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1 Ottobre, 2025

Malattia renale cronica nel cane e nel gatto

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Tempo di lettura: 7 minuti

Fido beve molto più del solito ed ha appetito capriccioso? Micia ha un alito che emana cattivo odore e sei costretto a cambiare la sabbia della lettiera più di frequente?
Se Fido e Micia hanno più di 9 anni potrebbero avere l’insufficienza renale.
Ebbene si, anche se li vedi pimpanti come al solito è stimato che a partire dai 7-8 anni di età, in base a razza e taglia del tuo pet, c’è il rischio che possano avere una sofferenza renale.

Si stima infatti che il 30% dei gatti oltre i 15 anni di età e il 15% dei cani oltre i 10 anni di età sono affetti da malattia renale cronica.
Le razze canine più colpite sono: Dobermann, Lhasa Apso, Shih Tzu, Setter, Cocker Spaniel, Pastore Tedesco, meticci. Le razze feline più colpite sono: Europeo, Abissino, Burmese, Blu di Russia, Maine Coon, Persiano, Siamese.

Ma niente paura, fortunatamente la medicina veterinaria moderna ha fatto passi da gigante nella diagnostica precoce e nel trattamento di numerosissime patologie croniche, l’importante è dare attenzione ai segnali giusti e non appena si ha un dubbio, portare il tuo amato amico con la coda dal veterinario per uno screening completo.

Vediamo ora insieme di cosa si tratta e cosa possiamo fare per aiutare i nostri amici.

Rene ed insufficienza renale

I reni sono due organi pari posti nell’addome pelvico; sono formati da minuscole unità funzionali chiamate nefroni; nel cane sono circa 800.000 mentre nel gatto 200.000. 

La funzione svolta dai reni è di fondamentale importanza per la sopravvivenza: essi infatti attraverso la produzione e l’emissione di urine  “ripuliscono” l’organismo dai prodotti di scarto del metabolismo, dai metaboliti tossici e da svariate sostanze nocive immesse nell’organismo; i reni hanno inoltre funzione endocrina poiché producono alcuni importanti ormoni come l’eritropoietina, l’angiotensina II e calcitriolo, basilari per l’equilibrio di molte funzioni organiche, e, non in ultimo, i reni mantengono l’equilibrio dei fluidi corporei attraverso l’escrezione di fluidi ed elettroliti.

Questi preziosi organi filtrando il sangue attraverso i nefroni aiutano il corpo ad espellere le sostanze nocive attraverso l’urina. Man mano che i reni invecchiano i nefroni tendono a degenerare e col passare degli anni questa funzione di filtro si riduce. Alcune sostanze restano in circolo quando non dovrebbero e la funzione di filtro si altera a tal punto che si perdono altre sostanze preziose nelle urine, come ad esempio alcuni elettroliti o proteine.

Per mantenere in salute la funzionalità dei reni sono molto importanti quindi i controlli periodici , la dieta e le integrazioni; se i reni iniziano a non funzionare più bene si parla di insufficienza renale cronica, detta IRC. Ma quali sono i sintomi dell’insufficienza renale cronica?

Come capire se fido e micia hanno l’IRC

I principali sintomi dell’IRC sono depressione, debolezza, disidratazione , perdita di peso, e sintomi a carico dei vari sistemi.
I segni clinici dei vari stadi dell’insufficienza renale cronica riconoscono la stessa patogenesi ma si presentano con diversa intensità e gravità; quindi, son più lievi nello stadio iniziale e man mano che la patologia va avanti ed i reni perdono la loro capacità di filtrazione, si aggravano.

Negli stadi avanzati si può infatti avere anche aumento della sete e della produzione di urine, perdita di peso e malnutrizione, nausea e vomito, diarrea nel cane e stipsi nel gatto, disidratazione, ulcere al cavo orale, ipertensione arteriosa, debolezza muscolare, anemia, oculopatie, diminuzione delle difese immunitarie a causa di malnutrizione e sindrome tossica associata alle tossine che non possono essere eliminate più con le urine. 

Prima però che si manifestino questi sintomi così severi c’è da dire che almeno i due terzi dei nefroni devono essere compromessi; per questo è molto importante sottoporre i nostri amici a quattro zampe ad uno screening accurato per prevenire la sintomatologia più severa e cercare di rallentare il decorso della patologia.

