Nel precedente articolo abbiamo visto come sia importante vaccinare i nostri cani e gatti secondo un razionale e soprattutto in base a quelle che sono le linee guida internazionali della WSAVA. Questo è fondamentale perché in questo modo si evita di sovraccaricare l’organismo dei nostri amici con inutili stimolazioni del sistema immunitario, specialmente se a seguito di test anticorpali abbiamo verificato che si trovano in una condizione di immunità protettiva adeguata, ovvero se le precedenti vaccinazioni o pregresse infezioni, hanno reso i nostri amici protetti per le malattie per le quali vengono praticati determinati vaccini.
Le vaccinazioni, infatti, pur essendo tra i capisaldi della prevenzione delle malattie infettive, restano un atto medico non completamente scevro da effetti collaterali. Questo assunto si applica a tutti i farmaci e quindi anche alle vaccinazioni, con la differenza che un farmaco viene prescritto per curare una condizione patologica, mentre un vaccino viene praticato per prevenire una malattia in un individuo sano. Alla luce di questo fatto va da sé che i vaccini devono avere dei requisiti di sicurezza maggiori dei farmaci proprio perché vengono praticati per la prevenzione e non per la terapia di una malattia infettiva.
In poche parole: se a un cane o un gatto gravemente malato e viene somministrata una data terapia e manifesta degli effetti collaterali, questo risulta più accettabile che se vaccino un animale sano per prevenire una malattia ipotetica ed ho gli stessi effetti collaterali.
Ma come possiamo fare a prevenire o trattare gli effetti collaterali dei vaccini? Vediamo insieme che strategie adottare.
Vaccini ed effetti collaterali
Sui “bugiardini” di tutti i vaccini in commercio, come per tutti i farmaci, vi è una sezione dedicata agli effetti collaterali, che per legge deve essere comunicata all’utilizzatore del vaccino. Tra questi i più frequenti sono una dolenzia ed un gonfiore a livello del punto di inoculo del vaccino e la febbre, che nei nostri animali si manifesta spesso con abbattimento, appetito diminuito o mancante, oltre che con l’aumento di temperatura.
Come accennato questi sono gli effetti collaterali di maggior frequente riscontro. Il gonfiore e dolore nella sede di inoculo dipendono sia da una reazione individuale al vaccino iniettato, ma anche dal fatto che all’interno dei vaccini, oltre agli agenti patogeni debitamente trattati, vi sono sempre delle sostanze così dette “adjuvanti” che servono appunto per agevolare il riconoscimento degli agenti patogeni da parte dell’organismo che riceve il vaccino, ed innescare la reazione immunitaria che comporta poi la formazione di anticorpi protettivi.
Gli adjuvanti vengono aggiunti ai vaccini per «potenziare» la risposta del sistema immunitario all’antigene ed aumentarne la durata; la loro presenza è considerata necessaria per fare in modo che la risposta immunitaria sia quanto più simile possibile a quella che si scatenerebbe in presenza dell’agente patogeno come tale, ovvero della malattia naturale.
Solitamente gli adjuvanti sono sostanze irritanti che creano un’infiammazione locale nella sede d’inoculo richiamando così le cellule del sistema immunitario deputate alla formazione di anticorpi. Questo fastidio locale è quindi spesso provocato dall’infiammazione causata da queste sostanze. Per quanto concerne la febbre invece, questa è una reazione del sistema immunitario alla circolazione nell’organismo dell’antigene virale o batterico, sempre grazie al sistema immunitario che reagisce al patogeno inoculato e manifesta questa sintomatologia.
Oltre a questi effetti collaterali vi sono poi alcuni altri effetti avversi che sono meno frequenti come ad esempio dolori articolari generalizzati, disturbi gastrointestinali o citando il bugiardino di un noto produttore di vaccini: “reazioni acute e transitorie di ipersensibilità (anafilassi), con una sintomatologia che può includere abbattimento, edema del muso, prurito, dispnea, vomito, diarrea o collasso”. Queste gravi reazioni sono fortunatamente rare e si possono manifestare senza purtroppo poterle prevedere.
