Quando hai chiuso gli occhi l’ultima volta e hai pensato: “Domani devo alzarmi presto, chissà se dormirò”? Se sei donna, non sei sola. Secondo recenti analisi, ben tre donne su quattro con insonnia cronica non ricevono una diagnosi. È un dato che suona come un campanello d’allarme per la nostra salute — vulnerabile, ma spesso ignorata.
Perché l’insonnia colpisce più le donne
Le statistiche mostrano che le donne hanno una probabilità significativamente maggiore di soffrire di insonnia rispetto agli uomini. Diversi fattori biologici giocano un ruolo cruciale: i cambiamenti ormonali legati al ciclo mestruale, alla gravidanza, alla perimenopausa e alla menopausa possono alterare il sonno. Inoltre, condizioni come la carenza di ferro — più frequente nelle donne — sono associate a disturbi del riposo come la sindrome delle gambe senza riposo.
Sottovalutare l’insonnia non è senza conseguenze. A breve termine, la mancanza di sonno può causare stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione. Ma il vero pericolo è sul lungo termine: l’insonnia cronica è stata collegata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità e disturbi dell’umore.
Uno studio recente ha anche evidenziato una relazione molto stretta tra sintomi d’insonnia e salute mentale, in particolare nei giovani adulti. Le donne con insonnia riferiscono più frequentemente ansia e depressione rispetto agli uomini, ma spesso segnalano barriere nell’accesso alle cure per questi disturbi.
Le diagnosi corrette sono sempre più rare
Nonostante l’importanza del problema, molte donne non vengono diagnosticate. Una larga fetta di casi resta senza diagnosi anche in contesti con un sistema sanitario sviluppato. Inoltre, durante la transizione menopausale, si stima che fino al 50 % delle donne sperimenti sintomi di insonnia, ma solo una parte di queste cerca un aiuto medico. Secondo gli esperti, nei colloqui clinici spesso non si indaga a sufficienza sulle abitudini del sonno e sui disturbi ormonali, rischiando così di perdere un’occasione di prevenzione.
Cosa si può fare per migliorare
Il primo passo è rompere il silenzio: parlare di insonnia non è un lusso, è una necessità per la salute. I medici dovrebbero includere domande sul sonno nelle visite di routine per le donne, specialmente durante la perimenopausa.
Approcci efficaci includono la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I), che ha dimostrato di essere più sicura dei farmaci e di migliorare la qualità del sonno a lungo termine. Educare sul sonno, promuovere l’igiene del sonno (orari regolari, ambiente favorevole, riduzione di stimolanti) e trattare eventuali cause sottostanti (come la carenza di ferro) sono strategie essenziali. Anche l’Omeopatia può contribuire in modo molto positivo, come abbiamo spiegato in questo articolo.
L’approccio omeopatico all’insonnia
L’Omeopatia può offrire un sostegno naturale e personalizzato per molte donne che convivono con l’insonnia, soprattutto quando il disturbo è connesso a stati emotivi intensi, agitazione mentale o fasi ormonali delicate come perimenopausa e menopausa. I rimedi vengono scelti in base al quadro complessivo della persona e non solo sul sintomo “mancanza di sonno”. È essenziale ricordare che in Omeopatia non esistono rimedi “generici” per l’insonnia: la scelta terapeutica deve essere affidata a un medico omeopata qualificato, in grado di valutare in modo approfondito la storia personale, il temperamento, le condizioni emotive e lo stile di vita della paziente. Solo una visita accurata permette di individuare il rimedio più appropriato e di definire le diluizioni e i tempi di assunzione.
Rimedi omeopatici prescritti di frequente
Coffea cruda viene spesso utilizzata quando l’insonnia deriva da un’eccessiva attività mentale: pensieri vividi, idee che si accavallano, una mente che “non si spegne” anche quando il corpo è stanco.
Aconitum napellus è generalmente indicato in caso di agitazione notturna, ansia improvvisa, sensazione di allarme che impedisce di rilassarsi e addormentarsi.
Nux vomica può essere utile quando il disturbo del sonno è aggravato da abitudini scorrette o eccessi — come caffè, alcol o un ritmo di vita troppo frenetico — che influenzano negativamente la qualità del riposo.
Abitudini sane che completano la cura
Accanto al trattamento omeopatico, si rivelano fondamentali anche alcune pratiche quotidiane: mantenere orari regolari, ridurre l’uso di dispositivi elettronici prima di dormire, evitare caffeina o alcol la sera, creare un ambiente notturno tranquillo e favorire rituali rilassanti come tisane, lettura o un bagno caldo. Queste abitudini supportano la cura omeopatica e contribuiscono a ristabilire un ritmo sonno-veglia più armonioso.
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