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Inquinamento: in Italia è record di morti

Incrociando i dati di due diversi studi recenti, emergono dati preoccupanti per il nostro Paese, agli ultimi posti per qualità dell'aria
28 Dicembre, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti

Le aree urbane italiane sono tra le più inquinate d’Europa. In particolare, la fascia della pianura padana non è solo al vertice della classifica dei luoghi con l’aria più irrespirabile, ma è anche la zona in cui si notano minori miglioramenti (rectius: maggiori peggioramenti). Se molti di noi già si aspettavano stime di questo tipo, ora a mettere i numeri nero su bianco è la European environmental agency (Eea) nel suo rapporto “Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease 2023”. Se, infatti, le città del Nord Italia occupano la già poco lusinghiera seconda posizione per numero di decessi dovuti al PM2.5, alle spalle della Polonia, nel Paese dell’Est Europa i dati sono comunque in miglioramento dagli anni passati, mentre qui da noi si va sempre peggio. Milano, Monza e Cremona sono in assoluto le città più inquinate d’Europa, mentre Vicenza e Varese stanno rapidamente risalendo la graduatoria.

Inquinamento: in Italia è record di morti

I dati rispecchiano quanto emerso da uno studio sul particolato condotto dalla televisione tedesca Deutsche Welle con l’European Data Journalism Network e la Fondazione Openpolis: quasi tutti in Europa (il 98% della popolazione) vivono in città, centri urbani e zone rurali inquinate, dove i livelli medi annuali di particolato sottile superano il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo l’OMS livelli di PM 2,5 superiori a 5 microgrammi per metro cubo sono considerati problematici. Concentrazioni crescenti indicano un rischio progressivo, e se si superano i 250 μg/m3, si entra in una situazione di pericolo immediato.

Inquinamento: in Italia è record di morti

Nel grafico pubblicato dalla televisione tedesca Deutsche Welle si vede chiaramente come l’Italia sia in ultima posizione per qualità dell’aria

 

Secondo l’OMS i PM2.5 possono “causare malattie sia al nostro sistema cardiovascolare che respiratorio, provocando, ad esempio, ictus, cancro ai polmoni e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Una nuova ricerca ha anche mostrato un’associazione tra l’esposizione prenatale ad alti livelli di inquinamento atmosferico e ritardo dello sviluppo all’età di tre anni, nonché problemi psicologici e comportamentali successivi, inclusi sintomi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ansia e depressione”.

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