Redazione

Instagram crea danni psicologici a tuo figlio?

Così sostiene il Wall Street Journal in base ai dati trapelati nei Facebook papers
4 Dicembre, 2021
Tempo di lettura: 2 minuti

Facebook sa che i meccanismi di Instagram sono nocivi per la salute mentale degli adolescenti, ma ciò nonostante non interviene in alcun modo. È un’accusa pesante quella mossa al gigante dei social network (che ora ha cambiato nome in “Meta”) da parte del Wall Street Journal. L’inchiesta del giornale statunitense si basa sui documenti trapelati per mano di una ex-dipendente, Frances Haugen, e che hanno dato il “la” allo scandalo che la stampa ha chiamato “Facebook papers”. Il polverone ha fra l’altro portato, secondo quanto annunciato dal New York Times, all’apertura di un’indagine da parte dei procuratori generali di 11 Stati americani. L’accusa vuole capire se Facebook abbia commesso violazioni delle leggi sulla protezione dei consumatori.

Instagram crea danni psicologici a tuo figlio?

Secondo quanto emerso dai documenti pubblicati dalla whistleblower (nome che negli Stati Uniti indica chi fa trapelare documenti riservati dall’interno), i vertici di Facebook sarebbero da tempo a conoscenza delle criticità di Instagram. Lo sarebbero di sicuro da quando l’azienda stessa aveva commissionato a un gruppo di esperti un approfondimento durato 18 mesi sugli effetti delle interconnessioni all’interno del social network. Il gruppo fin dai primi report nel 2019 aveva segnalato che il modello di interazione sulla piattaforma portava “confronti sociali negativi”, in particolare per la forte spinta alla competitività su bellezza, ricchezza e successo.

La sensazione di inadeguatezza data dalla competizione

Sempre secondo il team interno all’azienda, la sezione “esplora” dell’app si concentra troppo su argomenti quali l’abbellimento del viso, stili di vita e immagini irrealistiche del corpo. Addirittura più di quanto non lo facciano i diretti concorrenti TikTok e Snapchat, pur entrambi non specchiati modelli di inclusività. “Per una ragazza adolescente ogni tre, noi peggioriamo i problemi legati all’immagine del corpo” mettevano nero su bianco, avvertendo delle possibili conseguenze riguardanti disturbi alimentari e tendenze suicide. “Il 32 per cento delle ragazze adolescenti hanno detto che quando si sentivano male in relazione ai loro corpi, Instagram le faceva sentire peggio”. Sempre secondo uno dei sondaggi riportati tra gli adolescenti con tendenze suicide, il 13% dei ragazzi inglesi e il 6% di quelli americani identificavano in Instagram l’origine delle pulsioni suicide.

Cosa ha fatto Facebook al riguardo?

Come hanno reagito i vertici della società a questi avvertimenti? Rifiutando di ammettere qualsiasi forma di responsabilità. Zuckerberg, interrogato dal Congresso Usa nel 2021, dichiarò che “Le ricerche che abbiamo mostrano che utilizzare app social per connettersi con altre persone può avere effetti benefici per la salute mentale”. Anche l’inchiesta del Wall Street Journal, in ogni caso, ha ammesso che qualche timido tentativo di migliorare la situazione sia stato posto in essere da Facebook.

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