La febbre del bambino: come affrontarla

27 Settembre, 2021
Tempo di lettura: 8 minuti

La febbre è l’aumento della temperatura corporea non dovuta a cause di riscaldamento esterno o attività fisica ma ad una azione centrale da parte dell’ipotalamo, il nostro termostato, normalmente regolato sui 37°.
Volendo fare una classifica, fra tutti i sintomi oggi considerati “banali” in età pediatrica (e in altre età) la febbre è assolutamente la regina fra i sintomi allarmanti: la febbre è la maggior causa di ansia per la salute, forse ancora la più temibile. Sul podio resta incontrastata al primo posto da innumerevoli anni e di conseguenza crea grande accesso allo studio medico.

La febbre causa malessere generale al bambino ma soprattutto grande sconcerto e preoccupazione per i genitori. Il bambino febbricitante, ancor peggio delirante, getta quasi sempre la famiglia nel panico. Che sarà? Perché ha la febbre? Quale accidente ha colpito nostro figlio? La febbre viene talvolta vissuta come malattia in sé ma ancor più spesso e più correttamente come un disagio provocato da una misteriosa malattia in causa nel provocarla. Preoccupazioni del tutto legittime, condite da giustificate ansie legate al mistero: occorre svelarlo subito, questo mistero, e intervenire “prima di subito” per contrastarlo!
Tutto ciò è retaggio culturale molto antico, trasmesso da innumerevoli generazioni: molto tempo fa la febbre era infatti vissuta come “una malattia che può far morire”, cosa che peraltro spesse volte, a quei tempi, corrispondeva al vero.
Nell’era che potremmo definire pre-microbiologia la febbre espressione di un “miasma”, di una malattia sconosciuta che a volte poteva portare alla morte (colera, peste, tubercolosi, difterite, brucellosi, malaria, per citare le malattie più frequenti, oggi scomparse o curabili).

La causa della febbre è legata alla presenza di molecole circolanti “in grado di produrre fuoco” (pirogeni) che possono essere esogene, cioè estranee all’organismo, o endogene, vale a dire prodotte dall’organismo in seguito alla presenza di virus o batteri che l’hanno infettato o da cellule immunitarie stimolate dall’infezione. Questo è ciò che dovremmo spiegare ai nostri pazienti. Ma la questione non è così semplice, come vedremo.
Sappiamo oggi che la febbre, nel caso di malattie infettive, può essere interpretata come un riflesso di difesa: l’aumento della temperatura corporea inibisce la moltiplicazione batterica e virale.
Il concetto popolare del “farsi un bel febbrone” magari adiuvati da coperte e bevande calde, potrebbe avere dunque un suo significato. Ma la reazione febbrile può anche essere legata a cause non infettive come le malattie infiammatorie croniche, le malattie autoimmuni, le malattie neoplastiche. Può anche essere legata ai farmaci. La febbre può in ultimo essere l’espressione di cause neurologiche o psicologiche e questi tipi di febbre, detti sine causa o costituzionali, riguardano per lo più bambini intorno ai 10-11 anni di età e sono spesso “semplicemente” la manifestazione di un disagio scolastico. È evidente che non è affatto semplice ricondurle ad una simile causa. Per complicare ulteriormente la questione, alcuni tipi misteriosi di febbre periodiche o ricorrenti si accompagnano ad alterazioni degli esami ematologici, indicando un’infiammazione slegata da apparenti cause esterne.
Quindi possiamo dire che la febbre non è in sé una malattia e può essere al contrario una difesa dalla malattia ma può essere anche il segnale di una malattia facile da diagnosticare, difficile da diagnosticare, molto difficile da diagnosticare o addirittura avere una causa non riscontrabile.
L’integrazione dei saperi in medicina ci aiuta da un lato a non intervenire subito contro la febbre, dall’altro a cercare di indagare sulle cause scatenanti e da ultimo a intervenire non sopprimendo il sintomo ad oltranza.

