Enneatipo 4 sociale Staphysagria

21 Novembre, 2023
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Il sottotipo sociale dell’enneatipo Quattro declina la passione dell’invidia e la fissazione di una falsa mancanza attraverso il tema della vergogna, del pudore, della dignità ferita. Sente la carenza rispetto agli altri e se ne vergogna, considera i propri desideri vergognosi ed è riluttante ad esprimerli, si nasconde dietro ideali irraggiungibili. Sa fare della sofferenza una strategia di seduzione. “Sensibile e romantico, sa essere intrigante ed erotico” D’Agostini, Fabbro, Enneagramma e personalità. Timido ed insicuro, percepisce la bellezza di ciò che invidia.

Claudio Naranjo Dramatis Personae trova aspetti di questa personalità in due noti scrittori: Hans Christian Andersen e Marcel Proust.

Andersen è un sognatore, ha la delicata fantasia di una persona tenera e sensibile. I suoi racconti, pervasi di una sorta di nostalgia, sono un balsamo per mitigare la sofferenza attraverso la bellezza. La missione del poeta è – secondo lui – rendere omaggio alla bellezza.

Andersen si vergognava delle sue origini ed in particolare della grettezza della madre, ovvero idealizzava i fasti antichi della famiglia paterna. Sospeso tra due mondi, come Il brutto anatroccolo o la Sirenetta. Traduce la vergogna e la disistima nel sentirsi elitariamente differente da ciò che è volgare ed ordinario. Solitario nella sua inadeguatezza, oscillando tra umiltà ed orgoglio, aspira ad incontrare qualcuno di straordinario valore pur non sentendosene all’altezza.

Andersen, grazie ad un protettore che gli consentì di studiare, passa dal teatro popolare alla letteratura, sia pure nell’originale registro delle favole. Fu incerto nelle relazioni amorose, infantile e bisessuale. Morì di una cirrosi, evidentemente dovuta all’alcolismo.

  

Marcel Proust evoca nel suo Alla ricerca del tempo perduto il tema della nostalgia, e quelli della sensibilità, della bellezza, dell’idealizzazione, dell’ironia. L’autore stesso ed i personaggi Marcel e Swann del suo romanzo rappresentano diverse sfumature di questo carattere. La morbosità di cercare affetto attraverso la malattia, la possibilità che il sapore di una madeleine lo restituisca al ricordo di un paradiso perduto, l’incertezza tra l’idealizzazione ed il disincanto nel ritrarre il mondo aristocratico, l’umiltà di Swann quando corteggia il più volgare fascino di Odette.

Proust trasformò la sua personalità infantile e fragile in una eleganza austera ed eccentrica, in una scrittura intima e minuziosa.

Alla fine dell’opera, nella delusione dello sfiorire della bellezza di quel pur tanto anelato mondo aristocratico, Proust ritrova se stesso, il valore e l’autenticità della sua scrittura.

Nel ritratto psicologico che P. Bailey (Psicologia omeopatica) fa di Staphysagria ricorrono i temi della rabbia repressa alternata a dolcezza, dell’umiltà incline alla sottomissione alternata con uno spirito fiero ed indipendente. Di volta in volta Dolce, Selvaggia, Sottomessa e Amabile.

Sensibile e romantica, idealista e remissiva, al culmine dell’esasperazione rivolgerà la sua violenza comunque contro oggetti anziché contro persone. È un tipo con una forte sessualità, quanto meno le sue fantasie sono vivide ed intense, può cercare sfogo nella masturbazione.

È comunque un tipo molto introverso, più diffidente e meno empatico di Natrum, la sua ritrosia e la sua idealizzazione dell’altro ancora più esasperata ed in un certo modo raffinata. Si nasconde dai suoi sentimenti più profondi ed al tempo stesso se ne nutre, avendo una forte suscettibilità ed un acuito sentimento di come la sua dignità possa essere violata.

C. Coulter (Portraits of Homoeopathic Medicines) considera l’indignazione come il tratto distintivo di Staphysagria. Accoglie questa definizione di indignazione: “essere eccitata ed indotta alla rabbia ed al risentimento da ciò che è volgare, spregevole o disonorevole”. Un semplice diverbio può scatenare una crisi se Staphysagria se ne senta oltraggiata, inadeguata a fronteggiare la volgarità, rozzezza, meschinità del suo interlocutore. Incapace di scendere a quel livello, Staphysagria si indigna. Apparentemente non reagisce, poi resta a lungo agitata, finanche tremante di sdegno, spossata ed incapace di concentrarsi. Molti sintomi di Staphysagria sono somatizzazioni di questo stato d’animo.

