Le medicine non convenzionali in veterinaria

7 Dicembre, 2021
Tempo di lettura: 7 minuti

In Italia con il termine Medicine Non Convenzionali (MNC) si intendono quelle discipline mediche riconosciute nel 2002, in virtù della loro diffusione, dal Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO), e dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari (FNOVI)- sulla scorta di risoluzioni del Parlamento Europeo (1997) e del Consiglio d’Europa (1999) – e che corrispondono alle definizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di “Complementary Medicine”, “Alternative Medicine”, “Unconventional Medicine”, “Traditional Medicine”, ed al termine adottato nella letteratura scientifica internazionale dal 1997 di: “Complementary and Alternative Medicine”.

Disciplina legislativa e istituzionale

L’uso del termine “Non-Convenzionale” è legato al fatto che tali discipline non sono inserite nel piano di studi obbligatorio del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia in Italia. Nel nostro Paese, a seguito di numerose sentenze della Corte di Cassazione, le discipline in oggetto sono state riconosciute di esclusiva competenza e responsabilità del medico chirurgo o del medico veterinario o dell’odontoiatra e sono le seguenti:

  • Agopuntura
  • Medicina Tradizionale Cinese
  • Medicina Ayurvedica
  • Medicina Antroposofica
  • Omotossicologia
  • Fitoterapia
  • Medicina Omeopatica

Nell’elenco iniziale della FNOMCeO erano presenti anche Chiropratica e Osteopatia che, pur rientrando nel novero delle MNC, sono considerate professioni sanitarie primarie e pertanto regolamentate diversamente, e possono essere esercitate da non-medici che hanno seguito il percorso formativo stabilito a livello internazionale.

CAM (Complementary and Alternative Medicine) in veterinaria

In medicina veterinaria nel nostro Paese sono sempre più diffuse alcune di esse. Sono sempre in aumento i proprietari dei pets che ricorrono a queste discipline mediche per la cura dei loro amici a 4 zampe. Le motivazioni della ricerca di un professionista veterinario che si occupi di MNC sono molteplici: in primis vi sono motivazioni di carattere culturale in quanto chi si avvale per sé e per i suoi cari uno di questi metodi terapeutici, riscontrandone i benefici, vuole che anche i suoi compagni animali possano beneficiarne.  Un’altra forte motivazione che spinge gli umani di cani, gatti, conigli ed anche cavalli o animali da produzione è la presenza di una patologia cronica che mal risponde alla medicina tradizionale, o un problema endemico nell’allevamento che richiede sempre più trattamenti farmacologici. Quasi sempre infatti le malattie croniche richiedono trattamenti continui che riescono solo a lenire i sintomi della patologia ma non portano a guarigione il paziente. Se si pensa ad un soggetto allergico, ad un intollerante alimentare o ad un soggetto affetto da patologia autoimmunitaria, appare chiaro che le terapie convenzionali richiedono trattamenti che durano praticamente tutta la vita del paziente, con grande dispendio economico dell’umano convivente, e soprattutto con un’intossicazione cronica dell’animale che assume costantemente i farmaci. Oltre tutto, a lungo andare, i farmaci possono non essere più sufficienti a causa di una vera e propria assuefazione dell’organismo che li assume, e si deve ricorrere a terapie sempre più tossiche ed invasive, spesso con effetti collaterali anche importanti e gravi. 

Problematiche degli allevamenti

Per quanto concerne gli animali da produzioni vi è inoltre il problema dei residui di farmaci nei loro prodotti e nell’ambiente dove vengono allevati. I prodotti degli animali sottoposti a trattamenti farmacologici per essere messi in commercio ed offerti alla popolazione umana, devono infatti esserne privi e pertanto vanno rispettati i così detti “tempi di sospensione”, ovvero va atteso un certo tempo dall’ultima somministrazione del farmaco e l’immissione in commercio del prodotto alimentare. Ad esempio se somministro un antibiotico ad una vacca in lattazione dovranno trascorrere circa 28 o più giorni in base alla molecola utilizzata, prima di poter commercializzare il suo latte. La somministrazione di farmaci chimici quindi rappresenta una perdita economica per l’allevatore che continua ad allevare quell’animale senza poterne utilizzare i prodotti. Inoltre i farmaci all’interno dell’organismo che li assume, vengono metabolizzati dando luogo a prodotti chimici di scarto, che vengono poi liberati dagli animali con le loro deiezioni, inquinando con i residui chimici l’ambiente circostante. Sarebbe quindi vantaggio di tutti ricorrere a queste medicine che sono atossiche e prive di residui chimici nocivi per gli animali e per l’ambiente in cui vivono. 

