Solo un anno fa, la tanto agognata approvazione della legge sull’agricoltura biologica e biodinamica sembrava cosa fatta. Soprattutto doverosa, per adeguare l’ordinamento italiano alla legislazione europea. Con l’introduzione del Green New Deal l’UE ha infatti spinto con forza verso la produzione di cibo agricolo di qualità e la tutela della biodiversità. Oggi, 12 mesi dopo, il disegno di legge è rimasto impantanato in Senato, sepolto sotto una sessantina di emendamenti che ne potrebbero uccidere lo spirito originario. Una impasse aggravata dalla crisi portata dal nuovo coronavirus (che ha costretto a rimandare il convegno internazionale sull’agricoltura Biodinamica che doveva tenersi a Firenze) e che ha mandato su tutte le furie le associazioni di categoria, che tanto si erano spese perché tutto filasse liscio nell’iter di approvazione. Del resto l’Italia, che fin qui era stata tra i Paesi a guidare la conversione delle colture da tradizionali a biologiche e biodinamiche, rischia ora di trovarsi in disastroso ritardo rispetto alle concorrenti. Qui da noi il consumo di prodotti biologici aumenta dell’11 per cento all’anno ma i terreni a coltivazione biologica crescono di appena l’1 per cento, obbligandoci a ricorrere all’importazione di grandi quantità di prodotti in un settore in cui potremmo essere esportatori netti, con le conseguenti ricadute in termini economici e di occupazione.
La legge oggi ferma in Parlamento prevede l’introduzione di un logo nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del biologico, con grande beneficio per la tracciabilità dei prodotti e per la corretta informazione dei consumatori. Istituisce un fondo per la ricerca che darebbe la possibilità di introdurre tecniche e prodotti innovativi, dando nuova spinta all’aumento delle superfici convertite al biodinamico. Contempla anche la costituzione delle Associazioni dei Produttori e dei Distretti biologici.
Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica Vice Presidente di Feder Bio, ha dichiarato a Generiamosalute.it che “è strategico per l’Italia che il Senato approvi, senza sostanziali variazioni, la legge
sull’agricoltura biologica e biodinamica. Guarda l’intervista sull’agricoltura biodinamica. È parere prevalente delle organizzazioni italiane dell’Agroalimentare. Nei giorni scorsi la Commissione UE ha varato la Strategia “Farm to Fork”, con l’obbiettivo, in soli dieci anni, di dimezzare i pesticidi, riciclare le sostanze organiche e portare la bioagricoltura al 25% del suolo coltivato in Europa (dall’attuale 7,5%). Senza l’approvazione della legge l’Italia, da leader europeo delle esportazioni di prodotti biologici e biodinamici, si troverà in seria difficoltà in un momento cruciale. A rischio non sono solo le aziende del settore (80.000 imprese). A rischio sono le aziende agricole italiane, che dovremo mettere in condizione di produrre bene come sanno, con meno pesticidi. A questa legge è anche collegato il futuro dell’industria chimica italiana, che dalla collaborazione con l’eccellenza bio del Paese, potrebbe assumere in Europa il posto preminente nella grande conversione della chimica verde del Green Deal UE”.