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Cura degli animali con la Medicina Non Convenzionale
La cura degli animali domestici con le Medicine Non Convenzionali
17 Novembre, 2021

Le medicine non convenzionali in veterinaria: si può scegliere?

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A chi ha la fortuna di convivere con un animale domestico sarà capitato di farlo visitare dal medico veterinario per una patologia acuta. Nella stragrande maggioranza dei casi il medico veterinario prescrive farmaci tradizionali o integratori e fortunatamente il nostro amico guarisce. In una percentuale purtroppo non esigua però questo non accade, e la patologia da acuta che era si protrae nel tempo diventando cronica. A questo punto può capitare di imbattersi in un medico veterinario che proponga una così detta strada “alternativa” o “integrata”, offrendo una cura attraverso le Medicine Non Convenzionali (MNC), ovvero agopuntura, omeopatia, medicina tradizionale cinese omotossicologia e fitoterapia. Queste discipline mediche vengono offerte come opportunità terapeutica specialmente nei pazienti con problemi cronici, proprio in virtù di una caratteristica che le accomuna, ovvero l’assenza o la riduzione molto importante, degli effetti collaterali e tossici. Rispetto ad i farmaci di sintesi chimica, che hanno ovviamente i loro innegabili vantaggi, le Medicine Non Convenzionali sono infatti caratterizzate da un’azione più dolce in quanto quasi prive di effetti iatrogeni e tossici, fatto salvo per la fitoterapia e la medicina tradizionale cinese che, se utilizzate da terapeuti incauti o inesperti, qualche problema lo possono creare.

Oltre al vantaggio della diminuzione di tossicità ed effetti avversi, queste medicine sono considerate medicine energetiche ed oltre a trattare il sintomo fisico per il quale il paziente viene condotto a vista, riescono anche a riequilibrare lo stato mentale, emotivo e generale del soggetto trattato, fino a condurlo oltre che alla guarigione, ad un miglior stato di salute globale, aumentandone la così detta energia vitale. 

Tuttavia anche l’omeopatia, l’omotossicologia e l’agopuntura non sono scevre da effetti indesiderati, e ciò accade quando il terapeuta che le prescrive non ha una sufficiente preparazione e formazione per utilizzarle. In particolare imbattendosi in veterinari non abbastanza esperti di queste discipline, c’è il rischio che la medicina praticata non conduca ad un miglioramento il paziente e che la patologia continui a fare il suo corso peggiorando sempre più.

Santoni o medici?

Negli ultimi anni nel nostro Paese, si è assistito alla nascita ad una serie di progetti di medicina integrata specialmente in regioni virtuose, dove le MNC vengono utilizzate anche in associazione con le terapie tradizionali, potenziandosi le une con le altre, con entusiasmanti risultati sulle prognosi dei pazienti.  Solitamente strutture ospedaliere ospitano ambulatori dove i medici possono praticare le MNC interagendo con gli altri specialisti ed affiancandoli in percorsi di cura integrati. L’efficacia di tali trattamenti che si possono riscontrare con la sinergia dei vari protocolli sono stati ottenuti grazie ad un lungo lavoro di concertazione tra i medici che esercitano le MNC ed i loro colleghi. Tutto questo è stato possibile grazie ad un lungo lavoro di coordinamento tra gli organi preposti che, osservate e valutate le evidenze, hanno legiferato per consentire ai cittadini di poter essere curati anche con queste potenti armi terapeutiche. I terapeuti che affiancano gli specialisti sono, e per legge devono essere ovviamente medici.  Dal 2013 vi è una regolamentazione per i medici che si occupano di MNC emanata dalla Conferenza Stato-Regioni che, oltre a disciplinare la durata di un percorso formativo minimo, stabilisce i requisiti di conoscenza che devono essere in possesso del medico per occuparsi di tali discipline, ed ha istituito elenchi di specialisti nelle varie MNC presso gli ordini professionali. Il tutto al fine di tutelare il paziente che si appresta a ricercare un professionista qualificato che pratichi queste discipline. I medici che si occupano di MNC non sono quindi santoni, ma terapeuti esperti e sensibili che esercitano a norma di legge.

Come fare per orientarsi il tuo animale domestico? 

Se il vostro amico a 4 zampe necessita di un trattamento non convenzionale, anche in questo caso si può ricercare un professionista. La FNOVI, ovvero la federazione nazionale dei medici veterinari, ha emanato linee guida sia per la formazione dei terapeuti veterinari, che su altre regolamentazioni, richiedendo agli ordini professionali provinciali l’istituzione di appositi registri dove siano presenti i medici veterinari che abbiano partecipato a corsi di formazione con i requisiti richiesti. Purtroppo non tutte le province sono riuscite ad organizzarsi in tal senso e troppo spesso i compagni umani di questi pazienti veterinari devono orientarsi come meglio possono attraverso l’offerta pubblicitaria che trovano sui vari canali di comunicazione e sui social. La FNOVI ha però chiarito, prendendo posizione chiara nel suo codice deontologico, il fatto che chi eroga prestazioni professionali utilizzando e prescrivendo MNC debba essere un laureato in medicina veterinaria, affermando nell’articolo 31 del codice deontologico quanto segue: “ La pratica delle Medicine non convenzionali in ambito veterinario è di esclusiva competenza del Medico Veterinario. Questa deve essere svolta nel rispetto dei doveri e della dignità professionali e nell’esclusivo ambito della diretta e non delegabile responsabilità professionale, a tutela della salute e del benessere degli animali”.