Il buon medico non teme la febbre in sé ma cerca di comprendere quanto sia temibile la malattia che l’ha scatenata.
Nel bambino, banalmente, il più delle volte la febbre è causata da malattie infettive di origine virale e le nuove linee guida pediatriche indicano di aspettare almeno tre giorni, in assenza di sintomi evidenti, prima di intervenire con farmaci o con indagini diagnostiche.
In caso di febbri prolungate di origine sconosciuta saranno necessari esami di laboratorio per valutare gli indici di flogosi (emocromo, VES, PCR), la cui negatività indica una febbre simulata o di origine neurologica. Importante l’esame urine, che può rivelare un’infezione delle vie urinarie. Nelle febbri ricorrenti auto-infiammatorie è fondamentale il dosaggio dell’SSA (amiloide serica di tipo A), che può definire il rischio di danni a lungo termine sui tessuti di organi nobili, indicando se ricorrere o no a terapie antinfiammatorie.

Diagnosi

La diagnosi di febbre non è ovviamente diagnosi della malattia che l’ha provocata. L’andamento della temperatura corporea va seguito con misurazioni periodiche durante la giornata (curva termica). La temperatura rettale fino a 5 settimane di vita equivale a quella ascellare più 0,2 gradi per settimana di vita, nelle altre età occorre addizionare 1 grado centigrado.

Il termometro

Termometro digitale ascellare – Simile al vecchio termometro a mercurio, segnala la temperatura mediante un suono Strisce a cristalli liquidi.  Si appoggiano alla fronte, il valore è approssimato al grado (il risultato può essere condizionato dalla presenza di sudorazione)

Termometro a distanza – Rivela la temperatura della fronte mediante raggi infrarossi

Termometro auricolare – In pochi secondi rileva la temperatura del timpano (non è attendibile in caso di otite o in presenza di tappi di cerume)

Termometro digitale – a forma di succhiotto Si posiziona sulla lingua per tre minuti.

I termometri a mercurio causa le leggi europee sui rischi legati all’inquinamento da mercurio non sono più in commercio.

Tipi di febbre

L’aumento della temperatura corporea che può avere un esordio brusco e improvviso o iniziare in modo lento e progressivo.

Febbricola – Non supera i 37,8° e si protrae per molti giorni
Febbre continua – Si mantiene sopra i 38,5° per 24 ore, con oscillazioni che non superano 1°
Febbre remittente – Le oscillazioni sono superiori a 1°
Febbre intermittente – Oscillazioni importanti con momenti di totale apiressia spontanea (tipica della malaria)
Febbre ricorrente – La febbre si alterna a lunghi periodi afebbrili
Febbre periodica – Ricorre con periodicità fissa, di solito un mese
Febbre ondulante – Fasi lunghe di diversi giorni con temperatura che si alza e si abbassa seguendo un movimento ondulante (tipica della brucellosi)

Terapia

Combattere la febbre è uno dei più frequenti atti di auto medicazione. L’antifebbrile ha il solo scopo di alleviare il malessere del bambino legato all’elevata temperatura ma non aiuta la guarigione. L’antipiretico più indicato in pediatria resta il paracetamolo. Molto importante è combattere l’eventuale disidratazione derivata dal sintomo febbrile, somministrando acqua e sali minerali. L’uso di terapie fisiche (bagno tiepido, spugnature, borsa del ghiaccio) può spesso aiutare a controllare la temperatura senza ricorrere a farmaci.

