l’essere focosa fa parte della mia indole. La scintilla dell’amore è scoccata subito,  alla comparsa di questo strano, ma affascinante individuo,  un architetto geniale che passa tutto il suo tempo a compiere meravigliose costruzioni in legno, magnifiche opere d’arte, come le definisce il pubblico che viene ad ammirarle, destinate a suscitare l’applauso di cavalieri e nobili che tra poco riempiranno questa piazza.  A essere sincera, all’inizio mi ero un po’ indispettita con questo artista poiché, nonostante io gli parlassi, lui, assorto com’era nel suo lavoro, non mi degnava di uno sguardo, poi m’irritava quel fragore di sega e di martello che usava con tanta forza. Tuttavia, a lavoro terminato, finalmente lui si è accorto di me e, contrariamente a come viene descritto da molti, non è così scorbutico anzi è un giocherellone pieno di battute divertenti e maliziose. – Io, adesso, farò ardere ogni tuo desiderio.- Mi ha sussurrato poco fa, invitandomi a salire sulla sua splendida costruzione. Ho obbedito e,  appena giunta in cima, ho sentito immediatamente il calore dell’amore bruciare sulla mia pelle come mai mi era accaduto.

Lo so  che questi miei impulsi già altre volte mi hanno procurato dei guai ma, a rischio di scottarmi nuovamente, io mi esporrò ancora alle fiamme della passione, desiderando perdutamente questo amante infuocato, senza prestare attenzione agli epiteti volgari che alcuni della folla gli rivolgono, come quella di definirlo “il boia maledetto”.

Caro dottore è giunto il momento di salutarla, io resto qua ad attendere il mio grande  amore, l’unico in grado di accendermi come un tizzone ardente.

Con tanto affetto e riconoscenza

Giovanna d’Arco da piazza del Vieux-Marchè

Rouen

30 maggio 1431