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4 Ottobre, 2024

Scrivere a mano: un’eredità preziosa

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Tempo di lettura: 4 minuti

Tra i 3 e i 5 anni i bambini intraprendono un viaggio affascinante: la scoperta della scrittura a mano. Questo processo, che inizia con semplici gesti, come impugnare una matita, un gessetto o un pennarello e tracciare segni su un foglio, rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo infantile. La scrittura manuale riveste un’importanza cruciale per molteplici ragioni: stimola il pensiero logico e la creatività, attiva diverse aree cerebrali e contribuisce allo sviluppo cognitivo del bambino. L’atto fisico di scrivere, inoltre, aiuta a fissare le informazioni nella mente, migliorando la memoria. Attraverso la scrittura, i bambini espandono il loro vocabolario e la loro capacità espressiva, arricchendo il proprio linguaggio.

Dal punto di vista motorio, scrivere a mano è un complesso esercizio di motricità fine, che coinvolge i muscoli dal braccio alle dita, favorendo la coordinazione. Ma c’è di più, per i bambini, imparare a scrivere il proprio nome o esprimere i propri pensieri su carta è una vera e propria “magia”, una conquista personale che li riempie di orgoglio e meraviglia. Questo processo non è solo una conquista motoria, ma anche cognitiva. La scrittura a mano permette ai bambini di tradurre suoni in segni, aprendo loro un nuovo mondo di possibilità comunicative ed espressive. È un’abilità che coinvolge contemporaneamente aspetti fisici e mentali, richiedendo una complessa coordinazione tra mano e cervello.

Il primo anno di vita e l’inizio della scrittura

L’avventura della scrittura a mano inizia già tra i 12 e i 18 mesi, i bambini mostrano un interesse precoce verso quei gesti che, col tempo, si trasformeranno nella capacità di scrivere. In questa fase, i piccoli si dedicano allo scarabocchio, una forma di espressione grafica che potremmo definire come una “protoscrittura”. Nelle sue ultime evoluzioni, lo scarabocchio assume caratteristiche “scritturali”, tentando di imitare la grafia degli adulti. Questo processo è particolarmente evidente nei bambini che hanno l’opportunità di osservare i genitori nell’atto di scrivere a mano.

Sebbene questi primi segni possano apparire buffi e incomprensibili agli occhi degli adulti, è fondamentale incoraggiare i bambini in questa attività, in quanto una scarsa abitudine a scarabocchiare e a maneggiare una matita nelle prime fasi dello sviluppo può portare successivamente a difficoltà nella scrittura, incluso il rischio di disgrafia. Questi primi tentativi, apparentemente casuali, sono in realtà i mattoni fondamentali su cui si costruirà la futura capacità di scrivere. Incoraggiando e supportando questa naturale inclinazione dei bambini, si pongono le basi per un sano sviluppo delle loro abilità grafiche e, di conseguenza, per una scrittura fluida e agevole negli anni a venire.

Riscoprire il valore della penna nell’era digitale

L’uso precoce e eccessivo di dispositivi elettronici come tablet e tastiere può avere effetti negativi sullo sviluppo della scrittura nei bambini. Scrivere con un dito su uno schermo touch o premere tasti su una tastiera non offre al cervello la stessa stimolazione che deriva dalla scrittura manuale. Questo perché, utilizzando dispositivi elettronici, si compie essenzialmente lo stesso gesto ripetitivo per produrre lettere diverse, rendendo l’esperienza della scrittura molto meno ricca dal punto di vista sensoriale e cognitivo.

Eliminare o ridurre drasticamente questa pratica durante le fasi critiche della crescita può avere conseguenze significative. Non solo l’esperienza diventa meno coinvolgente e stimolante, ma questo impoverimento si estende anche alle sfere psicologica, emotiva e linguistica del bambino. Per questo motivo, è fondamentale promuovere e preservare la pratica della scrittura manuale nei bambini, riconoscendone il ruolo insostituibile nel loro sviluppo globale.

