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Le malattie autoimmuni: le donne sono più colpite

Si stima che circa il 75% delle persone affette da malattie autoimmuni sia di sesso femminile. Approfondiamo le cause.
29 Aprile, 2024
Tempo di lettura: 3 minuti

Le malattie autoimmuni rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da un malfunzionamento del sistema immunitario che, anziché attaccare solo gli agenti patogeni esterni, aggredisce per sbaglio cellule e tessuti sani del proprio organismo. Questa anomala risposta immunitaria scatena una serie di reazioni infiammatorie che possono colpire diversi organi e apparati, causando un’ampia gamma di sintomi e compromettendo la qualità della vita di chi ne soffre.

Un aspetto peculiare di queste malattie è la loro prevalenza nettamente maggiore tra le donne: si stima che circa il 75% delle persone affette da malattie autoimmuni sia di sesso femminile. Questa disparità di genere ha spinto la comunità scientifica a interrogarsi sulle cause sottostanti, che risultano essere complesse e multifattoriali.

Fattori genetici e cromosomici

Uno dei fattori chiave che contribuiscono alla maggiore predisposizione femminile alle malattie autoimmuni è di natura genetica e cromosomica. Le donne possiedono due cromosomi X, mentre gli uomini ne hanno uno solo. Uno studio recente, pubblicato sulla rivista scientifica “Cell”, ha individuato una molecola chiamata Xist, presente sul cromosoma X, che potrebbe giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di queste patologie.

Durante le prime fasi di sviluppo embrionale, nelle cellule femminili uno dei due cromosomi X viene inattivato tramite un meccanismo che coinvolge la molecola Xist. Questo processo, noto come “inattivazione del cromosoma X”, è fondamentale per garantire un corretto equilibrio del dosaggio genico. Tuttavia, lo studio ha evidenziato che la molecola Xist, oltre a inattivare il cromosoma X, può generare dei complessi molecolari composti da RNA, proteine e DNA. Questi complessi, a loro volta, potrebbero scatenare la produzione di autoanticorpi, i quali sono direttamente coinvolti nello sviluppo di malattie autoimmuni.

Fattori ormonali

Un altro fattore importante che contribuisce alla disparità di genere nelle malattie autoimmuni è rappresentato dagli ormoni sessuali. Le donne, nel corso della loro vita, sperimentano fluttuazioni ormonali legate al ciclo mestruale, alla gravidanza e alla menopausa. Questi cambiamenti ormonali influenzano la risposta immunitaria e infiammatoria, rendendo le donne più suscettibili ad alcune malattie autoimmuni in determinate fasi della vita. Ad esempio, il lupus eritematoso sistemico colpisce principalmente le donne in età fertile, mentre la tiroidite di Hashimoto è più frequente nelle donne dopo la menopausa.

Fattori ambientali

Oltre ai fattori genetici e ormonali, anche alcuni fattori ambientali possono giocare un ruolo nel determinare la comparsa di malattie autoimmuni. Tra questi, ricordiamo l’esposizione ad agenti infettivi, come virus o batteri, e a sostanze chimiche tossiche. Le donne potrebbero essere più esposte ad alcuni di questi fattori rispetto agli uomini, per motivi occupazionali, comportamentali o legati a differenze nella risposta immunitaria. Ad esempio, l’esposizione a determinati solventi organici è stata associata a un aumentato rischio di sviluppare il lupus eritematoso sistemico.

Le malattie autoimmuni più comuni nelle donne

Tra le numerose malattie autoimmuni, alcune colpiscono le donne con una frequenza particolarmente elevata. Tra le più comuni troviamo:

  • Lupus eritematoso sistemico: questa malattia causa infiammazione e dolore alle articolazioni, stanchezza, febbre e rash cutaneo.
  • Artrite reumatoide: provoca dolore, gonfiore e rigidità alle articolazioni, soprattutto alle mani e ai piedi.
  • Tiroidite di Hashimoto: una malattia autoimmune della tiroide che causa ipotiroidismo.
  • Sclerodermia: unisce la malattia autoimmune con la fibrosi, causando ispessimento e indurimento della pelle e di altri organi.
  • Miastenia gravis: una malattia che indebolisce i muscoli e causa affaticamento e difficoltà respiratorie.

Cosa si può fare?

Pur non esistendo una cura definitiva per le malattie autoimmuni, diverse terapie possono aiutare a controllare i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette. La scelta del trattamento più adatto dipende dal tipo di malattia autoimmune, dalla gravità dei sintomi e dalle caratteristiche individuali. Tra queste, un ruolo importante potrebbe essere svolto dal microbioma intestinale, ovvero la comunità di microrganismi che vive nel nostro intestino. Studi recenti hanno infatti dimostrato che il microbioma intestinale influenza la risposta immunitaria e può essere associato allo sviluppo di alcune malattie autoimmuni.

Seminario sulle malattie autoimmuni

Infine per i professionisti della salute interessati alle tematiche dell’autoimmunità, annunciamo che dal 10 al 12 maggio saranno a Napoli per il XXVIII Seminario Internazionale di Medicina Omeopatica  organizzato da CeMON Generiamo Salute e dall’Associazione per la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica (LUIMO), Alok e Aditya Pareek medici indiani conosciuti internazionalmente (il dott. Alok Pareek è stato presidente della LMHI) che lavorano in un ospedale omeopatico ad Agra e d hanno una notevole esperienza in questo campo.

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