L’impatto del lockdown sui bambini

3 Agosto, 2020
Tempo di lettura: 4 minuti

Gran parte delle organizzazioni internazionali che si occupano dell’infanzia hanno preso in esame le condizioni in cui i soggetti in età pediatrica vivono e hanno affrontato il periodo di confinamento causato dalla pandemia in corso.

Lo Smithsonian Science Education Center, collegato all’OMS, ha sviluppato delle linee guida per i bambini e i giovani con l’intento di osservare gli aspetti scientifici e sociali della pandemia e per consigliare comportamenti adatti.

Molte altre note organizzazioni internazionali che si occupano dell’infanzia come l’UNICEF o Save The Children, per citare le più attive, hanno emanato vademecum ad hoc.

Cosa è successo in Italia

Italia sono stati adottati provvedimenti particolarmente restrittivi per garantire comportamenti sicuri in famiglia e nelle comunità. Questo forse per l’assunto che la popolazione italica possegga delle caratteristiche di individualismo accentuato e una scarsa aderenza alle regole.

In realtà la componente infantile nostrana ha seguito in maniera esemplare le indicazioni ricevute, almeno secondo Sandra Zampa, sottosegretario alla salute. “Sono stati straordinari in questa prova, mentre si pensava fossero i primi a violare le regole”.

Uno studio dal Gaslini di Genova

In Italia lo studio più esteso sul comportamento dei bambini in isolamento è stato realizzato dall’ospedale Gaslini di Genova. Il campione è composto da 3.245 famiglie di bambini sotto i sei anni e altrettante con figli sopra sei anni.

I risultati, che hanno avuto una vasta diffusione, confermano l’ottima aderenza dei bambini alle regole, ma segnalano numerosi disturbi comuni alla popolazione intervistata, in particolare irritabilità, attacchi d’ansia e disturbi del sonno (VEDI TAB, 1-2).

In un contesto così vasto di reazioni, indagare con dei questionari, anche se validati, riduce il campo di osservazione reale. L’indagine che abbiamo realizzato, seppur con dei numeri insufficienti per inquadrare adeguatamente il comportamento dei bambini, mette invece in risalto la diversità e la unicità degli individui, ricavando informazioni preziose, che se standardizzate, non sarebbero accessibili e verrebbero trascurate. La visione della soggettività esalta gli aspetti imprevedibili in quanto ogni persona, in questo caso ogni bambino, manifesta il proprio comportamento, così come nessun individuo malato soffre una patologia nello stesso modo di un altro.

Il nostro studio

Lo studio che proponiamo è il risultato della raccolta dei sintomi e gli aspetti emozionali, intellettuali; il movimento fisico, l’appetito e il sonno. L’approccio omeopatico è stato utile per inquadrare il fenomeno in quanto la raccolta dei sintomi, provenienti dall’osservazione di medici omeopati della FIAMO Toscana e di altri medici omeopati, è stata realizzata senza la compilazione di un questionario, ma lasciando il medico libero nei suoi rilevamenti, pertanto i risultati risentono meno dei “bias di informazione”.

I risultati

Sono stati raccolti 78 sintomi, su un campione di 41 bambini. Maschi 48% Femmine 52%. Età media 6.78 anni.

La sintomatologia emotiva prevalente osservata ha riguardato come nucleo centrale una reazione che possiamo classificare come “regressiva”. Dodici sintomi riportati riguardano il bisogno di compagnia e di vicinanza. Non abbiamo indagato le condizioni famigliari perché avrebbe comportato una indagine molto più complessa. Nonostante si ritenga che in gran parte delle famiglie sia aumentato il tempo dello stare insieme, nel corso del confinamento l’atteggiamento dei bambini più segnalato riguarda il bisogno di vicinanza, di dormire con i genitori, di aumentare il contatto fisico.

