I vantaggi di una medicina energetica

30 Aprile, 2020
Tempo di lettura: 6 minuti

Il manuale medico on line di una delle più grosse multinazionali del farmaco a livello mondiale, riporta a proposito delle medicine energetiche:

“Le terapie energetiche sono incentrate sui campi energetici che si pensa esistano dentro e intorno al corpo” … “Tutte le terapie energetiche si fondano sulla profonda convinzione che esista una forza vitale universale, o energia specifica, che risiede dentro e intorno al corpo: il vitalismo. Non esiste alcuna evidenza scientifica a sostegno dell’esistenza di una simile forza universale.”

Di fatto quindi, la multinazionale sostiene che non esiste un’evidenza scientifica che sostenga l’esistenza dell’energia vitale. Quindi i clienti, ovvero i destinatari dei farmaci che producono, sono oggetti inanimati? Impossibilitati ad effettuare un elettrocardiogramma (energia elettrica), una risonanza magnetica (onde elettromagnetiche). Tanto meno possono asserire con certezza che due magneti si attraggono tramite una forza invisibile, che però è in grado di attirare l’uno all’altro.

Il discorso non fa una piega dal momento che si decide a tavolino di omologare gli esseri viventi come se fossero tutti uguali. Prescrivere farmaci che abbiano lo stesso identico effetto su tutta la popolazione. Ed infatti le aziende farmaceutiche testano i loro farmaci su volontari, tutti in età compresa in un dato range e tutti maschi. La variabilità del ciclo ormonale delle donne inficerebbe infatti i risultati. Sui bambini poi, per ragioni etiche non è ovviamente possibile testare farmaci. Ovviamente la questione etica si estende anche a donne incinte e in allattamento.

Quindi abbiamo un folto gruppo di aziende farmaceutiche che negano l’evidenza scientifica dell’energia vitale. Ma asseriscono, d’altra parte, che le onde elettriche ed elettromagnetiche per effettuare elettrocardiogrammi e risonanze magnetiche esistono.  Si vendono farmaci, ad una vasta fetta di popolazione (donne, bambini e donne incinte ed in allattamento), senza averli mai testati su di essi.

Una scelta che include ogni paziente

Queste osservazioni, hanno spinto me, e numerosi altri medici, veterinari e farmacisti, a cercare una risorsa terapeutica che sia meno in conflitto con l’energia vitale. Personalmente infatti non trovo scientifico somministrare dei farmaci non scevri da effetti collaterali ed avversi, in una coorte di pazienti sui quali si sia potuti testarli. Cosi come trovo incomprensibile negare l’esistenza dell’energia vitale negli esseri, appunto…viventi!

D’altronde la visione cartesiana meccanicistica mette tutti al riparo dal commettere errori. Tutti al sicuro. Se ci sono indicazioni chiare e ben delineate, seguendo quelle non si sbaglia.

Ma ad un certo punto c’è un paziente, o forse 10 o 50 che escono fuori dalle previsioni, hanno una cosi detta reazione avversa. Sono i pazienti a destra o a sinistra della curva di Gauss, per cui la loro presenza e le loro manifestazioni anomale, sono previste. Ma risposte per loro non ce ne sono. Si può curare solo chi è al centro dalla curva. Per gli atri la risposta terapeutica non c’è.

Oppure si. C’è! Si chiama medicina energetica.

Aiutare l’organismo a guarire

Secondo le medicine energetiche in generale, e l’omeopatia in particolare, l’organismo naturalmente cerca di manteneresi in equilibrio. I sintomi sono la manifestazione dello squilibrio, attraverso una serie di manifestazioni esonerative.

Il sintomo, per le medicine energetiche, non è visto come un disagio in assoluto da eliminare sul nascere, ma come un segnale che il corpo ci manda per avvertirci che qualcosa è perturbato. Pe questo, va modulato attraverso scelte terapeutiche che non lo sopprimano del tutto, ma che lo lascino manifestare in modo più dolce.

I sintomi esonerativi

Nei pazienti con patologie acute il concetto di sintomo esonerativo è abbastanza chiaro: se contraggo un virus respiratorio le prime vie respiratorie produrranno del muco che funge da barriera protettiva per le cellule del naso e della trachea. Se il virus va in circolo e la sua temperatura ottimale di replicazione è 36 gradi, l’organismo produrrà una serie di sostanze in grado di aumentare la temperatura corporea di qualche grado, in modo da rendere inospitale il “terreno” alla replicazione del virus. L’organismo quindi produrrà la febbre come mezzo di difesa.

I sintomi servono quindi a ristabilire l’omeostasi.  Attraverso una serie di manifestazioni, che per la prima volta furono intuite da Ippocrate come vis medricatrix naturae, che lavora per ristabilire l’equilibrio.

Fu infatti il padre della medicina moderna a pensare che lo scopo principale di un medico fosse quello di aiutare la tendenza naturale del corpo. Grazie all’osservazione dei movimenti e rimuovendo gli ostacoli alle reazioni vitali, permettendo così all’organismo di ricostituire lo stato di salute.

Certo è che se i sintomi sono troppo violentii possono mettere a repentaglio la vita del paziente. Per fortuna, ai giorni nostri, la soglia di intervento si è fortemente allungata, anche grazie al coontributo che la chimica ha dato alla medicina, fornendo strumenti salva vita di cui tutti facciamo uso quando necessario.

Inoltre, lo stile di vita frenetico che caratterizza il nostro tempo, spesso ci impone di non poter essere malati, di dover reagire, di essere costretti a guarire in fretta, onde non rimandare impegni lavorativi e non. Tranne forse il costo in termini di salute persa.