Animali produttori di alimenti?

Anche in questo caso i vari regolamenti che dispongono sulla possibilità di utilizzare le MNC per gli animali produttori di alimenti, sembrano tutti a favore delle MNC. Nel decreto legislativo che disciplina la somministrazione e dispensazione di farmaci. sono infatti contemplati anche i medicinali omeopatici, equiparati quindi agli altri farmaci. Inoltre nel 2011 la Commissione agricoltura del Parlamento EU ha votato lo stanziamento di 2 milioni di euro a seguito delle preoccupazioni già espresse in merito per l’aumento del fenomeno dell’antibiotico resistenza, nonché la volontà di ridurre l’utilizzo degli antibiotici negli animali produttori di alimenti, attraverso la promozione dei trattamenti con le MNC.
Il progetto pilota prevedeva la raccolta dei dati scientifici nel campo dell’omeopatia e fitoterapia e dei progetti in corso nei Paesi membri dell’UE.
L’uso responsabile degli antibiotici ed il ruolo della professione veterinaria è anche il tema dei diversi convegni sull’antibiotico resistenza, e da questo punto di vista le MNC rappresentano un’opportunità molto interessante. E’ noto infatti che, fatto salvo per qualche preparato fitoterapico, le MNC non lasciano residui negli alimenti di origine animale, tant’e vero che vengono considerati dalla legislazione vigente farmaci per i quali non è previsto un tempo di sospensione che è altresì obbligatorio per tutti gli altri farmaci di sintesi chimica. Curando gli animali produttori di alimenti con omeopatia, omotossicologia ed agopuntura si possono utilizzare i prodotti da loro derivati anche senza attendere che intercorra del tempo dall’ultima somministrazione all’animale di queste terapie. 

I vantaggi delle Medicine Non Convenzionali (MNC) in veterinaria

Ma quali sono i vantaggi dell’utilizzo delle MNC in veterinaria? Per quanto concerne gli animali d’affezione sicuramente un minore corteo di effetti collaterali, tossici e iatrogeni, specialmente nelle patologie croniche che non prevedono una guarigione nel tempo; ad esempio allergie, fenomeni autoimmunitari, debolezze croniche di organi o apparati. Anche nelle età più critiche, come nei pediatrici e negli anziani, o durante gravidanza ed allattamento il ricorso alle MNC offre molteplici vantaggi in termini di riduzione di effetti collaterali. Inoltre, essendo le MNC medicine energetiche, può verificarsi che il ripristino dello stato di salute del paziente lo riporti ad un tale stato di equilibrio con la patologia cronica che questa potrebbe ripresentarsi ad intervalli talmente lunghi da non creare più stato di sofferenza al paziente che ne è affetto, se non addirittura riuscire a portarlo alla guarigione. 

Negli animali produttori di alimenti oltre che i vantaggi citati per quelli di affezione, si ha anche una ripercussione positiva sull’ambiente in quanto si riducono le scorie ed i metaboliti farmacologici che vengono immancabilmente immessi nell’ecosistema quando si utilizzano farmaci chimici, e si assiste alla riduzione della resistenza ad antibiotici, antiparassitari e altri farmaci. L’impatto sull’ambiente è davvero importante; basti pensare che ogni volta che si somministra una terapia ad un animale da produzione le sue deiezioni cariche di metaboliti di farmaci vengo immesse nell’ambiente circostante, aggiungendo ulteriore fonte di inquinamento chimico. 

Ottima scelta, peccato per la burocrazia…

Le MNC sembrano quindi essere un’ottima scelta ed alternativa terapeutica sia per gli animali da compagnia che per quelli da produzione; il medico veterinario può scegliere di formarsi secondo le linee guida indicate dalla FNOVI e scegliere di utilizzare queste efficaci e maneggevoli terapie, sia in protocolli integrati che da sole senza associarle ad altre medicinali di sintesi. C’è però la burocrazia che nel nostro paese si insinua anche in scenari che sembrerebbero positivi per tutta la collettività, limitando la scelta terapeutica. È infatti dal 2016 che i medici veterinari che si occupano di MNC combattono per portare istanze in Parlamento a causa di una farraginosa legislazione sul farmaco omeopatico da utilizzarsi in veterinaria. Malgrado l’allarme internazionale sui problemi legati all’antibiotico resistenza, e malgrado i farmaci non convenzionali siano privi di sostanze tossiche, ancora oggi si fa fatica a prescrivere e detenere in studio o in stalla farmaci omeopatici. Le motivazioni di tutte queste difficoltà regolatorie, che creano problemi di gestione non indifferenti ai veterinari, dovrebbero essere risolte dai politici.  Se da un lato si emanano leggi e regolamenti che incoraggiano l’utilizzo di MNC, si devono altrettanto mettere in condizione i veterinari di avere facilmente a disposizione gli strumenti terapeutici con i quali metterle in atto, cosa che allo stato attuale purtroppo non è. 

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