Vediamo nello specifico, una ad una, queste discipline mediche, che storia hanno e su quali presupposti si basano. 

AGOPUNTURA

Un po’ di Storia 

Si perde nella notte dei tempi la data in cui in Cina si è iniziato ad utilizzare l’agopuntura. Si narra che già nel neolitico alcuni soldati, feriti in battaglia, siano stati curati e guariti con questo metodo da ferite ed altre patologie croniche, anche se le notizie risalenti a quell’epoca sono ovviamente molto incerte. In Cina sono state ritrovate pietre affilate, e pertanto è probabile che la pratica possa essere iniziata anche in epoca protostorica. Sono risalenti alla dinastia Shang (1600 – 1100 a.C.) geroglifici e pitture murali, che suggeriscono come l’agopuntura fosse praticata insieme al moxibustione, tecnica che utilizza il riscaldamento di alcune aree cutanee del paziente attraverso polvere di artemisia appositamente riscaldata.

Una delle ipotesi sulla sua origine è che possa essere contemporanea alla pratica del salasso. Tuttavia fu solo dopo il II secolo a.C., che gli aghi in pietra e in osso furono sostituiti dagli aghi di metallo. I primi esempi di aghi in metallo probabilmente utilizzati per le terapie, sono stati rinvenuti in una tomba datata 113 a.C.

Anche il primo accenno storico di utilizzo di un invisibile “meridiano” per diagnosticare e poi trattare una forma patologica risale al II secolo a.C., anche se non viene menzionato l’uso di aghi. 

La prima testimonianza scritta di agopuntura risale al 300 a.C. e si trova nel testo Huangdi Neijing, tradotto come Canone di Medicina Interna dell’Imperatore, e cita sia agopuntura che moxibustione.  La pratica dell’agopuntura si estende man mano a paesi limitrofi alla Cina ovvero in quelli che oggi sono Giappone, Corea, Vietnam e Taiwan, e poi man mano al di fuori di queste aree, anche in continenti più lontani, come in Europa. I missionari portoghesi nel XVI secolo furono tra i primi a portare i racconti di agopuntura dall’Oriente ed un chirurgo olandese che viaggiò in Asia, descrisse la pratica sia in Giappone che a Giava. Il primo trattato occidentale sull’agopuntura fu pubblicato nel 1683 a cura di un medico olandese che aveva lavorato presso un emporio olandese a Nagasaki per due anni. A metà del 1700 vi fu un ulteriore declino dell’agopuntura attribuibile sia alle prescrizioni di farmaci occidentali, e in parte alla sua associazione di questa pratica con le classi inferiori e più ignoranti della popolazione. Tuttavia in Europa l’agopuntura godeva di molto interesse da parte di alcuni medici e scienziati, tanto che nel 1939 fu proprio un francese, George Soulié de Morant, il primo a usare il termine “meridiano” e ad identificare il termine Qi con “energia”.

Più tardi la teoria della medicina tradizionale degli anni ’50 fu riscritta nuovamente, su insistenza di Mao Zedong, come una risposta politica alla mancanza di unità tra medicina cinese tradizionale e scientifica, e per correggere il presunto «pensiero borghese dei medici in medicina occidentale».

L’agopuntura ottenne poi attenzione negli Stati Uniti quando il presidente Richard Nixon visitò la Cina nel 1972; risaliva all’anno precedente la più grande diffusione mediatica in Occidente ad opera di un reporter del New York Times che ricevette un trattamento di agopuntura a Pechino per lenire un dolore post-operatorio nel 1971, e ne parlò con entusiasmo nel giornale. Nel 1972 fu istituito il primo centro legale di agopuntura negli Stati Uniti, a Washington; durante il 1973-1974, questo centro accolse oltre mille pazienti. Nel 1973 l’istituto del Tesoro americano l’Internal Revenue Service permise la detrazione delle spese di agopuntura come spese mediche.

Agopuntura, moxibustione e Medicina Tradizionale Cinese sono state dichiarate Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2010, classificate tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità. 

