La Malassezia è un lievito molto simile alla più nota Candida, e che fa parte della grande famiglia dei funghi e che vive naturalmente sulla pelle umana, di cani, gatti ed altri animali.
Negli esseri umani si rinviene soprattutto in aree cutanee ricche di ghiandole sebacee come, ad esempio, a livello del cuoio capelluto, del viso, del torace e della schiena.
Nel cane e nel gatto si ritrova sempre a livello della cute, in particolare a livello dei condotti uditivi, naso, mucose orali, superfici perianali, sacchi anali, e vagina, e si ritrova anche sulla cute di animali sani, persino sull’epidermide di cuccioli di appena tre giorni.
La Malassezia si nutre di grasso ed è per questo che si trova in aree ricche di ghiandole sebacee. In condizioni normali quindi, la Malassezia fa parte della flora cutanea e non causa problemi, ma in determinate circostanze può proliferare eccessivamente dando luogo a varie patologie dermatologiche.
Negli esseri umani l’eccessiva crescita di Malassezia è associata ad alcuni disturbi dermatologici, come la dermatite seborroica, l’eccessiva produzione di forfora, la Pityriasis versicolor e la follicolite da Malassezia. Alcune condizioni particolari favoriscono la sovra crescita di questi lieviti, come umidità, calore, alterazioni immunitarie, squilibri del microbiota cutaneo e aumento della produzione di sebo.
Nel cane e nel gatto la presenza di poche unità di Malassezia sulla cute è considerata normale e, come accennato, anche cani e gatti sani ne hanno la presenza in determinate aree cutanee; quando però il loro numero aumenta si ha la comparsa di patologie dermatologiche anche in questi animali.
Le razze che naturalmente producono più sebo, come ad esempio i molossoidi, sono maggiormente predisposti, ed alcune razze risultano particolarmente colpite, come il Cocker americano, lo Shih-Tzu, il Setter Inglese, il West Highland White Terrier, il Basset Hound, i Barboni toy e nano, il Boxer, il Cavalier King Charles Spaniel, il Bassotto ed il Pastore Tedesco, suggerendo che vi sia anche una componete genetica che predispone alla patologia.
Tra i gatti quelli maggiormente a rischio sono i Persiani, gli Sphynx o gatti nudi, i Devon e Cornish Rex. In questi felini, oltre alla componente genetica, ci sono particolari condizioni cutanee, come le pliche sul muso dei Persiani e l’eccessiva produzione di sebo nei gatti di razza Sphynx.
Cosa predispone all’infezione da Malassezia?
Le cause che creano le condizioni adatte all’eccessiva moltiplicazione del lievito sono molteplici; tra queste:
- alterazioni del microbiota cutaneo
- aumento dell’umidità di alcune aree cutanee
- clima caldo
- presenza di numerose pliche cutanee
- trattamenti antibiotici prolungati
- concomitanza di altre infezioni cutanee
- malattie del sistema immunitario
- allergie cutanee
- squilibri ormonali che favoriscono la produzione di sebo cutaneo
- predisposizione genetica
Secondo alcuni studi nei cani con infezione da Malassezia si trovano quantità maggiori di Staphylococcu pseudo-intermedius o di S. intermedius; da questi studi si evince che i microrganismi creano l’un l’altro la condizione ideale per la contemporanea proliferazione, ed effettivamente circa il 40% dei cani affetti da Malassezia ha una dermatite stafilococcica concomitante.
Nel gatto una concomitanza con patologie immunitarie ed ormonali che alterano il microbiota cutaneo e la quantità di sebo prodotta sembrano essere predisponenti. Nel gatto in ogni caso l’incidenza di dermatite da Malassezia è inferiore che nel cane.
Come mi accorgo se il mio cane o il mio gatto hanno la Malassezia?
I sintomi da infezione da Malassezia sono diversi; il più fastidioso è il prurito, accompagnato da arrossamenti cutanei, eritemi, e aree di pelle untuosa ed il caratteristico odore sgradevole, simile all’odore di alcuni insaccati, che si sprigiona dalla pelle degli animali che ne sono affetti.
Le aree cutanee maggiormente colpite sono le pliche cutanee in ogni sede del corpo, la parte ventrale del collo, l’addome, le ascelle, gli spazi interdigitali. Nei cani e nei gatti che presentano abbondanti pliche a livello di muso e coda, come ad esempio gli Shar Pei, i Bulldog inglesi, il Bouledogue francesi ed i gatti Persiani, a livello di queste pliche le condizioni di umidità, abbondante produzione di sebo e scarsa igiene ne predispongono la proliferazione a questo livello.
Capitolo a parte appresenta l’infezione auricolare da Malassezia, ovvero l’otite da Malassezia; questa forma di otite, oltre a colpire tutti i soggetti predisposti, può colpire anche tutti i cani e gatti con padiglione auricolare pendulo o ripiegato su sé stesso, come i cani da caccia ed i gatti Scottish Fold. Le caratteristiche principali dell’otite da Malassezia sono un abbondante essudato ceruminoso maleodorante e dal caratteristico colore marrone scuro, e il prurito molto intenso. L’animale che ne è affetto può avere fastidio e tenere la testa inclinata dal lato dell’orecchio colpito. È molto importante ai primi accenni di otite da Malassezia portare il tuo amico in visita presso il tuo veterinario di fiducia, onde evitare che la patologia progredisca e divenga cronica.
