Redazione

I disturbi del sonno dei bambini

19 Dicembre, 2019
Tempo di lettura: 4 minuti

Il sonno è uno dei più importanti ambiti della nostra vita, è necessario per la sopravvivenza e per mantenere un buono stato di salute. Non conosciamo ancora del tutto i meccanismi che lo governano, ma gli studi stanno iniziando a chiarire molti aspetti. E’ acclarata, per esempio, la relazione tra efficienza diurna e la qualità del sonno notturno. Le ore di sonno hanno una funzione ristoratrice delle funzionalità dell’individuo. Mentre dormiamo eliminiamo dal nostro cervello una proteina tossica, la beta-amiloide, una sostanza di scarto delle normali attività celebrali, il cui accumulo interferisce con il funzionamento cerebrale. Il tempo necessario ad ogni individuo è variabile, e cambia in base a molti fattori soggettivi, come l’età, l’alimentazione, l’uso di farmaci (molti dei quali alterano la fisiologica alternanza di sonno veglia).

Quante ore dormire?

Nei primi mesi di vita dormiamo 14/18 ore al giorno, alternando la veglia per le poppate a lunghi periodi di sonno. Crescendo, le ore di sonno diminuiscono, passando a 12/14 ore negli anni dell’asilo, fino alle 10/12 ore nell’età delle scuole medie e superiori. Seppure si tratti di un processo del tutto naturale, per i bambini, abbandonarsi al sonno è spesso un passaggio difficile. E’ un momento di crescita dell’individuo che può risultare difficoltoso. Sono diversi e abbastanza comuni “disturbi” del sonno nell’infanzia. Per questo non è il caso di allarmarsi, è importante comprenderne le cause e agire in maniera consapevole per aiutare i nostri figli a superare questa momento della loro crescita.

Le difficoltà ad addormentarsi

La fase del passaggio tra veglia e sonno costituisce uno scoglio che, a volte, il bambino stenta ad accettare. I motivi di questa difficoltà sono molteplici, ed alcuni di questi peculiari dell’età infantile e con la crescita tendono a scomparire autonomamente. Sta al genitore favorire questo switch che fa parte del diventare grandi.

Il processo della perdita di controllo, al bambino crea ansia: entra in quella spirale di stanchezza e resistenza al sonno che lo porta a diventare nervoso ed a rendere ancora più difficile il processo. In questi casi è utile permettere al bambino di coricarsi con un oggetto di conforto come il suo pupazzo preferito o associare il momento della nanna a un gesto “rituale” con il quale avviarsi dolcemente ma rapidamente verso il sonno.

Anche l’eccitazione per le “conquiste” del giorno appena concluso è spesso causa delle difficoltà ad abbandonarsi la veglia.

Tra l’ottavo e il diciottesimo mese una delle cause della difficoltà ad addormentarsi è dovuta all’ansia da separazione. E’ un atteggiamento del tutto normale, che si risolve quando il bambino diventerà consapevole della permanenza di quello che lo circonda e avrà acquistato fiducia. Per permanenza di quello che lo circonda, si intende quella consapevolezza che qualcosa (genitore compreso) continua ad esistere anche quando non la si vede.

Altri casi frequenti sono quelli legati alla difficoltà di coricarsi. Ciò si verifica spesso, quando si è consentito al bambino di rimanere sveglio più del solito, per più sere consecutive. Così facendo il sensibile orologio interno del bambino si reimposta ad un orario di sonno spostato in avanti.

Gli incubi

Gli incubi sono, tra gli eventi notturni che più ci scuotono in quanto genitori. A dire il vero, sono quelli che meno debbono preoccuparci, a patto che non si verifichino con frequenza. Sono sogni spaventosi, che caratterizzano la fase REM del bambino (la fase di sonno più profonda ed in cui il cervello è in forte attività). Le cause degli incubi occasionali è da ricercarsi nelle suggestioni a cui il bambino è stato sottoposto nelle ore del giorno appena trascorse, quali un film, un racconto che lo ha turbato o qualche evento che lo ha colpito, incidendo sulla sua immaginazione. Caratteristica degli incubi è il fatto che il bambino ricorda spesso tema o trama del sogno.

Terrore notturno

Altro disturbo molto frequente nella fascia di età che va dai tre agli otto anni, sono gli episodi di terrore notturno. Il bambino grida, suda e si dibatte, sembra non accorgersi della presenza dei genitori. Dopo il picco di terrore, il bambino, si riaddormenta rapidamente e al suo risveglio non ricorda nulla di ciò che gli è accaduto durante quei momenti. Un terzo dei soggetti che manifesta episodi di terrore notturno presenta anche episodi di sonnambulismo. Questi disturbi scompaiono quasi sempre spontaneamente senza alcun trattamento farmacologico. Quella del sonno è una sfera molto delicata, dove l’intervento sui disturbi deve essere ben ponderato, con un medico, evitando di tirare conclusioni affrettate. Nel sonno si manifesta spesso una parte profonda del bambino che è impegnato in un processo di crescita non privo di difficoltà.

Il risveglio notturno

Quasi tutti si risvegliano più volte durante il sonno, ma si riaddormentano in fretta. Ciò succede anche ai bambini, spesso quando si trovano in periodi di stress. Non sempre riaddormentarsi è semplice, spesso le abitudini dei genitori non contribuiscono al rapido recupero della condizione di sonno. Per esempio riposini pomeridiani troppo prolungati, o lunghe “sessioni” di videogiochi posso creare quelle condizioni che rendono difficile il riaddormentarsi. Anche il risveglio in un luogo diverso diverso dal quale il bambino si è addormentato, per esempio quando i genitori hanno l’abitudine di farlo addormentare nel “lettone” per poi metterlo nel suo giaciglio. Fare in modo che il bambino si risvegli sempre nello stesso luogo nel quale si è addormentato accresce la sua sicurezza, come lasciare accesa una luce di cortesia per i bambini a partire dai 2/3 anni favorisce il rapido recupero del sonno.

Il sonno è un mondo nel quale da pochi anni ci è dato addentrarci e dove certamente ci sono tantissimi aspetti che le neuroscienze sapranno svelare. Avviciniamoci al sonno dei nostri figli ponendo attenzione sulle loro abitudini di riposo e sulle possibili distorsioni di questo, senza ricorrere troppo in fretta a farmaci e rimedi, se non dopo aver ben valutato insieme al nostro medico. In caso di episodi ripetuti di disturbi del sonno è da privilegiarsi un approccio con le “medicine dolci”. In primis l’Omeopatia che ci darà la possibilità di un intervento altamente individualizzato e di profondo riequilibrio, andando a considerare nella sua diagnosi di rimedio, aspetti fisici, emozionali e mentali. Di grande aiuto anche le terapeutiche che lavorano sul terreno di base del soggetto, come la fito-gemmo terapia e l’oligoterapia, ma sempre coadiuvati da un medico esperto in questi approcci.

Gli antichi ci hanno insegnato che il sonno è il regno dell’anima, dove le nostre forme profonde affiorano per manifestarsi, per questo il nostro primo approccio ai disturbi deve essere accompagnato da attenta osservazione, sensibilità per ciò che i nostri figli stanno vivendo ed equilibrio nei nostri interventi.

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