Quali esami posso fare per prevenire l’irc?

Come sempre un accurata visita cinica è importante: il veterinario curante si accorgerà di segni indiretti di IRC, come ad esempio la disidratazione, l’alitosi, la stomatite, la perdita di peso e massa muscolare ed alla palpazione addominale, in alcuni casi, potrà apprezzare i reni, soprattutto in animali molto emaciati e magri, che si presentano più grandi o più piccoli e duri di come dovrebbero essere. 

Gli esami strumentali fondamentali per la diagnosi ed il trattamento dell’IRC restano in ogni caso un esame delle urine con misurazione della proteinuria e rapporto proteine urinarie/creatinina urinaria, esami del sangue completi di emocromo, parametri biochimici come azotemia, creatinina, fosforo, albumine, ed un ecografia dell’addome che comprenda ovviamente la pelvi. 

Oltre a questo primo pannello di screening è molto utile la misurazione della pressione arteriosa ed eventualmente un ecocardiogramma con visita cardiologica poiché le funzioni di reni e cuore sono strettamente interconnesse e l’insufficienza dell’uno può danneggiare l’altro e viceversa. 

Come capire se l’IRC di fido e micia è grave

Oltre che dall’aspetto clinico, dai sintomi e dall’atteggiamento che ha il nostro amico con la coda, è fondamentale capire lo stadio dell’IRC.
Secondo l’International Renal Interest Society (IRS), vi sono 4 stadi di IRC.

I parametri più importanti da considerare sono i valori di azotemia e creatina plasmatici, proteine nelle urine e pressione arteriosa. In base allo stadio si scelgono i protocolli terapeutici e l’eventuale protocollo dietetico da far seguire ad i pazienti canini e felini affetti da IRC, e risulta quindi fondamentale per facilitare un corretto monitoraggio e trattamento del paziente .

Solitamente nei primi stadi di IRC , stadio 1 e 2, sono presenti pochi segni clinici extra-renali e l’obiettivo terapeutico è quello di rallentare la progressione della malattia. 

A partire dallo stadio 3 e 4 diventano più frequenti e gravi i segni clinici come il dimagrimento, il vomito, la nausea, la stomatite, ecc.

Nella fase finale del 4° stadio avanzato, il trattamento diviene sintomatico, atto soltanto a migliorare la qualità di vita piuttosto che tentare di ridurre la progressione della malattia renale.

Come aiutare fido e micia affetti da irc

Una volta stabilito lo stadio di IRC in cui si trovano potranno essere messe in atto diverse strategie terapeutiche.

Negli stadi 1 e 2 solitamente si eliminano i farmaci potenzialmente nefrotossici, va identificata e rimossa qualsiasi causa di danno renale, come infezioni alle basse vie renali o ipertensione arteriosa, e va poi corretto lo stato di disidratazione assicurando la possibilità di avere accesso all’acqua fresca in abbondanza e prediligendo cibi umidi e brodosi; va poi gestita l’eventuale ipertensione arteriosa anche attraverso l’utilizzo di farmaci antipertensivi, e nello stadio 2 avanzato va introdotta gradatamente una dieta renale. 

È  molto importante introdurre una dieta renale con una relativa riduzione della quota di proteine animali provenienti da carne o pesce, che apporti poco sodio e fosforo, anche se fino allo stadio 2 precoce la riduzione delle proteine deve essere sempre molto blanda. È infatti dallo stadio 3 che si rende necessaria la restrizione proteica, ma spesso si inizia ad offrire una dieta renale già nello stadio 2 poiché in questo stadio gli animali hanno ancora appetito conservato mentre i fenomeni di iperazotemia e iperfosfatemia che compaiono frequentemente dallo stadio 3 comportano nausea, appetito capriccioso fino all’inappetenza franca.

L’inappetenza è una grande nemica dei cani e gatti con IRC in quanto la malnutrizione favorisce l’avanzare della patologia stessa. Gli animali anoressici tendono infatti a consumare la propria massa muscolare aggravando sempre di più il loro stato di cachessia. Inoltre molti integratori che si utilizzano per alleviare i sintomi dell’IRC o per cercare di rallentarne la progressione vengono offerti per via orale e diviene complicato farli assumere ad animali con nausea o anoressici. 

