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26 Novembre, 2025

Cardiopatie nel cane e nel gatto

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Hai notato che i tuoi vecchi amici con la coda respirano affannosamente, si stancano più di frequente anche dopo brevi passeggiate? Oppure capita di frequente che la notte o dopo che hanno riposato abbiano una strana tosse? Se il tuo anziano amico con la coda è più affaticato del solito, conviene potarlo per un controllo dal tuo veterinario di fiducia perché, come per il resto dei suoi organi ed apparati, il suo cuore potrebbe essere malandato.

Le cardiopatie riguardano circa il 10% dei cani ed il 15% dei gatti; di queste si stima che circa lo 0,5-1% siano congenite, ovvero presenti già dalla nascita, mentre la stragrande maggioranza sono acquisite. Il cuore è un organo fondamentale per la vita degli esseri viventi e pertanto è importante che la sua salute sia sempre monitorata. Non bisogna tuttavia avere timore per la vita dei nostri amici perché, anche per quanto concerne la cardiologia veterinaria, sono stati fatti passi molto importanti per garantire una buona qualità di vita ed una durata maggiore della stessa nei pazienti cani e gatti che soffrono di malattie cardiache.

Vediamo insieme cosa possiamo fare per controllare il cuore dei nostri fedeli amici e garantirgli una lunga e felice vita insieme a noi, anche quando il loro cuore non funziona più alla perfezione.

Come si diagnostica una malattia cardiaca in cani e gatti?

Normalmente alla visita clinica di routine, se il nostro amico a quattro zampe soffre di una cardiopatia, il veterinario curante noterà alcune alterazioni, in particolare quelle del ritmo cardiaco che può essere irregolare, o più veloce o più lento, e particolari rumori detti “soffi cardiaci”. Questi ultimi vengono generati da alterazioni di componenti anatomiche del cuore, come ad esempio le valvole cardiache, che andando incontro a processi di degenerazione o deformazione producono, al passaggio di sangue all’interno delle camere cardiache, un rumore particolare, detto appunto soffio. Non sempre però il soffio è associato ad un effettivo deficit della funzionalità, e soltanto dopo un accurata visita lo specialista cardiologo veterinario potrà valutare lo stato di funzionamento cardiovascolare del nostro amato Pet.

Per spiegarsi meglio: immaginiamo il cuore come un meccanismo che deve pompare il sangue attraverso le arterie per far si che arrivi in tutti i distretti dell’organismo, anche quelli più periferici come la coda, le zampe o i padiglioni auricolari. Nel momento in cui vi è una degenerazione o un’alterazione dell’anatomia del cuore, la funzione di pompa non viene garantita e vi è una minore irrorazione di vari distretti ed organi. Alla visita clinica infatti noterete che il cardiologo veterinario, o anche l’internista, possono premere leggermente all’interno del labbro del vostro amico per vedere in quanto tempo la mucosa sottoposta a questa leggera pressione, da bianca diviene di nuovo rosea: questo veloce test viene detto “tempo di riempimento capillare” e, se alterato, può essere spia di una insufficiente irrorazione dei capillari da parte del cuore, e quindi indicare una sospetta malattia cardiaca.

Oltre all’auscultazione strumentale a mezzo di un fonendoscopio, alla raccolta dell’anamnesi, ovvero dei sintomi dei nostri amici, ed alla valutazione del tempo di riempimento capillare e del polso femorale, il cardiologo veterinario si avvarrà di esami specialistici approfonditi come l’elettrocardiogramma, l’ecocardiografia, ovvero un’ecografia specialistica del cuore, la misurazione della pressione arteriosa, e a volte potrà completare l’iter diagnostico cardiologico richiedendo una radiografia del torace. A completamento di questi esami strumentali il cardiologo veterinario potrà richiedere anche esami del sangue specifici, come la misurazione della troponina, un biochimico completo, l’esame emocromocitometrico ed esami delle urine.