CHE COS’E’ L’AGOPUNTURA

L’agopuntura è un metodo terapeutico che si attua infiggendo dei piccolissimi aghi in determinati punti del corpo collocati lungo una complessa struttura di canali energetici, detti meridiani.
L’inserimento degli aghi aiuta a riequilibrare le forze vitali e a riportare l’organismo in uno stato di omeostasi ed equilibrio. Questo tipo di medicina orientale cura l’individuo nella sua totalità e non la singola malattia da cui è affetto. Ogni punto raggiunto da un ago, produce uno specifico effetto terapeutico grazie alla produzione di endorfine, e vi sono evidenze che all’applicazione e relativa stimolazione da parte dell’ago corrisponde l’attivazione di una determinata area a livello del sistema nervoso centrale.

L’agopuntura viene richiesta e si utilizza soprattutto per curare problemi muscolo scheletrici e neurologici ma può essere utilizzata anche per la cura di problemi ginecologici, disturbi emotivi e malattie psicosomatiche. Uno degli utilizzi più conosciuti in ginecologia è il suo utilizzo quando il feto si trova in posizione podalica, per stimolare una rotazione e il suo posizionamento in modo favorevole all’esplicamento del parto naturale; questa rotazione può essere indotta da questa pratica medica non invasiva e priva di effetti collaterali. Il fatto che non abbia effetti tossici e iatrogeni fa trovare all’agopuntura un ampio margine di applicabilità nella terapia del dolore cronico. Questo prezioso strumento terapeutico va considerato non come un’alternativa alle terapie tradizionali, ma un approccio da integrare con esse, sia per quanto concerne le patologie fisiche che quelle psicologiche e psicosomatiche. In medicina umana è stata utilizzata anche in alternativa all’anestesia in particolari situazioni. 

MEDICINA TRADIZIONALE CINESE 

Spiegata in parole semplici, la medicina tradizionale cinese si basa su un sistema di energie vitali (Qi) che circolano nel corpo lungo dei canali (meridiani) ed esercitano la loro influenza su tutte le funzioni dell’organismo. Questo flusso energetico diviene sbilanciato in presenza di una malattia, ma un trattamento mirato può liberare i blocchi e ripristinare un equilibrio armonioso tra Yin e Yang nel corpo. Si tratta di un sistema medico di tipo olistico dalle origini antichissime. Utilizza metodologie diverse da quelle tradizionali per apportare il benessere generale. Favorendo il ristabilirsi dell’equilibrio tra le tre entità che compongono l’essere umano (mente, corpo, spirito), si propone di arrivare alla radice del problema.

Con la medicina tradizionale cinese, non ci sono infatti ricadute, ma in alcuni casi, la pratica potrebbe beneficiare di un’associazione alle terapie di medicina tradizionale.

Ogni scuola di pensiero ha sviluppato, nei secoli, diverse modalità di cura. Ma la filosofia che sta alla base del pensiero e le accomuna tutte, è quella che ha a che fare con la liberazione della Qi.

L’energia vitale o prana attraversa il corpo sfruttando i cosiddetti meridiani. Ovvero canali di passaggio sottoposti alle regole yin e yang, cioè dell’equilibrio.

Per questa medicina il corpo umano è costituito da 5 elementi che sono collegati ad altrettanti organi, e al mondo fisico. Inoltre, regolano l’energia vitale:

La medicina tradizionale cinese è caratterizzata da diversi approcci terapeutici e strumenti diversi; tra le più comuni pratiche, ormai accreditate e particolarmente utilizzate anche in Occidente per risolvere un gran numero di patologie e ripristinare l’equilibrio psicofisico, annoveriamo:

  •  agopuntura
  •  digitopressione
  •  riflessologia della mano
  •  riflessologia plantare
  •  massaggio TuiNa
  •  coppettazione
  •  moxa o moxibustione
  •  varie forme di fitoterapia

Nei principi di questa medicina tradizionale rientra anche la convinzione che per essere in equilibrio si debba avere uno stile di vita che preveda di mangiare bene, seguire un corretto stile di vita, fare esercizio fisico ogni giorno, rispettare la natura e i suoi cicli e una precisa ecologia del pensiero. Le idee poste alla base della medicina tradizionale cinese, oltre ad influenzare molte branche della scienza medica, interessano anche arti marziali ed esercizi come il Qi Gong ed il Tai Chi Chuan.

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