I vantaggi dell’alimentazione fresca nel cane e nel gatto

Perché i nostri amici a quattro zampe sono più sani e più felici eliminando il cibo industriale
8 Luglio, 2020
Tempo di lettura: 6 minuti

Presi dai mille impegni della vita frenetica che conduciamo, sempre più spesso non troviamo il tempo per alimentare noi stessi ed i nostri compagni quadrupedi in modo adeguato. Quanti di noi hanno infatti oramai il tempo di mettere a bagno dei legumi per 12/18 ore e farli poi bollire per altre 2? Quanti riescono a fare una piccola spesa di alimenti freschi tutti i giorni? O per recuperare gli avanzi ancora buoni di cibo per preparare manicaretti “svuota frigo “? Davvero in pochi.

La povertà dei cibi dei “ricchi”

I ritmi convulsi delle nostre vite di oggi non ci danno spesso modo di pianificare un’alimentazione salubre e corretta per noi stessi, ed alla fine ci cibiamo di alimenti conservati, senza vitalità, quasi morti o surgelati. Per i nostri compagni a quattro zampe non resta che accontentarsi di cibo industriale. Tutti i giorni, sempre con lo stesso sapore, sempre nelle stesse quantità.

Ma cosa comporta tutta questa fretta e questa scarsa cura per l’alimentazione? Niente di buono. In nutrizione umana ci si raccomanda sempre di preferire alimenti freschi e di stagione, quanto più possibile di origine naturale, meglio ancora se provenienti da coltivazioni ed allevamenti biologici. Questo al fine di evitare di introdurre nel nostro organismo sostanze chimiche derivanti da pesticidi, erbicidi e conservanti. E’ davvero impressionante, infatti, il tempo di “resistenza” di alcuni vegetali che si acquistano già preparati, tagliati, puliti ed imbustati nei nostri frigoriferi.

Vi sarà capitato di tagliare una mela, non consumarla e lasciarla all’aperto: nel giro di una manciata di minuti la sua polpa si annerisce in quanto si ossida al contatto con l’aria. Ebbe, sugli scaffali frigo dei nostri supermercati esistono bustine di plastica che contengono fettine di mela già tagliate, bianche candide, e che mantengo il loro candore per giorni, quasi settimane. Un candore che inquieta e che spinge a domandarsi cosa è stato aggiunto, spruzzato, addizionato a quelle fettine di mela per mantenerle candide in eterno?

Additivi vs. Medicina Tradizionale Cinese

Gli alimenti conservati con metodiche industriali, congelati, liofilizzati ed anche in scatola, hanno aspetto e caratteristiche spesso molto diverse da quelli freschi. L’alimento subisce diversi processi chimico-fisici per aumentarne la resistenza ed i tempi di conservazione. Questi procedimenti sono sicuramente molto utili per determinate categorie alimentari, ma se ci nutriamo soltanto di cibo conservato e con aggiunta di additivi, a lungo andare un impatto sulla nostra salute ci sarà sicuramente. Il cibo fresco e di stagione ha tutta un’altra vitalità, oltre ad avere anche un sapore differente.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese ad esempio, gli alimenti freschi e secchi posseggono qualità diverse. Secondo questa secolare medicina i cibi posseggono oltre che proprietà nutritive, anche proprietà energetiche. Ad esempio il Qi, che è il soffio vitale presente in ogni essere vivente, è presente non solo nell’uomo ma anche nell’alimento stesso, e l’incontro tra i due genera effetti sempre diversi.

Oltre al soffio vitale vero e proprio che è il Qi, l’alimentazione cinese pone attenzione anche al Jing, che rappresenta la freschezza e la capacità di cedere la propria vitalità. Questo è presente in tutti gli alimenti genuini, nel mondo vegetale in tutti i semi, e nel mondo animale in quelle parti legate alla riproduzione (latte, uova) e ai molluschi con conchiglia.

Ognuno di noi è dotato di un Jing innato di partenza, che si consuma nel corso della vita, più o meno velocemente a seconda dello stile di vita. Con gli alimenti possiamo limitare il consumo del Jing “innato” apportando all’organismo il Jing acquisito dagli alimenti. Svolgerà un ruolo protettivo nei confronti dello Jing innato.

Lo Jing presente negli alimenti diminuisce man mano che viene manipolato. Per questo gli alimenti industriali sono molto poveri di Jing rispetto a quelli freschi. Anche secondo la medicina tradizionale cinese quindi alimentarsi con cibi freschi e salubri aumenta lo stato di salute generale.

Industriale (non sempre) è bello

Facendo la veterinaria mi sono sempre posta molte domande riguardo la salubrità dei cibi industriali per cani e gatti. Osservando una crocchetta riesce davvero difficile credere che li dentro ci sia carne fresca, cereali o verdure fresche. Se pure all’origine i componenti di questi cibi secchi fossero stati davvero freschi e di ottima qualità, ho sempre pensato che il procedimento industriale che li fa diventare crocchetta deteriori le materie prime d’origine. I grandi produttori di pet food garantiscono quote ben precise di calorie, vitamine, minerali. Spiegano come questi preparati vengano poi additivati con grassi e vitamine  per garantire il fabbisogno quotidiano e l’estrema appetibilità.

Ma il tarlo nella mia testa continua a pormi domande. Perché chi affida alle mie cure il suo compagno animale, mi investe della responsabilità di farlo stare in salute ed in forma? Mi domando, a prescindere dai quantitativi precisi di proteine, grassi e fibra garantite dall’industria del pet food, se sia sano mangiare tutti i santi giorni la stessa cosa?  Cosa accade senza mai variare neanche in base alle stagioni, o anche solo per abituare l’intestino a cibi diversi?