Tuttavia trattenendosi un certo tempo presso lo studio del veterinario che ha praticato il vaccino, in caso si manifestassero, il veterinario potrà intervenire per bloccare la reazione anafilattica e trattare la sintomatologia.
È molto importante quindi che il vaccino venga somministrato sempre in un ambiente clinico idoneo e da personale medico veterinario abilitato all’esecuzione di vaccinazioni, evitando che la vaccinazione, che peraltro è un atto medico, venga effettuato da persone senza esperienza sufficiente.
Vi sono poi effetti collaterali ed avversi che sono di più difficile correlazione con il vaccino. Ad esempio se il nostro cane o gatto a seguito di un vaccino, anche diverse settimane dopo, ha manifestato l’insorgere di fenomeni allergici o una malattia autoimmunitaria, o l’insorgenza di sintomi di una malattia infettiva, non possiamo del tutto escludere che la stimolazione del sistema immunitario causata dal vaccino non possa essere sfociata in un disordine immunitario o l’abbassamento delle difese immunitarie impegnante nella formazione degli anticorpi, non abbia reso manifesta una malattia infettiva che era in incubazione.
Queste reazioni però non sono sempre facilmente riconoscibili e non si può con sicurezza attribuire una correlazione tra vaccino e disordine immunitario o manifestazioni di una patologia infettiva, anche perché gli studi in tal senso sono veramente pochi. Questa carenza di studi dipende anche in parte dal fatto che sono le stesse case produttrici di vaccini ad effettuarli e che spesso indirizzano i loro studi verso altri parametri da ricercare e la durata degli studi spesso non consente il monitoraggio a lungo termine dei pazienti.
Come prevenire gli effetti collaterali delle vaccinazioni dei pet?
Sicuramente la prima regola, indicata peraltro anche sui bugiardini dei vaccini, è quella di vaccinare soltanto animali sani e che non abbiano altre condizioni infettive in corso, come ad esempio infezioni o parassitosi latenti. Per essere certi che il nostro pet riceva il vaccino nel momento migliore oltre alla visita clinica che il veterinario effettua prima di ogni vaccinazione, ci sono alcune analisi che possono essere effettuate come ad esempio esami ematologici comprensivi di esame emocromocitometrico, elettroforesi delle proteine seriche, determinazione del valore della proteina C reattiva ed un esame coprologico approfondito.
Gli animali allergici o tendenti alle allergie o con patologie autoimmunitarie andrebbero vaccinati soltanto se la patologia si trova in una fase di remissione e soltanto con vaccini necessari e che immunizzano per quelle malattie effettivamente pericolose per la loro salute, quindi con i cosiddetti vaccini “core”.
Trattamenti per effetti collaterali dei vaccini
I trattamenti farmacologici disponibili per fronteggiare gli effetti collaterali dei vaccini sono prevalentemente rappresentati da terapie d’urgenza e si somministrano in caso di reazioni anafilattiche gravi o di forte dolore nel punto di inoculo e sono solitamente a base di cortisonici ed antiinfiammatori.
Questi trattamenti devono quindi essere somministrati soltanto in caso di reale necessità, soprattutto quelli cortisonici, in quanto potrebbero influire sull’efficacia del vaccino inoculato, soprattutto se protratti nel tempo.
Per gli effetti a lungo termine invece non vi sono molti farmaci da utilizzare se non integratori drenanti e disintossicanti che andrebbero utilizzati in presenza di una alterazione ematologica ad esempio a livello epatico. Un esempio è il glutatione, un tripeptide formato dagli aminoacidi cisteina, glicina e glutammato, normalmente prodotto dal fegato e presente in alcuni alimenti e che rappresenta uno dei più potenti epatoprotettori ed antiossidanti.