Clima emotivo in famiglia

E’ presumibile che questo derivi dal clima che i bambini hanno vissuto, un clima che dipende molto dalle condizioni emotive parentali e da come le famiglie hanno affrontato la pandemia.

Non siamo a conoscenza delle condizioni famigliari: se un bambino vive in una famiglia amorevole oppure se sono in atto elementi conflittuali soffocanti eventualmente aggravati del confinamento, o altro. Non possiamo dire che in certe condizioni di disagio una generica paura di ammalarsi o che i famigliari si ammalino, abbia avuto un ruolo preciso nel generare i bisogni di vicinanza e di affetto che i bambini hanno manifestato.

Rituali, pensieri ossessivi e tics

Altro nucleo rilevato è quello dei rituali e dei pensieri ossessivi. Otto bambini hanno manifestato movimenti ritmici e pensieri ossessivi specialmente prima di prendere sonno, altri hanno manifestato tic anche violenti e ripetuti. Non sono stati segnalati comportamenti sull’uso di DPI o nel lavaggio delle mani, ma sul movimento (avanti indietro, saltelli, movimenti involontari ecc.). E’ noto che tali reazioni si verificano per placare l’ansia che nei bambini viene spesso vissuta come un silenzioso malessere.

 Enuresi notturna

Associamo a questo stato ansioso un altro sintomo rilevato in 7 bambini, ovvero la comparsa di una enuresi notturna secondaria (età media 7,5), che riteniamo numericamente rilevante.

Non abbiamo indagato se l’enuresi si è poi risolta o il numero delle notti in cui si è presentata, ma il significato regressivo di questo sintomo viene confermato da varie interpretazioni psicologiche. In molti testi leggiamo che l’enuresi può segnalare la difficoltà che il bambino sta affrontando nel gestire importanti cambiamenti nel suo sviluppo come la nascita di un fratello oppure l’inizio della vita scolastica. Può verificarsi in presenza di un conflitto nella coppia genitoriale o in situazioni famigliari di difficoltà e di tensione.

Altri sintomi

La tristezza e la malinconia hanno caratterizzato più il periodo a partire dalla seconda metà di aprile, mentre dopo le aperture di maggio e giugno sono stati segnalati 9 casi di bambini che non volevano più uscire, neanche per incontrare i loro amici preferiti. Questi atteggiamenti potrebbero fare parte sempre del primo nucleo già descritto, osservato precocemente fin dalla prima settimana di marzo.

Alcuni bambini hanno presentato delle forme di astenia, atteggiamenti demotivazionali e inattività, con qualche caso di deficit della concentrazione. Il cibo è stato consumato in maniera esagerata da cinque bambini (solo femmine) che hanno accumulato peso.

Rimedi omeopatici

L’uso dei rimedi omeopatici come Ignatia e Natrum muriaticum ha offerto una ipotesi di lettura del livello emozionale dei bambini in isolamento. Una parte di loro specie nella seconda fase della pandemia, hanno manifestato un atteggiamento di chiusura e di rifiuto a riprendere la vita precedente.

Non ci siamo posti l’obiettivo di valutare l’efficacia delle cure omeopatiche, ma il fatto di scegliere un certo tipo di rimedi segnala quanto sia stato profondo il disagio in alcuni di loro.

Conclusioni

Con tutte le limitazioni quantitative, l’indagine che abbiamo prodotto ha fatto emergere elementi interessanti dovuti alla analisi descrittiva proveniente da informazioni spontanee.

Inquadrare un nucleo dinamico ha un valore di rilevante interesse per una visione non settorializzata ma tendente al globale che è propria della medicina omeopatica.

Abbiamo individuato nella sedentarietà forzata e nell’obbligo della chiusura una causa del disagio infantile non solo genericamente espressa come ansia, paura o irritabilità ma avente una forma più vicino a una dinamica emotiva con una sequenza di eventi e di reazioni che hanno portato molti bambini a rispondere con sintomi regressivi e ossessivi.

 

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