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Rigassificatore a Piombino: sì o no?

In Italia infiamma il dibattito. Certo è che esistono ottimi motivi per la scelta del luogo, ma anche rischi
11 Ottobre, 2022
Tempo di lettura: 3 minuti

C’è stato un tempo in cui, a Piombino, tutti potevano permettersi una bella casa, o almeno una casa dignitosa. L’acciaieria, qui, dava lavoro a tutti gli abitanti, tra lavoratori dell’altoforno e indotto. Da quando però la produzione è ferma, le cose sono molto cambiate. Oggi le persone in cassa integrazione sono tantissime, mentre lo sconvolgimento ambientale portato dall’ex-impianto italsider non ha consentito una riconversione della zona a uso turistico. In questa provincia, come a Taranto o nel quartiere napoletano di Bagnoli, si può vedere coi propri occhi cosa è rimasto dopo il crollo delle speranze di un eterno futuro di crescita economica.

Rigassificatore a Piombino: sì o no?

È in questo caso che si inquadrano le proteste degli abitanti di Piombino contro il rigassificatore che il governo Draghi ha deciso di piazzare all’interno del porto della città. SI tratta di una nave gigantesca, in grado di trasformare il metano che riceviamo in forma liquida per riportarlo allo stato gassoso. E che, almeno a detta degli abitanti dei luoghi, sarebbe in grado di dare il colpo finale ad un territorio già colpito così violentemente dalla de-industrializzazione. Alle molte persone che li accusano di comportamenti Nimby (acronimo anglosassone di “not in my beckyard, ossia non nel mio locale”) la gente del posto risponde che il loro territorio ha già pagato un prezzo molto alto, ed è giunto il momento di orientare lo sguardo altrove.

Come funziona un rigassificatore

Ma come funzionerebbe questo rigassificatore? Avrebbe davvero un impatto ambientale elevato? E perché farlo proprio a Piombino? Cominciamo col dire che il gas arriva in Italia in due modi: allo stato gassoso, attraverso i grandi metanodotti quali il famigerato North Stream proveniente dalla Russia, oppure allo stato liquido (GNL). In questo secondo caso viene trasportato attraverso delle grandi navi, che raffreddano il carico a temperature alle quali il metano diviene, appunto, liquido. Ciò comporta che, nel luogo in cui il GNL arriva, saranno necessari impianti in grado di riportare su la temperatura, fino a quella a cui il gas ridiventa gassoso.

I vantaggi di un rigassificatore a Piombino

Questo processo può avvenire sia in impianti terrestri che su apposite navi. Le navi, però, hanno numerosi vantaggi: possono, innanzitutto, utilizzare l’acqua di mare per riscaldare il GNL. E possono, inoltre, essere riallocate in diversi luoghi della Penisola. Dal momento che le nostre navi rigassificatrici lavoravano già a pieno regime, Snam (l’ente preposto a questo servizio) ne ha acquistate due nuove, di cui una, la Golar Tundra, dovrebbe essere posizionata proprio a Piombino. Perché? Per un paio di validi motivi: Innanzitutto che a Piombino la nave potrebbe essere ormeggiata all’interno del porto, con grandi risparmi logistici, dal momento che si tratta di uno dei pochissimi porti sufficientemente profondi. In secondo luogo perché il porto si trova a solo 8 km dalle condutture del metano. Ciò vuol dire che serviranno pochissimi lavori di adeguamento per attivare l’allaccio.

I rischi del rigassificatore

Compresi bene i vantaggi, però, passiamo ai rischi. Tutte le altre navi rigassificatrici, come sottolinea il sindaco Francesco Ferrari, sono poste ben lontane dai centri cittadini, cosa che in questo caso non avverrebbe. Non dimentichiamo che, per quanto improbabili, gli incidenti sono sempre possibili, e in questo caso potrebbero essere disastrosi. In secondo luogo, il processo di riscaldamento del gas comporta, com’è ovvio, un violento processo di raffreddamento dell’acqua, che andrebbe poi scaricata a mare. Ciò comporta un’alterazione degli equilibri biologici locali, con conseguenze difficilmente prevedibili per la biodiversità e, più concretamente, per le attività di pesca della zona.

Pensare alla riqualificazione dell’area

In conclusione, esistono valide ragioni per scegliere Piombino, dal punto di vista dell’interesse nazionale. Né è pensabile che, nel momento della decisione sulle sanzioni alla Russia, non si sapesse che ci sarebbe stato uno scotto da pagare. Piombino, però, è un territorio che ha già pagato in modo pesante, e forse permanente, i danni di un’industrializzazione vorace e non lungimirante. Se non sarà possibile trovare un’alternativa migliore, dovranno essere valutati meccanismi compensativi di riparazione del territorio che possano permettere a questa terra di ritrovare un futuro.

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