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Save the Children: Atlante dell’infanzia a rischio in Italia

Dalle rilevazioni emerge un'Italia spaccata per reddito e aree geografiche
24 Novembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

In occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia, che cade il 20 novembre, Save the Children ha pubblicato la XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Come stai?” che pone l’accento sulle condizioni di vita di bambini/e e dei giovani nel nostro Paese. L’edizione 2022 è focalizzata sulla necessaria centralità della salute dei minori nelle scelte politiche di ogni ambito. Dalla tutela dell’ambiente alle mense scolastiche, dalla necessaria predisposizione di spazi dedicati all’attività fisica fino alla predisposizione di sistemi di salvaguardia per la salute mentale.

Save the Children: Atlante dell’infanzia a rischio in Italia

L’Atlante per l’infanzia restituisce in maniera impietosa l’immagine di un’Italia spaccata sia tra Nord e Sud che tra famiglie ad alto e a basso reddito. Secondo tutti gli indicatori presi in esame, dati, mappe e interviste, la pandemia ha amplificato di molto le ricadute in termini di salute di bambini e adolescenti. Solo per citare un dato emblematico, un bambino che nasce a Caltanissetta ha 3,7 anni in meno di aspettativa di vita di chi è nato a Firenze, e la speranza di vita in buona salute segna un divario di oltre 12 anni tra Calabria e provincia di Bolzano. Analizzando i dati pubblicati dalla Onlus, emerge che un milione e quattrocentomila bambine e bambini vivono in povertà assoluta, una percentuale media del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno.

Un’Italia divisa tra Nord e Sud e per fasce di reddito

Tra il 2020 e il 2021, l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con 3 o più figli minorenni è ancora aumentata, dal 19,8 al 20,4%, raggiungendo un valore triplo rispetto alle famiglie con un solo figlio minorenne, e la povertà relativa colpisce 2 famiglie con figli minori su 5 in Campania a fronte di 1 su 6 al nord. L’accesso alle cure e il sostegno alla genitorialità sono allora determinanti per ridurre i fattori di rischio e rafforzare quelli di protezione e di stimolo che avranno un impatto positivo dalla nascita del bambino fino all’età adulta.

Una buona notizia: la professionalità del nostro sistema sanitario nazionale

Ma dai dati emerge anche qualche buona notizia: il sistema sanitario nazionale, infatti, risulta tra i più avanzati al mondo per quanto riguarda la tutela dell’infanzia. Il Servizio sanitario nazionale è caratterizzato da elevate professionalità, qualità delle cure e una forte inclusività. Purtroppo, però, anche in questo settore d’eccellenza l’avvento del Covid si è fatto sentire sulla qualità delle prestazioni. Nel solo 2020, ad esempio, le diagnosi di tumore infantile sono diminuite del 33%. Allo stesso modo, si è drasticamente ridotto il numero dei consultori familiari, che nel 2020 sono arrivati ad ospitare più di 32mila utenti medi, contro un massimo prescritto dalla legge di 20mila.

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