La pelle ha uno scopo molto importante nell’organismo umano: protegge gli organi interni dall’aggressione degli agenti esterni. È, in altre parole, la nostra principale difesa da virus, batteri, agenti chimici e ogni altra cosa che potrebbe nuocerci. Non sorprende quindi che sia la parte di noi più soggetta agli effetti dell’inquinamento ambientale, vista la sua continua esposizione. Eppure spesso tendiamo a sottovalutarne gli effetti. Se è molto frequente leggere che l’inquinamento provoca problemi respiratori, non è altrettanto frequente leggere dei rischi per la cute.
La pelle è un indicatore dell’inquinamento ambientale
Oggi esistono analisi cliniche molto approfondite, che permettono di rilevare a fondo le particelle inquinanti con le quali la nostra pelle – o anche i nostri capelli – è venuta a contatto. Analizzando la cute di una persona, è possibile capire nel dettaglio il livello d’inquinamento dei luoghi dove vive o ha vissuto, e attraverso indagini statistiche è possibile ricostruire le aree in cui i rischi sono maggiori, al fine di prendere i necessari provvedimenti.
Screening mirati come misura di tutela della salute pubblica
«Laddove fossero ravvisati dei potenziali e seri rischi per la salute umana, non solo sarà possibile intervenire immediatamente sottoponendo la popolazione locale a screening mirati, così da individuare e curare precocemente eventuali patologie, ma potranno essere pianificate e messe in atto delle azioni correttive che abbassino il livello di inquinamento ambientale, lasciando in eredità alle generazioni future un ambiente salubre» spiega Paolo Mezzana, responsabile SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) Lazio, in un’intervista a Sanità Informazione.
Non solo inquinamento: occhio ai raggi solari
L’esperto, poi, alza l’allerta sull’esposizione al sole della cute, soprattutto nei mesi estivi. L’effetto dei raggi ultravioletti può essere molto aggressivo, anche per colpa dei cambiamenti climatici che hanno reso i raggi solari sempre più intensi. Non dimentichiamo che i due fattori possono cumularsi, e una sensibilità derivante da agenti inquinanti può essere acutizzata da un’eccessiva esposizione ai raggi UVA.
Di grande interesse su questo argomento il progetto di ricerca EXPOMAP
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