Capacità cognitive e scrittura

Recenti studi, come quello condotto dalla Norwegian University of Science and Technology nel 2021, dimostrano che scrivere a mano potenzia la connettività cerebrale. Questo processo inizia già a 2-3 anni, infatti quando un bambino inizia a tracciare segni con una matita, sta esplorando il mondo, affinando le competenze manuali e imparando a comunicare. Questo fenomeno è legato alla “cognizione incorporata“, un campo delle neuroscienze che studia il legame tra movimento e attività cerebrale. La scrittura manuale stimola diverse aree del cervello, migliorando la memoria e l’apprendimento. Non a caso, molte istituzioni accademiche, inclusa Harvard, incoraggiano gli studenti a prendere appunti a mano. Questo metodo richiede uno sforzo di sintesi e organizzazione delle informazioni che fissa meglio i concetti nella mente.

Come la scrittura a mano plasma l’apprendimento e l’individualità

La scrittura a mano ha anche un impatto positivo sulla lettura. I bambini che imparano a scrivere manualmente riconoscono più facilmente le lettere, migliorando così le loro capacità di lettura. Inoltre, la pratica della scrittura arricchisce il linguaggio, migliorando significativamente anche le competenze grafiche, ortografiche e lessicali dei bambini. La calligrafia, inoltre, è un’espressione unica della personalità. Verso la fine della scuola primaria, i bambini sviluppano il proprio stile di scrittura, un processo che favorisce l’individualità e insegna ad apprezzare le differenze negli altri.

Per ottenere i massimi benefici dalla scrittura a mano, è importante insegnare ai bambini la corretta impugnatura della penna o matita. L’ideale è la presa “a pinza” con tre dita, che previene l’affaticamento muscolare. È consigliabile intervenire precocemente per correggere eventuali posture scorrette. Per migliorare la coordinazione oculo-manuale, essenziale per una buona scrittura, si possono proporre attività come il gioco dello shangai o esercizi di lancio della palla. Anche l’uso di strumenti ergonomici, come matite triangolari o le linee specifiche proposte da alcune aziende, può aiutare i bambini a sviluppare una presa corretta e confortevole.

Nell’era del digitale, preservare e nutrire questa pratica millenaria non è nostalgia, è lungimiranza. È un investimento nel potenziale umano, un atto di resistenza contro l’omologazione, un tributo alla ricchezza dell’individualità. La penna, dunque, non è solo uno strumento: è una “bacchetta magica” che trasforma i pensieri in realtà tangibile, che dà forma ai sogni e sostanza alle idee. In ogni bambino che impugna una matita, in ogni adulto che riempie un diario, risiede il potere di plasmare non solo parole, ma mondi interi. Coltiviamo la scrittura a mano come un’arte vitale, un nutrimento per l’anima, un catalizzatore per la mente, perché in ogni tratto di penna si cela la promessa di un futuro più ricco, più profondo, più autenticamente umano.

2 commenti

  • Filomena Ventre

    buongiorno, sono un consulente grafologo esperto in analisi e comparazione della grafia. sono consigliere del direttivo Nazionale di AGI, Associazione Grafologica Italiana, e lo scorso 27-28-29 ottobre a Bologna si è tenuta la terza edizione del Festival della scrittura a mano “MANU SCRIBERE”. Stiamo già lavorando alla prossima edizione “2025”. Avrei piacere di tenere i contatti su questo argomento. Grazie per l’attenzione. Filomena Ventre

    • Generiamosalute

      Gentilissima Filomena, grazie del suo messaggio. Siamo molto sensibili a questo aspetto e componente della nostra salute sistemica. Nel mese di giugno scorso abbiamo organizzato un webinar con la dr.ssa Rossana Ceriani, grafologa e medico omeopatico) dal titolo appunto “Omeopatia e Grafologia”. Riteniamo molto importante l’interdisciplinarietà nel mondo della salute e siamo molto felici di restare in contatto con lei e la sua associazione.

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