Tra i professionisti che hanno assistito il Re, spicca il dottor Michael Dixon, nuovo capo della Royal Medical Household medico omeopatico e noto sostenitore della medicina integrativa. Questo ramo della salute, che unisce la medicina tradizionale con terapie complementari come l’Omeopatia, rappresenta un segnale di modernità per la monarchia britannica, spesso percepita come custode delle tradizioni più rigide.
“La medicina integrativa non è una moda, ma una necessità”, ha dichiarato in passato il dottor Dixon, e il Re sembra condividere questa visione. L’idea di trattare il paziente nella sua globalità — corpo, mente e spirito — risponde a un bisogno sempre più sentito nella società contemporanea, dove stress e stili di vita frenetici minano il benessere individuale.
L’Omeopatia, in particolare, ha un ruolo di rilievo in questo approccio: sempre più riconosciuta come un valido supporto per migliorare la qualità della vita e stimolare la capacità di autoguarigione dell’organismo. Non è un caso che il professor Richard Leach, altro professionista insignito del Royal Victorian Order, abbia sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare alla salute.
Re Carlo, che da decenni è un convinto sostenitore dell’agricoltura biologica e della sostenibilità ambientale, dimostra con questo gesto di voler promuovere anche una visione più ampia della medicina. La salute, sembra dirci il sovrano, non è solo assenza di malattia, ma equilibrio e armonia tra gli elementi che compongono l’essere umano e regolano le sua relazioni con l’ambiente e gli altri esseri viventi.
Questa apertura verso la medicina integrativa potrebbe segnare un punto di svolta per la percezione pubblica dell’Omeopatia e di altre discipline complementari, spesso sottovalutate o fraintese. Carlo III non è solo un monarca che infrange il silenzio sulla propria salute, ma anche un simbolo di come tradizione e innovazione possano coesistere per il benessere collettivo.
La scelta di rendere pubblici questi dettagli non è solo un gesto di trasparenza, ma un invito a riflettere su un sistema sanitario più inclusivo e personalizzato. “La medicina del futuro sarà integrativa o non sarà”, sembrano suggerire le scelte del sovrano. E se anche la monarchia britannica, con la sua storia millenaria, può abbracciare il cambiamento, forse è davvero arrivato il momento di guardare alla salute con occhi nuovi.