Negli stadi 3 e 4 possono essere necessarie anche fluido terapie endovenose che aiutino a ripristinare lo stato di disidratazione e l’equilibrio elettrolitico. 
In alcuni casi è necessario ricorrere anche ad alcuni farmaci per ridurre la nausea ed il vomito. 

È molto importante quindi decidere con il proprio veterinario curante il protocollo più adatto e la gestione multimodale in base allo stadio di IRC di cui soffre il nostro pet

Dieta renale, Omeopatia, integrazioni ed IRC

La dieta riveste come accennato un punto chiave della gestione dei cani e gatti affetti da IRC. Già dallo stadio 2 si può iniziare ad offrire a Fido e Micia una dieta protettiva per i reni, che sia fresca o industriale, l’importante è che sia appetibile e che si scongiuri la malnutrizione. Per quanto concerne le diete fresche queste devono prevedere una buona quota di lipidi che apportino energia, una riduzione proteica proporzionale allo stadio IRIS, e quindi minore nello stadio 1 e 2 e maggiore in quelli 3 e 4, come anche la qualità delle proteine deve essere scelta con attenzione prediligendo quelle con pochi scarti azotati ed alto valore biologico; i carboidrati rivestono un ruolo importante soprattutto nel cane per raggiungere le chilocalorie giornaliere, ma moderatamente vanno offerti anche ai gatti con IRC malgrado siano strettamente carnivori. Dallo stadio 2 avanzato può essere necessaria una riduzione del fosforo e del sodio apportati con la dieta; inoltre  in pazienti con patologia renale bisognerebbe prediligere l’utilizzo di fibre solubili, per il loro ruolo “prebiotico” e la loro azione sulla flora batterica intestinale.

Fondamentale è quindi affidarsi ad un medico veterinario esperto in nutrizione che possa formulare una dieta fresca bilanciata per i pazienti con IRC. Per quanto concerne le diete industriali è bene affidarsi a marchi che siano sicuri e che abbiano un servizio scientifico alle spalle: anche le formulazioni industriali per l’IRC infatti vanno offerte con cautela e solo previo consiglio del veterinario curante.  

Come per tutte le patologie croniche l’Omeopatia può davvero dare un importante contributo a mantenere quanto più possibile in equilibrio il paziente; oltretutto nell’IRC molti farmaci non possono essere utilizzati o devono essere utilizzati con particolare cautela.

Nel repertorio omeopatico vi è una rubrica dedicata all’IRC che annovera circa 45 rimedi omeopatici, tra questi i più conosciuti per il trattamento di questa patologia sono:

Apis quando il paziente ha assenza di sete malgrado la disidratazione

Arsenicum album che si può ipotizzare possa aiutare pazienti con forme gastroenteriche legate all’IRC e che bevono molta acqua

Apocynum cannabinum quando l’IRC comporta formazione di edemi,

alcuni rimedi della famiglia delle Magnesie quando la sintomatologia è associata a vomito e rigurgiti acidi,

Phosphorus quando compaiono effusioni emorragiche a carico delle urine o in altri liquidi corporei, in pazienti con sete molto intensa.

Naturalmente soltanto il rimedio simillimum prescritto da un terapeuta esperto è in grado di rallentare il processo di degenerazione dei reni e pertanto il fai da te in questi casi non è mai auspicabile. 

Un alleato prezioso in corso i IRC sono gli acidi grassi omega3 e omega 6; tra gli acidi grassi da inserire nella dieta dei cani e gatti affetti da IRC andrebbero utilizzati anche EPA e DHA provenienti da olio di pesce, molto efficaci per la loro azione protettiva sui reni e per i loro effetti benefici nel contrastare l’infiammazione, l’ipertensione e l’ossidazione presenti nell’organismo di pazienti affetti da IRC.

Mentre tra gli olii vegetali, alcuni nutrizionisti veterinari prediligono l’olio di germe di grano perché, oltre ad apportare acidi grassi essenziali, presenta un elevato contenuto in vitamina E che rientra tra i nutrienti chiave in corso di IRC grazie alla sua potente funzione di antiossidante cellulare.

BIBLIOGRAFIA

Polini H. – Insufficienza renale cronica del cane e del gatto: studio retrospettivo su 10 anni di attività clinica. Corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria, Università di Pisa, aa 2010-2011.

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