Anche fitoterapiaci come la Betulla bianca, il Rosmarino e l’estratto di Segale soprattutto se in formulazione di fitoembrioestratto e combinati tra loro, hanno potente effetto epatoprotettivo.
Come accennato gli effetti a lungo termine sono poco diagnosticabili in quanto le manifestazioni patologiche si sviluppano anche giorni o settimane dopo la somministrazione del vaccino e per questo si fa fatica a metterli in correlazione certa con il vaccino. Il buonsenso, tuttavia, suggerisce che se un animale era sempre stato bene e dopo un vaccino ha iniziato a manifestare una patologia, se non sono intercorsi mesi o anni, è altamente probabile che quel vaccino abbia smosso un equilibrio precario, provocando l’insorgere della patologia.
Per quanto concerne le malattie infettive invece il caso più classico è quello di malattie che hanno fasi di latenza e quiescenza e durante le quali il nostro pet non mostra particolari segni o sintomi ma subito dopo la vaccinazione inizia a stare poco bene e le analisi del sangue indicano l’insorgere o la riacutizzazione di una malattia infettiva cronica come, ad esempio, la Leishmaniosi o l’Ehrlichiosi canine, o la Fiv o Felv feline. In questi casi la vaccinazione, scatenando la reazione immunitaria per creare la formazione degli anticorpi protettivi per gli antigeni somministrati col vaccino, rande il nostro pet momentaneamente immunodepresso e le malattie infettive che fino a quel momento non erano manifeste e non erano state diagnosticate, possono manifestarsi in modo acuto. Anche in questi casi, quindi, è importante un accurata anamnesi prima di procedere alla vaccinazione ed in caso di dubbio l’effettuazione di determinati test diagnostici per le malattie infettive sospette.
Come può aiutarci l’Omeopatia
Oltre alla prevenzione con le corrette pratiche veterinarie, se dopo la vaccinazione il nostro amico manifesta dei problemi di salute, l’Omeopatia può venire in ausilio. Vi sono infatti diversi rimedi omeopatici che, in base alla letteratura scientifica omeopatica, possono essere utilizzati per prevenire e contrastare gli effetti collaterali dei vaccini. I più conosciuti per la prevenzione sono Sulphur e Thuja e alcuni omeopati tendono a far assumere: il Sulphur prima del vaccino e la Thuja dopo. Questo probabilmente perché il rimedio Sulphur viene considerato il rimedio “esonerativo” per eccellenza e la Thuja un rimedio “antisicotico”, ovvero che previene le iperproduzioni come neoplasie, tumori benigni, papillomi.
Ecco la rubrica di un Repertorio omeopatico, una sorta di testo di Farmacologia omeopatica, nella quale compaiono i due rimedi succitati:
Le rubriche repertoriali seguenti sono tratte dal Repertorio Synthesis 10.5. Appaiono prima le abbreviazioni dei rimedi indicati e in carattere più piccolo in pedice le abbreviazioni degli autori delle aggiunte. I diversi caratteri e la loro formattazione (maiuscolo, corsivo o sottolineato)indicano la diversa importanza del rimedio per quel sintomo. Il massimo grado è maiuscolo sottolineato e in grassetto.
