Dottore, ma il calcio?

2 Settembre, 2020
Tempo di lettura: 4 minuti

Qualche giorno fa ho ricevuto una giovane mamma che non si spiegava come mai il suo bambino di 2 anni non digerisse bene il latte vaccino, che avrebbe voluto assolutamente inserire nella dieta, visto che la sua pediatra le aveva detto che il latte vaccino è essenziale per i bambini e che se no il piccolo non riceverebbe il calcio necessario per la corretta mineralizzazione ossea.
Io le ho detto che per il bene di suo figlio avrebbe dovuto assolutamente togliere i 3 grandi veleni bianchi: zucchero, latte vaccino (e derivati) e farine bianche raffinate.
A quel punto la signora ha sgranato gli occhi e ha iniziato a rispondere polemicamente ad ogni mia affermazione.
“Dottore ma il calcio??”

Carissimi amici,
vi siete mai chiesti perché i latticini, i formaggi e i prodotti da forno oltre ad essere oggettivamente molto buoni, in questi anni vedano sempre più persone ad essi poco tolleranti, oltre a creare una forte dipendenza da cui è difficile sottrarsi?

Vi siete mai chiesti perché questi alimenti oltre a creare una forte dipendenza, sono anche dei potenti immunostressogeni, cioè creano infiammazione di basso grado attivando le citochine della cascata infiammatoria, regalandoci o sostenendo la famigerata sindrome da permeabilità intestinale?

La spiegazione è piuttosto semplice ed è da ricercare nella produzione di 2 molecole interessanti che si producono durante la digestione della caseina e del glutine.

Parliamo delle CASEOMORFINE e delle GLUTEOMORFINE.

La realtà è che siamo circondati da droga ogni giorno, addirittura è il nostro stesso organismo a produrla: le endorfine ne sono un esempio.

Le proteine del latte, invece, sono rappresentate da due grandi categorie: le sieroproteine (circa il 20%) e le caseine (circa l’80%). Queste ultime a sua volta si possono ulteriormente suddividere in α,ß, γ e k-caseine, di cui le ß rappresentano circa il 30% delle caseine totali.
I cereali come la segale, il frumento, il kamut, l’orzo, il farro ed i loro derivati sono tutti accomunati da un unico grande denominatore comune: la presenza del glutine.

Quando ingeriamo i latticini (prevalentemente vaccino) o alcuni dei cereali citati prima, gli enzimi digestivi possono processare il glutine e le ß-caseine, dando vita rispettivamente alle gluteomorfine e alle ß-caseomorfine (composti simili alla morfina ma derivati dal glutine e dalla caseina).

I recettori per gli oppiodi sono espressi dappertutto nel nostro corpo, ma in particolare nel sistema nervoso centrale e lungo il tratto gastrointestinale, dove modulano la motilità enterica, la produzione di muco, di ormoni e le cellule del sistema immunitario intestinale: le cellule enterocromaffini, in diretta comunicazione col nervo vago, ovvero col cervello (asse intestino-cervello).

Diversi studi evidenziano come sia le gluteomorfine, che le caseomorfine siano in grado di legarsi con estrema affinità a questi recettori, determinando stanchezza, alterazione dello stato ansioso, senso di annebbiamento, sonnolenza, predisposizione all’insorgenza di allergie e intolleranze e indurre stati di infiammazione cronica di basso grado.

Questo è anche il motivo perché in pazienti affetti da neurodiversità (ASD, ADHD, ecc.) è fondamentale una dieta priva di glutine e caseina!

Gluteomorfine e caseomorfine, esattamente come la morfina, inducono anche un potente rallentamento della motilità gastrica con conseguente stitichezza.

Ma c’è di più: le caseomorfine possono creare intolleranza al lattosio. Sì, hai capito bene. Tu pensavi che il problema fosse lo zucchero del latte e invece, probabilmente la causa è proprio la caseina. L’infiammazione che queste proteine provocano può, infatti, interferire con l’attività della lattasi, determinando la tanto citata intolleranza al latte (probabilmente nei soggetti con già una scarsa lattasi). Ancora, glutine e caseina alterano profondamente il microbiota intestinale, a causa della riduzione del transito con conseguente maggiore fermentazione, attraverso l’infiammazione indotta dalla produzione di citochine innescando un temibile circolo vizioso.

L’infiammazione cronica di basso grado è la causa di molteplici patologie, anche molto distanti dall’intestino (pensiamo alla tiroide), favorisce la candidosi, la stanchezza cronica, la sindrome dell’intestino irritabile, le allergie, le intolleranze agli alimenti, l’infertilità. Per concludere in bellezza, come tutti gli oppiacei, i latticini, in particolare il formaggio, e i cereali raffinati contenenti glutine, specie quelli ad alto indice glicemico, possono creare dipendenza ed astinenza se decidiamo di toglierli per i motivi sopra spiegati.

Il vero mito però che continua a perdurare, è il fatto che il latte sia indispensabile per l’assunzione di calcio.
“Dottore, ma il calcio?”

E’ fondamentale sapere che le popolazioni occidentali che consumano latte e derivati hanno un’incidenza di osteoporosi molto maggiore delle popolazioni orientali che il latte invece non lo bevono affatto. E’ evidente che abbiamo sbagliato qualcosa.

Inoltre, il vero problema è che il latte è acido, quindi per processarlo il corpo è costretto a sciogliere dalle ossa i preziosi carbonati che tamponano basicamente la digestione del liquido infame e velenoso. Quindi il calcio che bruciamo nel processo di tamponamento alcalino sarebbe comunque più di quello ingerito attraverso il latte stesso.

Terzo, e qui è la novità delle ultime ricerche, la situazione è ancora peggiore di così. Il calcio del latte non è solo minore rispetto a quello che il latte stesso ci costringe a “bruciare” dalle ossa. Il calcio del latte vaccino non è biodisponibile per gli esseri umani.
Quindi, quand’anche non ci fosse il problema dell’acidità, noi il calcio dal latte vaccino non lo assimileremmo comunque.

Bibliografia:

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Trivedi M.S, Shah J.S, Al-Mughairy S., Hodgson N.W., Simms B., Trooskens G.A., Van Criekinge W., Deth R.C. Food-derived opioid peptides inhibit cysteine uptake with redox and epigenetic consequences (2014). J Nutr Biochem, 25(10):1011-8.

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