La febbre e le terapie omeopatiche

In omeopatia i rimedi per la febbre sono innumerevoli e per la corretta prescrizione vanno messi in relazione, oltre che alla temperatura più o meno elevata, ai sintomi individuali del malato (sete o assenza di sete, presenza o meno di sudorazione, prostrazione o agitazione, tremori, brividi, immobilità, fotofobia, irritabilità).
Possiamo considerare che la prescrizione di un medicamento omeopatico, almeno nelle patologie acute, è in sostanza la risposta alla domanda: quale è quella sostanza in grado di provocare nel soggetto sano un quadro simile a quello che presenta il paziente?
Nel caso della febbre le sostanze in grado di provocare un quadro febbrile sono più di cento.
E’ dunque necessario fornirsi di una metodologia agile per poter fare una prescrizione corretta nei tempi operativamente ristretti tipici della sindrome febbrile.
Una prima soluzione è quella di considerare per la selezione soltanto i medicamenti che la pratica clinica ha mostrato essere i più frequentemente utilizzati. E’ chiaro che un omeopata esperto sarà chiamato a conoscere una più ampia serie di rimedi che si riferiscono alla febbre. Tuttavia la conoscenza di soltanto nove rimedi permette di coprire la grande maggioranza delle condizioni cliniche febbrili più usuali.
Una seconda considerazione permette di introdurre una ulteriore semplificazione.
Infatti, tra i nove rimedi più frequentemente ricorrenti, quattro presentano un quadro febbrile ad insorgenza rapida e cinque un quadro febbrile ad insorgenza lenta e progressiva.
Ne consegue che la caratterizzazione del tipo di esordio della sindrome febbrile permette di confrontarsi con un numero ancora più selezionato di medicamenti.
Occorre sottolineare che per tutti i rimedi omeopatici il quadro febbrile riguarda solo una parte delle indicazioni e che i rimedi che di seguito illustreremo comprendono, nella loro azione complessiva, anche altri sintomi che prescindono dalla iperpiressia.

Per tutti i rimedi la posologia è di tre/cinque granuli, frequentemente ripetuti nel corso della giornata da prescrivere ad una diluizione media (7-9 CH) o più elevata (15 CH) se sono evidenti segni e sintomi neuro-comportamentali.
Tutti i rimedi omeopatici per la febbre vanno somministrati tanto più spesso quanto più intenso è il sintomo. Non sono conosciuti effetti avversi.
Aconitum – Pianta delle ranuncolacee, oltre al sintomo febbrile presenta indicazioni relativamente vaste. Il quadro febbrile caratteristico di Aconitum può seguire alla esposizione al freddo secco oppure a cambiamenti rapidi della temperatura e si manifesta in forma acuta e violenta sia come rapidità di esordio che come intensità della sintomatologia. Il paziente presenta febbre elevata, con cute calda ma non traspirante. A dispetto della mancanza di sudorazione è frequente la presenza di sete intensa, espressione dell’azione congestizia dell’aconitina sulle mucose. E’ coesistente un aggravamento serale/notturno del quadro febbrile. Il paziente è agitato sul piano motorio, ma può apparire anche reattivo dal punto di vista psicologico, preoccupato sino a stati di ansia intensa per il proprio stato. La prescrizione di Aconitum nella sindrome febbrile è fugace poiché esso copre una quadro febbrile destinato ad evolvere in altre forme, più frequentemente in quella di Belladonna.

Belladonna –  Il quadro febbrile può insorgere da subito come caratteristico di Belladonna (spesso come conseguenza di esposizione al freddo umido o a rapide variazioni di temperatura). Una seconda possibilità è che la sindrome febbrile sia l’evoluzione nel tempo (nel volgere di 24- 48 ore) di quello di Aconitum. Gli elementi che caratterizzano questo passaggio sono la comparsa della sudorazione e la presenza di congestione delle mucose delle vie aeree. Il paziente presenta dunque una febbre elevata, con cute traspirante e calda e l’iperestesia sensoriale (espressione dell’azione dell’atropina) condiziona modalità di aggravamento rispetto ad ogni stimolazione sensoriale esterna.

