Vengono chiamati bambini arcobaleno i bimbi arrivati in questo mondo a seguito di aborti spontanei o volontari e morti neonatali.
Momenti di profonda sofferenza e disperazione per le famiglie, in particolare per le mamme che, all’arrivo questi bambini davvero speciali, arcobaleno, ritrovano un pò di pace ed il sorriso.
Ma esiste il rischio che alla gioia della nascita possano unirsi sentimenti conflittuali per il ricordo triste delle precedenti esperienze e sensi di colpa nel percepirsi nuovamente felici.
Un’ importante responsabilità, quella del bambino arcobaleno, una Luce che “arriva” dopo un periodo buio, spesso non completamente superato. Il simbolo dell’arcobaleno sta da sempre a rappresentare il ponte tra la vita sulla terra e le energie superiori, cosmiche. Rimanda alla nostra capacità di andare oltre le prove difficili della vita. Mi piace l’idea dell’arcobaleno come primo luogo d’incontro ed abbraccio energetico tra la mamma ed il suo bambino.
Ho ripensato a questo tema pochi giorni fa, quando mi è capitato tra le mani un vecchio libro che lessi da ragazzina: “I nove scalini”. Tratto da una storia vera, narra del contatto, durante il periodo della gravidanza, di una madre e l’anima della bambina che sta crescendo dentro di lei, Rebecca. Fu uno dei libri che mi aprì al mondo del non visibile.
“Dopo tanti anni di studio e di esperienza riguardanti il “dopo-vita”, nel libro “I 9 Scalini” gli autori Anne Givaudan e Daniel Meurois hanno studiato l'”ante-nascita”. Servendosi del metodo di uscita cosciente dal corpo, hanno seguito l’itinerario dell’incarnazione di un’anima durante i nove mesi di gravidanza.
Giorno per giorno hanno annotato scrupolosamente tutte le metamorfosi psichiche e fisiche di Rebecca, l’entità consenziente sotto osservazione.
La vita fetale, il processo, i legami fra genitori e figli, la comunicazione intra-uterina, vengono proposti in questo libro sotto una luce assolutamente nuova.”
Lettura d’infinita dolcezza, non può che far riflettere sul trauma psicoemotivo che può arrivare dalla perdita. Quante volte abbiamo sentito dire ad una donna in dolce attesa, “Appena ho saputo di essere incinta, mi sono sentita in compagnia.” Ebbene, il libro testimonia questa sensazione di compagnia, questa energia avvolgente, irradiante che custodisce la mamma sin dai primi istanti della gravidanza, l’aspetto sacro del dono della vita.
Inevitabile quindi che, in caso di perdita del bambino, una madre percepisca profondamente il lutto, il dolore. Un lutto che dovrà essere elaborato, metabolizzato, interiorizzato, nei giusti tempi, ricordate le orche di Genova?
Spesso si sottovalutano questi passaggi, e si tende ad invitare la mamma a proseguire “senza pensarci”, “la vita continua, andrà meglio la prossima volta”.
In realtà, perché una nuova vita possa essere accolta serenamente, occorre far vivere alla mamma, ai genitori, il lutto della perdita fino a che si dissolva e possa tornare la luce.
Qualsiasi esperienza facciamo il corpo la ricorda.
Il pianto di un bambino, un odore, un sapore, un incontro, un oggetto. Pochi istanti per far riemergere emozioni e sentimenti.
Non dobbiamo mai pensare che tutto sia finito se non lo abbiamo elaborato e lasciato andare.
Diamoci i tempi e gli spazi giusti
Camminare all’aria aperta permette di scaricare tensioni e perturbazioni emotive. È sufficiente, ogni qualvolta sia possibile, passaggiare in un parco o in un’area verde, per sfruttare il potere calmante ed il senso di continuità e rinnovamento insito nella natura.
Rivolgendoci a figure professionali sarebbe bene chiedere sostegno anche con il consiglio di rimedi omeopatici.
Nel trauma psicofisico molto efficace è Arnica.
Grande supporto danno i rimedi del pianto.
Per stati depressivi, preoccupazioni, paure: Ignatia;
con chiusura, desiderio di solitudine e isolamento: Sepia;
nel ripiegamento su sé stessi, con tristezza, rifiuto del coforto di amici e familiari: Natrum muriaticum.
Lutto in gravidanza e Fiori di Bach.
Honeysukle, fiore del lutto, aiuta a chiudere cicli spiacevoli di vita e a ritrovare serenità;
Star of Bethlem, aiuta nel sciogliere il trauma di eventi che si cristallizzano dentro di noi.
Walnut, fiore di protezione energetica, aiuta ad accompagnare chi ci ha lasciato aprendo la strada a chi arriverà;
Mimulus, fiore della paura, aiuta a ritrovare coraggio quando si teme che “possa ricapitare quella determinata cosa”;
Pine, fiore dell’autoaccusa, aiuta a superare i sensi di colpa.
Altro prezioso alleato è il suono. Come la mamma culla il suo bambino sin dal grembo materno, parlando, cantando, facendo ascoltare musica perinatale, in altrettanto modo può aiutare sè stessa a guarire dopo il lutto.
La musica ad alta frequenza risuona nel nostro corpo, libera blocchi emotivi ed espande la nostra coscienza. Consente di sintonizzarci sulla saggezza dell’Universo, sulla Divina Intelligenza e sulla nostra Anima. Crea Unità invece di separazione, rendendoci più amorevoli e compassionevoli. Un punto di partenza per ritrovare pace, armonia interiore, unità con la Bellezza che ci circonda e di cui facciamo parte.
Esistono inoltre pratiche di movimento e ascolto di testi che aiutano a liberare emozioni con tutto il corpo, l’euritmia, o arte del movimento, ne fa parte.
Infine, un gesto d’amore verso sè stessi e le zone del corpo traumatizzate, che hanno “sofferto”, è l’automassaggio con oli specifici.
Questo aiuta a sostenere e a mantenere vivo il dialogo profondo, sentendo, ascoltando, aiutando il nostro corpo a guarire e guarirsi, con partecipazione.
Non è mai tardi per cominciare ad elaborare il lutto perinatale.
Mai si dimenticherà una perdita, ma è possibile riuscire a guardare nuovamente al domani con gioia e fiducia.