In nutrizione umana la raccomandazione di variare è più che un consiglio, quasi un dictat, fermo restando le opportune esclusioni per problemi di intolleranze. Variare gli alimenti introdotti tutti i giorni ha infatti numerosi vantaggi supportati da diversi studi. In primis assumendo alimenti diversi nel corso della giornata è più facile approvvigionare il nostro organismo di diversi nutrienti. Produce effetti positivi sulla prevenzione di diverse malattie metaboliche. Variando l’alimentazione si allena il sistema immunitario. Si riducono i rischi di allergie. Non da ultimo, si tende a far sviluppare un microbiota più forte. Ma allora perché i nostri cani e gatti dovrebbero mangiare tutti i giorni sempre la stessa cosa per tutta la vita?

Il Microbiota dei PETs

E’ nota oramai da una ventina d’anni l’importanza di un corretto equilibrio del microbiota intestinale, ovvero del pool di batteri, funghi, archeobatteri, protozoi e virus che vivono e colonizzando l’ambiente enterico, e che in maniera fisiologica, o talvolta patologica, vivono in simbiosi con il corpo umano.

L’influenza del microbiota, infatti, è oggi riconosciuta e supportata da evidenze scientifiche. Ha una funzione di regolazione dell’attività metabolica, nella prevenzione di alcune patologie e nel mantenimento dell’omeostasi generale dell’organismo.

Va poi considerato che gli organismi che compongono il microbiota nel loro insieme hanno un patrimonio genetico che interagisce con quello del corpo e che viene chiamato microbioma. Il 99% della nostra componente genetica deriva infatti dai batteri, come se fosse un secondo genoma. Questo ci permette di considerare il microbiota come un organo endocrino aggiuntivo che fornisce un ampio numero di composti fondamentali al funzionamento degli organi umani ed animali.

Numerosi studi hanno dimostrato che il microbioma più sano in assoluto appartiene a quelle popolazioni che nascono con parto naturale, a coloro che si muovono in maniera intensa e varia, che utilizzano poco frequentemente detergenti aggressivi. Quelle popolazioni che  hanno mantenuto un maggiore rapporto con la terra, gli animali e gli alimenti di origine naturale. A quei popoli che evitano l’uso scriteriato di antibiotici ed altri farmaci in grado di alterare il ph dell’apparato gastroenterico. Il microbiota che va a formare il microbioma è infatti influenzato da una serie di fattori quali il tipo di parto, l’assunzione di farmaci e soprattutto il tipo di alimentazione condotta.

E’ chiaro che gli stessi concetti sono applicabili anche ai nostri animali, con alcune differenze in base alla specie animale che andiamo a considerare.

Avranno microbiota diverso dal nostro gli erbivori monogastrici come i conigli o i cavalli, e ancora diverso quelli poligastrici come le vacche e le capre. I nostri compagni di vita cane e gatto sono carnivori. Hanno un microbiota originario molto diverso sia dal nostro, che da quello delle specie erbivore.

In particolare il gatto è un predatore attivo che caccia la sua piccola preda. Di queste ne consuma preferibilmente il muscolo e le interiora subito dopo l’aggressione, quando le sue parti sono ancora ricche di una serie di aminoacidi essenziali, per poi lasciare ciò che non gradisce agli “spazzini” biologici.

Un abile “spazzino” è proprio il cane che, pur essendo carnivoro, non è così “schizzinoso” come il gatto e può anche cibarsi di carcasse e di parti meno nobili di esse, come ad esempio il loro apparato gastroenterico. Il cane quindi assumerà di buon grado anche il contenuto enterico della preda, che solitamente è rappresentato da vegetali parzialmente digeriti. Inoltre il cane può non disdegnare frutta caduta dagli alberi, uova trovare o rubate e perfino vegetali freschi e crudi.

La diversa alimentazione del cane e del gatto

Da queste primordiali abitudini alimentari sembra chiaro che i fabbisogni nutrizionali di cane e gatto sono diversi tra loro, pur essendo entrambi carnivori.

Risulta difatti più facile garantire un’alimentazione fresca, cucinata o cruda, ad un cane, piuttosto che a un gatto. Ciò per il rapido deperimento degli aminoacidi essenziali indispensabili per la specie felina, nelle carni acquistate.  La carne infatti, anche se fresca, proviene da carcasse conservate da giorni e che non hanno le caratteristiche nutrizionali di una preda appena cacciata. Inoltre, nella specie felina è più complesso bilanciare la razione con una quota di fibra e verdure davvero molto scarsa. Nel cane invece le possibilità di comporre una dieta varia e fresca sono maggiori. In entrambe le specie in ogni caso una dieta fresca, cotta o cruda che sia, che contenga le giuste quantità di vitamine, minerali e acidi grassi, è spesso difficile da attuare. Consiglio sempre una corretta integrazione con prodotti adeguati.

Non è in tutti i modi impossibile, né particolarmente difficile preparare una dieta casalinga ai propri pets. Il consiglio che mi sento di dare sopra ogni cosa, è di rivolgersi ad un medico veterinario che si occupi di alimentazione casalinga, o meglio ancora specializzato in nutrizione. Questi saprà certamente impostare una razione che contenga tutti i nutrienti necessari. Saprà renderla appetibile e gradita e migliorerà di sicuro la salute ed anche l’umore dei vostri compagni a quattro zampe. Finalmente potremo dire basta ad un’alimentazione monotona e priva di vitalità. Fido e Micia saranno di sicuro ben felici di affondare il loro muso in una ciotola piena di profumi e sapori che gli comunichino l’immenso amore e l’attenta cura che avete per loro.

 

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