C’è un suono che si percepisce solo quando tutto tace: il fruscio lento delle foglie, il canto distante di un uccello, il battito del proprio cuore che rallenta. Entrare in un bosco è un’immersione sensoriale che parla alla parte più antica di noi. Oggi a quella voce invisibile si riconosce un potente strumento curativo che chiamiamo Terapia Forestale.
Dal 2025 questa pratica è ufficialmente entrata tra le Medicine Complementari riconosciute dal Servizio Sanitario Regionale della Toscana. Può dunque essere prescritta dai medici del SSN al pari di Agopuntura e Omeopatia, segnando un passo importante verso l’integrazione di approcci olistici nella cura pubblica.
I fitoncidi e la scienza del respiro verde
La Terapia Forestale si basa su una componente tanto affascinante quanto concreta: i fitoncidi. Sono molecole volatili prodotte dalle piante per difendersi dai patogeni, che, una volta inalate, esercitano un effetto neuromodulante sul nostro organismo. Studi hanno mostrato che l’esposizione a queste sostanze è capace di ridurre i livelli di cortisolo, regolare la pressione sanguigna e rinforzare le difese immunitarie.
Ma la chimica non è tutto. Le sessioni di Terapia Forestale prevedono camminate lente, esercizi di respirazione consapevole, ascolto e osservazione guidati da psicologi o psicoterapeuti. Si tratta di un vero e proprio protocollo clinico, che sfrutta la relazione sensoriale con l’ambiente naturale per modulare la risposta dello stress e promuovere salute mentale e fisica.
Medicina olistica e approccio One Health
Questo riconoscimento istituzionale non è solo simbolico: riflette un cambiamento culturale nella visione della salute. La Terapia Forestale, come l’Omeopatia e altre Medicine Complementari, si inserisce in un modello olistico che considera la persona nella sua interezza, in relazione con l’ambiente e la comunità.
L’approccio One Health, sostenuto da OMS e altre agenzie internazionali, parte dallo stesso presupposto: la salute umana, quella animale e quella degli ecosistemi sono strettamente interconnesse. Distruggere le foreste significa non solo perdere servizi ecosistemici fondamentali, ma anche aumentare il rischio di nuove zoonosi e destabilizzare il clima. Proteggerle è un atto di cura preventiva per l’intero pianeta.
Il ruolo delle medicine complementari nel SSN
L’inserimento della Terapia Forestale tra le Medicine Complementari prescrivibili dal SSN segna un riconoscimento della loro utilità clinica. Non si tratta di sostituire la medicina convenzionale, ma di integrarla, ampliandone l’efficacia e la capacità di personalizzazione. Anche l’Omeopatia, con la sua attenzione alla reattività individuale e al terreno costituzionale, si muove in questa direzione: un sostegno alle risorse di autoguarigione dell’organismo, in un contesto di attenzione ambientale e sociale.
La Regione Toscana si conferma così laboratorio d’avanguardia, aprendo la strada a una sanità pubblica più attenta alla prevenzione, al benessere psicofisico e alla sostenibilità.