Come si diagnostica la Malassezia?
La diagnosi di dermatite o di otite da Malassezia si ottiene abbastanza agevolmente anche solo attraverso la visita clinica e si può confermare con l’esame citologico a fresco, prelevando del materiale cutaneo o dall’orecchio affetto. In alcuni casi per avere la certezza il veterinario curante potrà allestire una coltura micotica, che richiede però diversi giorni per poter essere effettuata. Nel caso di otiti si può anche effettuare un tampone auricolare e ricercare oltre che i batteri, anche i miceti, tra cui la Malassezia stessa.
Come curare la Malassezia?
Molto spesso l’infezione da Malassezia è una conseguenza di una patologia sottostante, e pertanto è fondamentale identificare e curare questa condizione per ottenere la guarigione dei soggetti affetti da questa micosi. Il veterinario curante, oltre alla terapia locale per ridurre i sintomi, dovrà indagare l’eventuale causa e potrà richiedere di effettuare ad esempio dei test ormonali, delle analisi del sangue, dei test allergici.
Oltre al trattamento per la Malassezia potrebbero essere necessari anche altri trattamenti per le infezioni concomitanti, e se c’è il sospetto che la causa possa essere uno squilibrio cutaneo causato da un’alimentazione errata, potrà prescrivere una dieta differente da quella usuale. Quando purtroppo non si individua la causa della presenza di Malassezia, l’infezione tende a ripresentarsi nel tempo divenendo cronica e rendendo necessari numerosi trattamenti. È consigliabile quindi seguire l’iter diagnostico completo anche dopo una o due infezioni da Malassezia per evitare di far cronicizzare questa fastidiosa patologia.
La terapia viene effettuata con una combinazione di prodotti, sia per uso topico come schiume o lavande e detergenti specifici da applicarsi giornalmente e shampoo da effettuarsi con cadenza settimanale per diverso tempo, e talvolta, nei casi più ostinati, con farmaci da assumersi per via orale.
Tutti i trattamenti per la Malassezia, specialmente quelli per via orale, non sono scevri da effetti collaterali e pertanto è sempre sconsigliato il fai da te; solo il veterinario curante potrà stabilire il protocollo più idoneo per il tuo amico a 4 zampe.
Ci sono prodotti naturali per curare la Malassezia?
La risposta è si! Numerose evidenze scientifiche ci dicono che la Malassezia, come altri patogeni, possono essere trattai con composti naturali; in un lavoro del 2010 alcuni ricercatori hanno dimostrato che la propoli tintura madre, preziosa sostanza resinosa che le api raccolgono da gemme e cortecce delle piante e che successivamente arricchiscono con cera, pollini ed enzimi, ha una vera e propria attività antimicrobica nei confronti della Malassezia, oltre che di altri patogeni batterici.
Da centinaia di anni questa sostanza viene utilizzata per il trattamento delle infezioni e delle ferite cutanee in medicina umana, ed è solo negli ultimi decenni che si è arrivati a capire che la stessa potente azione è efficace anche per i cani ed i gatti. La propoli è oggetto di recenti ricerche anche per il trattamento di ferite infette negli animali. Il meccanismo di azione pare si esplichi a livello della membrana cellulare della Malassezia dove determina una distruzione della stessa portando a morte il microrganismo.
La tintura madre di propoli è tuttavia prodotta addizionando alcool che può in alcuni casi irritare la cute e in moltissimi casi disidratare ed irritare la parte trattata. Esistono tuttavia alcune preparazioni a base di propoli di consueto utilizzo in medicina umana, formulate per avere un’azione meno aggressiva, come ad esempio le lavande per l’igiene intima che contengono propoli ma una quota trascurabile di alcool e possono essere quindi utilizzate per il trattamento topico della Malassezia nei cani e nei gatti. Le lavande intime sono infatti molto delicate perché formulate per essere a contatto con le delicate mucose dell’apparato genitale femminile, mantenendo tuttavia tutta l’efficacia della propoli. Il tuo veterinario di fiducia saprà certamente consigliarti il trattamento più idoneo per restituire l’equilibrio cutaneo ai tuoi amici con la coda.
Posso prevenire le infezioni da Malassezia?
Anche in questo caso la risposta è affermativa! Uno stile di vita sano, un’alimentazione bilanciata e che riesca a mantenere sano il microbiota intestinale e quello cutaneo ed alcuni accorgimenti per quanto concerne la detersione di cute e pelo possono aiutare a prevenire questa fastidiosa infezione.
La dieta fresca o mista può essere impostata per ridurre le allergie alimentari e rendere più ricche le razioni alimentari di preziose integrazioni protettive per la cute, come ad esempio gli acidi grassi omega 3 che supportano il trofismo e la salute di pelle e pelo.
È bene anche evitare shampoo aggressivi o troppo frequenti per ridurre la produzione eccessiva di sebo che favorisce la crescita di lieviti ed altri germi patogeni, e l’irritazione cutanea: sgrassare troppo il manto dei nostri animali favorisce infatti una iperproduzione di sebo che è protettivo e pertanto bisogna trovare il giusto equilibrio tra la detersione efficace del pelo ed eccessiva igiene. Parlane col tuo veterinario che saprà di certo consigliarti un eventuale consulenza con un nutrizionista e il protocollo igienico più adatto al tuo amico a quattro zampe.