Grazie a questi strumenti potrà emettere una diagnosi ed impostare la terapia più idonea alla condizione del nostro amico.  Potrebbero essere diagnosticate diverse alterazioni cardiache, vediamo insieme quali sono le principali patologie a carico del cuore che possono colpire i nostri amici.

Principali malattie cardiache di cani e gatti

In primo luogo possiamo avere patologie cardiache congenite, ovvero presenti dalla nascita, o acquisite, ovvero che insorgono nel corso della vita dei nostri amici.

Tra le più diffuse ricordiamo:

La degenerazione della valvola mitrale, che al battito cardiaco causa il rientro di una porzione di sangue nell’atrio sinistro del cuore, detto anche rigurgito mitralico, portando alla progressiva dilatazione delle camere cardiache ed al loro sfiancamento.

Le aritmie, ovvero alterazioni del battito cardiaco che diviene irregolare. Possono avere cause cardiogene o derivare da altre patologie.

Le cardiomiopatie, che riducono l’efficienza del cuore e la sua capacità di pompare sangue nell’organismo; molto spesso sono congenite, ma possono essere anche acquisite.

L’insufficienza cardiaca, ovvero l’insufficienza della funzione di pompa cardiaca, caratterizzata da un accumulo di liquidi attorno al cuore, nei polmoni o nell’intestino, e in alcuni casi una cattiva circolazione periferica.

L’endocardite infettiva, causata da batteri, virus, parassiti o funghi che lesionano i tessuti cardiaci.

Tra queste molto diffusa in alcune zone d’Italia è la filariosi cardiopolmonare, causata da un parassita contratto con le punture di insetti.

Queste patologie cardiache possono colpire tutti gli animali ma vi sono in ogni caso delle predisposizioni di razza e di taglia.
Vediamo insieme quali sono le razze maggiormente predisposte.

Razze e tipologie canine e feline predisposte alle malattie cardiache

Da letteratura emerge che alcune razze di cani e gatti sono maggiormente predisposte a sviluppare nel corso della vita, o a nascere con un problema cardiaco;

tra le razze canine ricordiamo:

Alano, Barbone, Bassotto, Beagle, Boxer, Bulldog inglesi e francesi, Cavalier King Charles Spaniel, Chihuahua, Dobermann, Labrador retriver, Springer Spaniel, Terranova,

Tra i felini le razze più a rischio sono:

Maine Coon, Ragdoll, Sphynx e British, Persiani, Scottish.

Anche incroci di queste razze possono essere maggiormente predisposti, come anche cani di taglia piccola in generale e gatti di taglia molto grande.

Oltre la razza fattori di rischio sono una scorretta alimentazione con relative carenze di importanti nutrienti come ad esempio la taurina nei gatti o gli acidi grassi essenziali della serie omega-3, l’obesità, ed infine l’età geriatrica.

Principali sintomi di cardiopatia in cani e gatti

Accorgersi che Fido e Micia abbiano un problema cardiaco può non essere semplice; i principali sintomi sono infatti facilmente confondibili con altre condizioni, come ad esempio problemi respiratori o debolezza legata all’invecchiamento fisico.
Tra i principali sintomi vi sono infatti: aumento della frequenza respiratoria, facile affanno anche a riposo, nrespiro corto, tosse, mancanza di appetito, riluttanza al movimento, facile affaticamento.

Se il tuo amico con la coda è anziano o appartiene ad una delle razze predisposte richiedi subito al tuo veterinario un controllo cardiologico. Quanto prima si raggiunge una diagnosi precisa, tanto prima si potrà impostare un protocollo terapeutico adeguato che possa consentire al nostro amico di condurre un’esistenza più che normale e soddisfacente, allungando anche di molto la sua aspettativa di vita.

Terapie per le cardiopatie di cani e gatti

I famaci da utilizzare per cani e gatti con cardiopatie sono di completo appannaggio del cardiologo veterinario; soltanto lo specialista potrà prescrivere la corretta terapia che si basa su farmaci che migliorano la performance cardiaca, riducono l’accumulo di eventuali liquidi in diversi distretti del corpo, aumentano la funzione di pompa del cuore.