SINTOMI GENERALI – VACCINAZIONE; disturbi dopo – profilassi
sulph.bg2,st1 thuj.bg2,st1 vario.bg2
In realtà secondo molti altri grandi Maestri dell’omeopatia contemporanea, non ha senso somministrare questi rimedi prima del vaccino a meno che il paziente non stia assumendo questi rimedi per curare una condizione patologica sottostante. I Maestri che sono contrari a questa pratica affermano che, come indicato da Samuel Hahnemann, padre scopritore dell’Omeopatia, per prescrivere un rimedio omeopatico vi debba essere una similitudine tra i sintomi del paziente e quelli emersi da proving, la sperimentazione sull’uomo sano, o dalle osservazioni cliniche. Risulta complicato quindi prescrivere e somministrare un rimedio omeopatico in assenza di sintomatologia. In effetti nei Repertori omeopatici, i testi nei quali si trascrivono i sintomi che hanno i rimedi e per i quali devono essere prescritti, vi è una rubrica con oltre 40 rimedi omeopatici che mostrano reazioni e disturbi dopo la vaccinazione:
SINTOMI GENERALI – VACCINAZIONE; disturbi dopo
Acon.bro1,c1,c2 Ant-t.bg2,bro1,mtf33,ptk1,sf1.de,tl1 Apisbg2,bro1,k1,st arn.tl1 Ars.k,ptk1 Bar-c.hu Bell.bro1,c1,mtf33,sf1.de bufostcalc.gk calc-sil.stj2carc.gk6,mlr1,mtf33,ot,pc,spb,sst2 cean.tl1 crot-h.bro1,c1,c2,kr1 cupr.hu echi.bg2,bro1,c2,k ferr-sil.stj2 graph.c1,c2hep.k,ptk1 kali-chl.k Kali-m.bg2,c1,c2,kr1,ptk1,sf1.de kali-sil.stj2 lac-v.c1 mag-sil.stj2 MALAND.bg2,br1,bro1,c2,k,ptk1 mang-sil.stj2 Merc.bg2,bro1,c1,mg1.de,mtf33,sf1.de MEZ.bro1,c1,mta1,ptk1,st1 nat-sil.stj2 Ped.st1 phos.c1 Psor.st1 rhus-t.bg2 sabin.kr1,st1SARS.bro1,ptk1,st1 sep.bro1 SIL.bg2,br1,bro1,k1,mrr1,mtf33,ptk1,st,stj2,tl1 sil-met.stj2 skook.c1 stram.mrr1SULPH.bg2,bro1,k1,ptk1,st THUJ.bg2,br1,bro1,k1,mlk1,mrr1,mtf33,ptk1,st,tl1 tub.hr,kr1,st1,tl1 VAC.c1,ptk1,sf1.de,st1Vario.bg2,c1,jl2,mg1.de,ptk1,sf1.de,st1 ZINC.mrr1,stj2 Zinc-i.stj2 Zinc-m.stj2 Zinc-n.stj2 Zinc-p.stj2
Vi sono poi numerose rubriche dedicate ai vari disturbi che possono insorgere dopo una vaccinazione, o a seguito di una storia ripetuta di vaccinazioni tra i quali sicuramente la Thuja è uno dei rimedi maggiormente rappresentati:
SINTOMI GENERALI – STORIA; personale – vaccinazione o vaccinazioni ripetute; di
carc.fb,kr1 maland.dwm1 Thuj.br
SINTOMI GENERALI – VACCINAZIONE; disturbi dopo – non è più stato bene dopo
carc.cpd pyrog.cpd sil.cpd thuj.cpd,ptk2
Per questi grandi Maestri inoltre non è scontato che tutti i pazienti abbiano reazioni vaccinali poiché solo chi ha la predisposizione individuale manifesterà degli effetti collaterali; in quest’ottica quindi si prescriverà un rimedio omeopatico soltanto al manifestarsi della reazione avversa e sulla scorta dei sintomi manifestati dal paziente che dovranno essere quanto più simili possibile a quelli del rimedio da scegliere. Poiché è molto complicato capire con il fai da te quale sia il rimedio omeopatico più adatto a curare un’eventuale reazione vaccinale del tuo amico a quattro zampe, il consiglio è quello di contattare un medico veterinario esperto in omeopatia che possa prescrivere il rimedio più adatto alla condizione del tuo pet, ricordando che l’Omeopatia è una scienza complessa e minuziosa e soltanto un serio professionista del settore potrà effettuare una diagnosi che porti alla prescrizione di un rimedio omeopatico efficace.
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