Apis mellifica – il tipo di febbre di Apis è vicino a quello di Belladonna ma se ne differenzia per il carattere delle localizzazioni flogistiche dove è prevalente l’aspetto dell’edema rispetto a quello della congestione di Belladonna. Caratteristico sintomo della febbre di Apis è il tipo di dolore urente/pungente e non pulsante come per Belladonna, sono inoltre presenti fasi alternanti di traspirazione cutanea e di assenza di sudorazione. Il bambino migliora con il fresco ambientale e dalle applicazioni fredde, assenza sete, sintomo considerato bizzarro nel febbricitante.

Bryonia Alba – Il quadro febbrile prevalente ma certo non esclusivo per Bryonia alba è quello di una infezione delle vie aeree successive alla esposizione al freddo umido. Accanto a febbre anche elevata e con aggravamento serale e alla tosse secca/congestizia sono presenti dolori muscolari, articolari e cefalea. Il bambino suda durante il rialzo termico e presenta sete intensa di grandi quantità di acqua, come conseguenza della flogosi congestizia.
Caratteristico per tutti i sintomi, dalla cefalea ai dolori muscolo- articolari, alla tosse, è l’aggravamento con il movimento e il miglioramento con l’immobilità

Arsenicum Album – La sindrome febbrile di Arsenicum album è più complessa delle precedenti in relazione alle caratteristiche tossicologiche della anidride arseniosa. La diagnosi nosologica è sovente più grave (gastroenteriti, specie da tossiinfezione alimentare, infezioni broncopolmonari, cistopieliti) e le condizioni generali del paziente più compromesse.
Paziente freddoloso, astenico ed ipoteso. Nella sede della lesione organica o funzionale sono presenti dolori brucianti e secrezioni urenti. Il bambino presenta un peggioramento notturno della sintomatologia e un miglioramento con il caldo locale ed ambientale.
Può coesistere un’agitazione motoria intensa, espressione di un’ansia incontrollabile.

Ferrum Phosphoricum – è un rimedio di febbre non elevata e ad insorgenza lenta e progressiva. Il quadro clinico più frequentemente associato alla sua prescrizione è quello di infezioni acute delle prime vie aeree e dei bronchi.
L’aspetto caratteristico è quello di una sindrome febbrile di grado lieve-moderato che si accompagna però ad una reazione generale sproporzionata: astenia intensa, sudorazione spossante, pallore cereo che si alterna a congestione brillante al volto, coesistenza di tendenza emorragica (epistassi, secreto bronchiale rugginoso). E’ un modello di reazione frequentemente osservato in un biotipo caratteristico: bambini magri con facile esauribilità fisica e mentale, umore variabile e tendenza alle infezioni respiratorie ripetute.

Gelsenium Sempervirens –  cura un quadro febbrile conseguente alla esposizione al freddo umido che si presenti con segni clinici prevalenti riferiti al SNC (cefalea e prostrazione intensa). Si tratta di una sindrome febbrile ad insorgenza progressiva dal semplice rialzo febbrile fino alla febbre elevata, dolori muscolari, cefalea, debolezza estrema e prostrazione.  Il bambino suda abbondantemente ma la sete non è caratteristica, a volte assente.

Rhus Toxicodendron – Per la febbre curabile da questo medicinale omeopatico la causalità è frequentemente, anche se non in modo esclusivo, l’esposizione al freddo umido, ma il quadro clinico di riferimento, è quello della localizzazione osteo-articolare. Il bambino, accanto a febbre anche elevata e a sudorazione con sete, presenta come elemento caratteristico per la prescrizione del rimedio una rigidità dolorosa osteo-articolare che peggiora con l’immobilità e migliora progressivamente con il movimento continuo.

Eupatorium Perfoliatum –  Anche questo rimedio presenta un quadro febbrile accompagnato da dolori ossei, più che articolari. il bambino lamenta la sensazione di “ossa rotte” . Un segno d’aiuto nelle prescrizione di questo rimedio è l’intenso dolore ai globi oculari associato. Come Bryonia e al contrario di Rhus toxicodendron si osserva un peggioramento con il movimento.

 

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