Le medicine energetiche sono una via praticabile

A questo punto vengono in aiuto le medicine energetiche, l’omeopatia in particolare, che si pongono da ponte tra il farmaco chimico sintomatico che sopprime il sintomo, e l’attesa priva di qualunque azione terapeutica.

E’ questo a mio parere infatti il più grande vantaggio dell’omeopatia e di altre medicine energetiche e vitaliste: il poter non attendere senza causare soppressione dei preziosi sintomi, modulandoli fino alla guarigione. E’ mi ritengo fortunata rispetto a tanti miei colleghi che non conoscono e non utilizzano l’Omeopatia, ma sopratutto ritengo fortunati i miei pazienti rispetto ai loro!

Nelle mie mani posseggo infatti un’arma in più che posso utilizzare anche quando si dovrebbe solo aspettare; un esame diagnostico, il risultato di un’analisi del sangue, o una visita specialistica.

L’omeopatia non sopprime i sintomi ma li modula. Si basa su di essi per la prescrizione del rimedio adatto al paziente ed alla sua malattia. I sintomi sono infatti fondamentali perchè rappresentano la modalità di espressione del disagio del paziente ed il suo peculiare tentativo di ripristinare l’omeostasi. Di conseguenza, nell’attesa degli esami del sangue e di un’ecografia addominale, posso prescrivere sui sintomi di una dissenteria anche solo sulla base delle particolarità e delle modalità della patologia. E non importa se avrò degli esami alterati, perché il mio rimedio omeopatico non farà di certo danni non avendo sostanze tossiche al suo interno. Non avrò effetti collaterali, perché le terapie omeopatiche non ne producono, se non il così detto aggravamento, motivo per il quale è opportuno evitare l’automedicazione e ricorrere ad un terapeuta esperto.

Una volta fatta la mia diagnosi, anche attraverso le indagini, potrò perfezionare la mia prescrizione, o in certi casi confermare quella già fatta.

Nessun’altra medicina mi da queste possibilità, solo l’Omeopatia.

Non nuocere al paziente

Un altro interessante utilizzo dell’omeopatia è quello che si può praticare nell’attesa di una diagnostica di livello superiore come una TC o una RM, che si effettuano spesso dopo vari giorni e previa prenotazione o esami ematobiochimici. In un sospetto di ernia del disco, al paziente non si possono somministrare antidolorifici ed antinfiammatori prima della diagnosi. Annullando completamente il dolore, si rischia che l’animale abbia comportamenti e movimenti che aggravino il danno neurologico. Spesso però il dolore è tanto che in qualche modo andrebbe trattato. Proprio con l’omeopatia si può dare un momentaneo sollievo che consenta al paziente di continuare ad effettuare le sue funzioni organiche, senza sopprimere completamente il dolore che in quel caso è “protettivo”. Casi frequenti in cui si è in attesa di una risoluzione magari di natura chirurgica.

La gestione della patologia cronica

Fino ad ora abbiamo preso in considerazione i pazienti con patologie acute, ma anche per i pazienti con patologie croniche ed importanti, l’Omeopatia offre vantaggi immensi. Pensiamo solo che numerose patologie croniche sono inguaribili, e che moltissime insorgono in età geriatrica. Questi saranno quindi costretti ad assumere farmaci per tutta la vita, con probabile rischio di effetti avversi e notevole esborso economico per i propri compagni umani. Anche la cura omeopatica di una patologia cronica può durare tutta la vita del paziente, ma il vantaggio è che non ci sono effetti collaterali e tossici, ed i costi sono sicuramente inferiori.

Per i pazienti geriatrici il discorso sulla tossicità è ancora più delicato. Gli organi emuntori che servono a disintossicare l’organismo, quali il fegato ed i reni, si presentano spesso già affaticati dalla vecchiaia. somministrare un  farmaco a questi pazienti spesso è molto azzardato. Si rischia di far migliorare un’ aspetto fisico, per peggiorarne un altro. In questi pazienti quindi l’omeopatia risulta sempre una scelta più ponderata e spesso i risultati sono migliori che con altre medicine di origine chimica.

Attenzione per l’ambiente

Un ultimo vantaggio al quale penso sempre quando somministro o prescrivo un rimedio omeopatico, è forse quello a cui tengo di più, ovvero l’assenza di impatto ambientale.

Chi è attento all’ambiente sa infatti che acquistando prodotti alimentari provenienti da filiere biologiche e biodinamiche, può dare il suo piccolo contributo a ridurre l’impatto dei residui chimici nel territorio. Sia che si tratti di prodotti vegetali che di prodotti di origine animale. Acquistando biologico si indirizza il mercato ad avere maggiore cura del nostro ambiente. Ritengo che anche il metodo di cura dei nostri animali domestici da compagnia possa avere un notevole impatto sull’ambiente.

I quantitativi enormi di antibiotici, antiparassitari, antinfiammatori, chemioterapici che somministriamo ai nostri Pets, così come accade negli animali d’allevamento, vengono escreti attraverso gli emuntori renali ed epatico, nell’ambiante circostante. Il nostro cane portato in passeggiata spargerà quindi i metaboliti intermedi del dato antibiotico sull’erba del campetto dietro casa. Così come accade alla bovina che produce latte.

Abbiamo quindi una grande responsabilità anche da punto di vista ambientale. Cerchiamo delle alternative che siano meno impattanti ed ugualmente efficaci. Tuteliamo la salute dei nostri compagni animali, la nostra ed il bene più prezioso che possediamo: il mondo che abitiamo.

 

 

 

 

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