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Microplastiche nel cuore: gli effetti in uno studio italiano

È emersa una potenziale correlazione tra la presenza di microplastiche e nanoplastiche nell'organismo e un maggior rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarti e ictus
25 Marzo, 2024
Tempo di lettura: 2 minuti

Un recente studio italiano ha messo in luce una potenziale correlazione tra la presenza di microplastiche e nanoplastiche nell’organismo e un maggior rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarti e ictus. La ricerca, pubblicata sul prestigioso New England Journal of Medicine, ha analizzato i casi di 257 pazienti sottoposti a intervento chirurgico per la rimozione di ostruzioni nelle arterie carotidee, vasi sanguigni fondamentali per l’afflusso di sangue a cervello, viso e collo.

La ricerca italiana sulle microplastiche nel cuore

Tramite due distinti metodi di analisi, i ricercatori hanno riscontrato la presenza di nanoplastiche nei residui grassi prelevati dalle arterie ostruite (placche) di ben 150 pazienti, mentre negli altri 107 pazienti non è stata rilevata alcuna traccia di plastica. Il monitoraggio successivo dei pazienti per un periodo di tre anni ha mostrato risultati preoccupanti. Nel gruppo con presenza di microplastiche, il 20% dei soggetti ha infatti sofferto di infarto, ictus o è deceduto per cause diverse, contro l’8% del gruppo senza plastica.

Maggiore stato infiammatorio nei vasi sanguigni dei pazienti con microplastiche

Oltre alla presenza fisica delle particelle, lo studio ha evidenziato anche un maggiore stato infiammatorio nei vasi sanguigni dei pazienti con microplastiche, fattore che potrebbe ulteriormente aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. “Spero che il messaggio allarmante emerso dal nostro studio sensibilizzi i cittadini, e soprattutto i governi, sull’importanza della salute del nostro pianeta”, ha dichiarato il Dr. Raffaele Marfella dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, a capo del team di ricerca.

Impossibile stabilire con certezza un rapporto causa-effetto

È importante sottolineare che, pur aprendo scenari preoccupanti, lo studio presenta alcune limitazioni. Innanzitutto, l’analisi si è concentrata su pazienti già a rischio di eventi cardiovascolari a causa delle ostruzioni arteriose. Inoltre, i pazienti con microplastiche presentavano un quadro clinico complessivo più sfavorevole, con una maggiore incidenza di patologie come diabete, colesterolo alto e fumo. Inoltre, trattandosi di uno studio osservazionale, non è possibile stabilire con certezza un rapporto di causa-effetto tra la presenza di microplastiche e le problematiche cardiache. I ricercatori stessi sottolineano la possibilità di contaminazioni durante le analisi e la necessità di ulteriori studi condotti in ambienti controllati e privi di plastica.

Le microplastiche sono dappertutto

Infine, lo studio non ha preso in considerazione fattori come la dieta e l’acqua che potrebbero influire sull’esposizione alle nanoplastiche. Nonostante le limitazioni, la ricerca italiana rappresenta un importante punto di partenza. Studi futuri potranno confermare o smentire l’ipotesi di un legame tra microplastiche e malattie cardiache, spingendo verso una maggiore attenzione alla problematica dell’inquinamento da plastica e alle sue conseguenze sulla salute umana. È bene ricordare che altre ricerche hanno rilevato la presenza di plastica in organi vitali come polmoni, fegato, sangue, placenta e persino latte materno.

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