È molto importante poi garantire una corretta alimentazione a Fido e Micia, sia in prevenzione che se affetti da malattia cardiaca; in questo ultimo caso sono consigliate diete povere di sodio, ricche di acqua ed integrate con minerali e vitamine.

Una supplementazione di acidi grassi omega-3 provenienti da olio di pesce è fortemente raccomandata e giova alla funzionalità cardiaca.

Anche il movimento è importante: l’attività fisica è sempre consigliata, a patto che sia modulata in base alla condizione clinica del paziente e di tipo non agonistico, in modo da non creare stress fisico eccessivo, ma di consentire una buona circolazione generale.

Cardiopatie e Omeopatia: binomio possibile?

Come accennato in precedenza la cardiologia è una di quelle branche mediche nelle quali lo specialista ha davvero l’ultima parola per quanto concerne il piano terapeutico. Tuttavia l’Omeopatia può affiancarsi alla medicina allopatica in diversi casi. Quando ad esempio un paziente non risponde alla cura prescritta come ci si aspetterebbe, o per ridurre gli effetti avversi e collaterali dei farmaci, come anche per ridurre la sintomatologia che persiste malgrado la terapia in corso, e soprattutto per supportare il paziente a 360 gradi cercando di ristabilire l’equilibrio omeostatico del nostro amico.

Sono diversi i rimedi con tropismo cardiaco, ovvero quelli che hanno particolare azione a livello del sistema cardiocircolatorio, alcuni tra i più conosciuti sono Digitalis purpurea, utilizzata anche come farmaco allopatico, e che può aiutare pazienti affetti da aritmie atriali, fibrillazioni, e flutter; in questi pazienti c’è il polso rallentato ed i sintomi peggiorano con forti emozioni. Anche molti rimedi preparati a partire da veleni di serpente come Naja e Lachesis possono essere utili in associazione alle terapie convenzionali, quando ci sono palpitazioni ed aritmia, accompagnate da disturbi della coagulazione e problemi endocrini.

Per i disturbi cardiaci causati da malattie cardiache degenerative abbiamo diversi rimedi come Ammonium carbonicum, negli scompensi cardiaci non complicati, Apocynum cannabinum per scompenso cardiaco grave in cui si ha edema polmonare, con oppressione toracica e difficoltà respiratoria, Cactus grandiflorus per malattie degenerative a carico delle valvole cardiache, Glonoinum per cardiopatie caratterizzate da aumenti pressori che causano svenimenti.

L’elenco sarebbe davvero lungo ed ognuno di questi rimedi citati deve essere prescritto da un medico veterinario esperto in Omeopatia affinché la prescrizione risulti quanto più simile possibile alla sintomatologia ed alle caratteristiche del paziente. Ben venga quindi l’associazione tra Omeopatia e medicina convenzionale per aumentare la qualità ed il tempo di vita dei nostri amici con la coda, a patto che venga prescritta da un esperto di comprovata professionalità.

Cos’è davvero importante se fido e micia hanno una malattia cardiaca

Non mi stancherò mai di dire che la prevenzione è il cardine della salute in generale, ed in particolare per quanto concerne le patologie del cuore.

La visita specialisticacardiologica riveste un ruolo fondamentale, ed è indicata se vi è una predisposizione di razza, alla comparsa di una sintomatologia sospetta, se vi sono alterazioni degli esami del sangue particolari, e sempre quando dobbiamo sottoporre il nostro amico ad un’anestesia generale.

Per il resto i farmaci cardiaci sono ben tollerati, facili da somministrare, e quasi privi di effetti collaterali. Questi si possono anche associare a terapie non convenzionali, laddove il loro utilizzo non produce gli effetti sperati, o per migliorare ancora di più la performance cardiaca, ma è importante che in primis abbia la parola il cardiologo veterinario, e che si crei una vera e propria equipe medica che collabori al fine di offrire le cure migliori ai nostri amici a 4 zampe.

BIBLIOGRAFIA:

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