In realtà orgogliosa, invoca la sua umiltà per contrastare l’umiliazione subita. Coulter cita Whitmont (Psyche and Substance: Essays on Homoeopathy in the Light of Jungian Psychology): “sensibile al modo in cui viene giudicata, in relazione alla propria apparenza sostenuta artificialmente, facilmente si espone ad un’offesa del suo orgoglio, che mai deve essere ammesso o riconosciuto dagli altri”. Perciò più che lottare per i suoi diritti, si sforza di rimanere dolce e gentile. Forse il carattere dello stesso Gandhi può essere interpretato come Staphysagria (oppure forse come Causticum). Staphysagria, sentendosi offesa, cerca di rimanere tuttavia altera e silenziosa, persino affabile.

La Coulter cita le parole di una sua paziente: “Deve esserci qualcosa in me che prova piacere della mia incapacità di sottrarmi e di impedire che io venga maltrattata e sfruttata”. C’è un’inconscia sottomissione, in cui Staphysagria quasi si crogiola. Fatalmente attratta dal suo ruolo di vittima indifesa.

È una nota caratteristica di Staphysagria il suo sentirsi oltraggiata da un intervento medico invasivo, sia pure una semplice visita ginecologica, a maggior ragione da una qualche ferita chirurgica. Staphysagria è anche il rimedio della cistite da luna di miele.

Meryl Streep ha interpretato due differenti personaggi cinematografici riconducibili a questo carattere, come proposto nel già citato Enneagramma e personalità.

Ne La donna del tenente francese (regia di Karel Reisz) interpreta Sarah, una distinta ex-governante inglese, evitata da tutti gli abitanti di un piccolo paese sul mare per la vergogna di essere stata sedotta e abbandonata da un tenente francese naufragato nelle acque antistanti. Libera e stravagante, viene salvata dal mare in tempesta, che lei osserva immobile, da un giovane gentiluomo, Charles (interpretato da Jeremy Irons). Ne nasce un amore intenso e contrastato. Lei è una donna libera ma sofferente, bella ma tragica. Così racconta il suo amore infelice per il tenente francese: “Lo feci perché sapevo che così sarei potuto essere considerata la svergognata che sono! Il destino non mi avrebbe mai fatto sposare un uomo come lui e così sposai la vergogna. È la vergogna che mi ha tenuta in vita”. Invano Charles, soggiogato dal suo fascino, tenterà di conquistare il suo amore. Un medico interpellato gli dirà che il suo male è una melanconia da cui lei non vuole guarire. Alla fine si scopre che la presunta relazione con il tenente francese è un’invenzione di Sarah, la quale comunque si rifà una vita lontana da qualunque forma d’amore, lavorando come governante e dedicandosi alla pittura.

Ne I ponti di Madison County (regia di Clint Eastwood) Meryl Streep interpreta Francesca, una donna che, mentre si accinge a trascorrere alcuni giorni senza il marito ed i figli, incontra per caso un fotografo, Robert (interpretato da Clint Eastwood), con il quale nasce subito un’autentica e profonda passione. Robert le propone di andarsene via insieme, lei sceglie però di rimanere con la famiglia.

Francesca racconta questo incontro in un diario, raccontando la distanza tra il suo modo di essere raffinata ed originale, le sue passioni per la musica classica e la lettura, e l’ambiente in cui vive, un paesino della campagna dell’Iowa in cui tutto ruota intorno all’ agricoltura ed all’ allevamento. Una comunità semplice e modesta, un marito onesto ma poco interessante. Lei, rassegnata, si rifugia in un mondo ideale.  L’incontro con Robert le riaccende la passione, il suo atteggiamento è imbarazzato ma curioso, lei è turbata ma decisa, si apre alla relazione, ma al tempo stesso permane in lei una sottile vena di pessimismo malinconico. È inquieta, teme di non essere il grande amore che Robert sta cercando, prova un senso di inadeguatezza.

La donna finalmente non ha il coraggio di abbandonare il marito e i figli, l’intensità magica di quei quattro giorni si trasformano, nel ricordo, in un rifugio ideale. “Mi resi conto che l’amore non obbedisce alle nostre aspettative. È mistero puro e semplice. Quello che io e Robert avevamo avuto non sarebbe potuto continuare se fossimo rimasti insieme”.

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